Quando si presentò l’occasione di un viaggio a Bali, Geoff Gulevich non ci pensò due volte. Da anni, lui e Pierre-Édouard Ferry avevano questo sogno nel cassetto, ma le circostanze non lo avevano mai permesso…fino ad ora. Due settimane in un paradiso, un’avventura indimenticabile fra amici…il tutto filmato da Liam Mullany!
Erano mesi che io e Pierre ne parlavamo. Volevamo organizzare un viaggio in Indonesia, ma anche durante la stagione invernale eravamo pieni di impegni. Difficile avere un periodo libero per entrambi. Era come un gioco a incastri del quale non riuscivamo a mettere a fuoco la soluzione. Alla fine trovammo un paio di settimane e verificata la disponibilità di alloggio presso la Chillhouse, prenotammo i voli e cominciammo con i preparativi.
Vancouver – Seoul – Indonesia. Dopo venticinque ore di volo senza dormire, un veloce scalo in Corea e parecchi film, arrivammo a Denpasar Bali. Della mia bicicletta però nessuna traccia. Cose che succedono…
A quel punto, dopo una rapida contrattazione del nostro fotografo Mason Mashon con un taxista, procedemmo alla volta della Chillhouse.
L’avventura poteva iniziare!
Dopo una colazione pantagruelica, facemmo il punto della situazione per capire da che parte cominciare. Eravamo euforici e pieni di aspettative. Ero però senza la mia bici. Cosa si fa durante un mountain bike trip quando manca il mezzo? Semplice, si affitta uno scooter!
Detto fatto. Io, Liam, Mason e Pierre, una volta motorizzati preparammo tutto l’occorrente per la giornata. Da esperto del posto qual era, Mason si presentò munito di mascherina antismog e noi, sbalorditi e ignari, ritornammo di corsa in camera e ci arrangiammo strappando le maniche delle nostre magliette per ricavarne così un qualcosa di simile.
La banda al completo poteva finalmente partire!
Sul taxi, sfiniti dopo tutte quelle ore di viaggio, ci eravamo addormentati e non avevamo realizzato che a Bali si guida dalla parte opposta della strada rispetto alle nostre abitudini. Fummo costretti ad adattarci in fretta! Oltre a ciò, la moltitudine di scooter che vedevamo muoversi sulle strade trasformava il nostro tragitto in una roulette russa! Nella proporzione di 50 per ogni macchina, erano pronti a schizzare ad ogni semaforo verde come se fossero ai gate di un Gran Premio.
Ed infatti Liam finì fuori strada, fortunatamente senza gravi conseguenze. Una sbucciatura al ginocchio che comunque necessitò di essere disinfettata. Trovammo una farmacia per una medicazione e ripartimmo, più prudenti ora, per il Monkey Temple.
Trascorremmo là il resto della giornata e raggiungemmo poi il bellissimo villaggio di Uluwatu, meta di surfisti. Ci stavamo ambientando al meglio.
Di ritorno alla Chillhouse fummo accolti da una deliziosa cena. Il cibo durante tutto il nostro soggiorno fu una nota positiva da aggiungere alla nostra avventura.
Il giorno seguente, non avendo ancora notizie della mia bicicletta, io e Pierre decidemmo di fare un po’ di surf. Affittammo le tavole e seguimmo una lezione per apprendere le basi. Dopo tutto eravamo a Bali, come non approfittarne? Le onde erano magnifiche e fortunatamente adatte a principianti come noi. Dopo qualche giorno crebbe la nostra confidenza e diminuì la lunghezza delle nostre tavole. Niente ci poteva più fermare! Da quel momento in poi il surf fu l’attività cui ci dedicammo quando non eravamo sulle bici.
Finalmente arrivò anche la mia bicicletta. Andammo così al Bali Bike Park, un magnifico trail nel mezzo di una natura incredibile. Una bella ricompensa dopo tanta attesa.
Il Bali Bike Park divenne per noi un passaggio obbligato ogni mattina, prima dei consueti temporali pomeridiani. I trail builders avevano fatto davvero un gran bel lavoro. Salti e curve erano stati disegnati a pennello. Lo girammo da cima a fondo. Con le condizioni della luce continuamente mutevoli lungo l’arco della giornata, le nuove lenti Vario (foto cromatiche) dei nostri occhiali da sole furono il valore aggiunto del nostro viaggio.
Da Bali però volevamo di più, desideravamo perderci, trovare percorsi inesplorati. Ci avventurammo sul Vulcano Batur, partendo alle tre del mattino dal rifugio dove avevamo trascorso la notte, per ammirare il sorgere del sole.
La salita di due ore con le bici in spalla fu dura, inutile dirlo, ma avevamo sentito cose stupefacenti su quella montagna e sapevamo fin dall’inizio che la discesa ci avrebbe ampiamente ripagati.
Arrivati in cima, l’alba ci lasciò senza fiato: un magico spettacolo che contemplammo fino in fondo. Ripresici da tale incanto, ci preparammo e cominciammo a valutare il cratere del vulcano e il trail che ci girava intorno. Lo trovammo diverso da ogni percorso mai fatto fino a quel momento. Era il giorno del mio compleanno e fu molto di più di una semplice escursione in bicicletta. Con il sole ormai sorto, fece la sua apparizione una moltitudine di scimmie che curiose stettero a guardarci mentre giravamo intorno al cratere. Io e Pierre ne percorremmo ogni metro e fu senza dubbio uno dei miei posti preferiti di Bali.
Ci avventurammo lungo un single track su una rupe con vista sull’oceano, proseguendo poi verso un appartato luogo di preghiera nascosto fra le colline. Un percorso in grado di appagare i riders più esigenti.
Nell’insieme i percorsi di Bali possono soddisfare ogni livello tecnico. I luoghi visitati e la gente incontrata fanno di questo luogo una destinazione indimenticabile. Io e Pierre non scorderemo mai questo viaggio.
Arrivò anche il giorno della partenza. Ultime battute scherzose fra noi, già sentivamo la nostalgia delle due settimane trascorse troppo in fretta in questo angolo di paradiso. Ci separammo per tornare ognuno alla propria vita.
Quando si viaggia in posti sconosciuti, sono sempre diversi gli ostacoli da affrontare e tante le decisioni da prendere per arrivare a trasformare un viaggio in un’esperienza indimenticabile. Nonostante ciò spero che la lettura della nostra avventura vi spinga a partire al più presto!
Geoff Gulevich