Oltre alle Mezcal, di cui avete letto il nostro test lo scorso mese di febbraio, Vittoria ci ha inviato anche un paio di coperture Morsa, anch’esse caratterizzate, come le Mezcal, dalla presenza di Grafene, il rivoluzionario materiale che da quest’anno Vittoria ha introdotto nella mescola delle proprie coperture.
L’introduzione del Grafene ha consentito a Vittoria di rivoluzionare il proprio catalogo di gomme, aggiungendo alle mescole questo materiale di recente scoperta, per i cui dettagli vi rimandiamo al nostro articolo sulla visita a Directa Plus, l’azienda italiana in cui avviene il processo produttivo della migliore qualità di Grafene, chiamata Pristine.
I vantaggi che annovera il Grafene sono molteplici, tra cui un’elevata resistenza meccanica, un’elevata conducibilità termica, un’elevata elasticità, una bassa densità, un’elevata conducibilità elettrica, trasparenza, leggerezza, flessibilità e resistenza meccanica. Presso il Politecnico di Torino è stata svolta una serie di analisi al microscopio che hanno dimostrato i vantaggi dell’applicazione del Grafene nella produzione delle gomme.
E’ stato appurato che quando la direzione della bici è univoca e costante, le nano particelle di Grafene Pristine rimangono più addensate rendendo la gomma più compatta e con minore resistenza al rotolamento. Quando invece la gomma si deforma, a seguito ad esempio di frenata, accelerazione o in curva, le nano particelle si spostano direzionalmente ed in conseguenza di ciò la gomma si ammorbidisce nel punto di contatto con il terreno, favorendo flessibilità e di conseguenza grip e trazione. In sostanza la copertura ha la tendenza a diventare più dura o più morbida a seconda dei bisogni del biker.
Sulla base di queste caratteristiche, Vittoria ha deciso di utilizzare nelle nuove coperture da mountain bike 4 mescole, ciascuna dedicata ad una specifica sezione della copertura, e di combinarle con il Grafene, creando una mescola finale chiamata G+ Isotech.
Fatta questa importante premessa sul Grafene, diciamo che la Morsa è stata progettata per un utilizzo che va dall’all mountain all’enduro. Lo si evince già osservando il disegno aggressivo del suo battistrada, caratterizzato da tasselli ad alto profilo e con intagli, dal bordo squadrato e ben distanziati per favorire la massima aderenza e l’autopulizia. I tasselli centrali, inoltre, hanno i bordi di attacco a rampa, per minimizzare la resistenza al rotolamento.
La carcassa è da 60 TPI, con l’aggiunta di un ulteriore strato di protezione laterale costituito da un tessuto in nylon e una mescola di gomma resistente all’abrasione. La sigla TNT sta ad indicare, infine, la possibilità di utilizzare le Morsa senza camera d’aria e con liquido sigillante, su cerchi tubeless o per i quali è possibile la conversione in tale modalità d’uso.
La Morsa è disponibile nei tre formati ruota e in diverse versioni. Il peso medio da noi rilevato della versione in test è stato di 947 grammi. La Morsa G+ TNT è in vendita al prezzo di € 66,95.
Info: www.vittoria.com
Caratterizzata da un battistrada dal disegno estremamente aggressivo, i cui tasselli sono molto squadrati, di alto profilo e ben distanziati, la Morsa fa intuire subito che il suo ambiente naturale sono i terreni più impegnativi, dove il fondo particolarmente sconnesso e magari la presenza di rocce e radici bagnate possono mettere realmente in crisi l’aderenza del mezzo.
Installarle non ha richiesto particolari accorgimenti, se non l’utilizzo di semplici leve cacciagomme e una buona pompa da pavimento, visto come la costruzione delle Morsa ha consentito l’aderenza dei talloni senza necessità di un compressore, come a volte può essere richiesto in caso di montaggio senza camera d’aria. Le coperture hanno mantenuto molto bene la pressione interna, non facendo mai rilevare perdite durante i 3 mesi di utilizzo.
Sui fondi più asciutti e consistenti, inutile dirlo, le Morsa restano letteralmente incollate al terreno mostrando un’aderenza esemplare anche nelle discese più veloci. Perdono qualcosa in termini di scorrevolezza solo sui tratti in asfalto o dal fondo molto compatto, anche se in confronto ad altre coperture di simili caratteristiche hanno dimostrato comunque una minore resistenza al rotolamento, grazie al profilo dei tasselli centrali, leggermente ridotto rispetto a quelli laterali.
Sui terreni più sconnessi le Morsa trovano la loro massima espressività. Sulle salite più ripide si riesce a sopperire al loro peso considerevole sfruttando il rilevante mordente dei tasselli, che si aggrappano al fondo senza subire fastidiosi slittamenti che possono costringere a mettere il piede a terra. Alle alte velocità si ha invece l’impressione di stare su dei binari, vista l’estrema aderenza con la quale le Morsa affrontano le sezioni più impegnative, così come in curva, dove arrivano a perdonare anche eventuali indecisioni in fase di piega, questo perché tra la fila centrale di tasselli e quelle laterali non vi è una netta separazione.
Anche sul bagnato il comportamento è eccellente, grazie non solo alla conformazione del battistrada ma anche all’utilizzo di una mescola morbida. Buono il grip in presenza di fango, con le Morsa che riescono ad espellere bene il terreno in fase di rotolamento.
Durante il periodo di test non ci è mai capitato di incappare in qualche foratura, neanche nei primi giorni in cui sono state utilizzate con camera d’aria. Anche i fianchi si sono dimostrati robusti, mentre l’usura è rientrata nella norma. Si tratta in definitiva di coperture dall’elevata trazione in svariate condizioni d’uso e proprio per questo trovano il loro ambiente naturale in un ambito che va dal trailriding aggressivo all’enduro.