[su_label]Comunicato stampa[/su_label]
Si è chiusa oggi in località Taiarezze la quattro giorni della 3Epic. Un centinaio di piccoli biker in erba e le loro famiglie protagonisti assoluti della 3Epic Kids Race. Le considerazioni finali di Massimo Panighel, deus ex machina dell’evento e i ringraziamenti a tutti i partecipanti.
Splende il sole su Auronzo di Cadore (BL), nel day after della prima storica Rudy Project 3Epic. Splende il sole sulla 3Epic Kids Bike – la kermesse dedicata ai bambini e alle loro famiglie – e sulle Tre Cime di Lavaredo, sulle quali ha fatto capolino della candida neve fresca, caduta nella notte. In tanti, osservando le previsioni meteo nei giorni scorsi, avevano chiesto di spostare la gara proprio a questa domenica, ed al di là degli evidenti problemi logistici – in molti si sono fermati per tutto il week-end, ma tanti hanno optato anche per un mordi e fuggi tra venerdì e sabato, magari prendendosi un giorno di ferie – la natura ha giocato un bello scherzetto nonostante il sole: stamattina, proprio a causa della nevicata, la strada che da Misurina conduce al Rifugio Auronzo, proprio sotto i tre simboli della gara, è stata chiusa al transito – con qualsiasi mezzo – a causa di neve e ghiaccio.
I rider hanno quindi dovuto affrontare la gara in una giornata difficile, che in molti si sono affrettati a definire “epica”, nel verso senso del termine. Una gara da ricordare, un’esperienza da raccontare ad amici e parenti consapevoli, più che in altre occasioni, di aver compiuto un’autentica impresa nel tagliare il traguardo o semplicemente nel voler prendere il via. Anche da parte dell’organizzazione… complimenti!
“Ci tengo ad evidenziare un aspetto”, l’incipit di Massimo Panighel, mente e braccio di Pedali di Marca. “La 3Epic è tutto fuorchè una gara”. “Chi prende il via al nostro evento lo deve fare con una spirito nuovo: dimenticare un attimo il tempo, guardarsi attorno, prendere un lungo respiro e godersi le emozioni. Questa è la mountain bike che vogliamo, in cui l’anima “racing” lasci spazio alla voglia di divertirsi in compagnia”.
Tornando al percorso, apprezzato in particolar modo l’aver preservato i tracciati originali, senza ricorrere a soluzioni alternative, presentate a ridosso dell’evento. “Il piano B e il piano C erano stati pensati da tempo”, specifica Massimo Panighel. “L’obiettivo era uno solo: garantire la sicurezza in ogni punto del tracciato, sia agli atleti che alle centinaia di volontari, in particolare nella zona del Vallon, dove solo i mezzi dell’elisoccorso sarebbero potuti intervenire in caso di necessità”. “La situazione meteo è stata continuamente monitorata dal nostro centro operativo, composto da noi organizzatori, dai responsabili della Protezione Civile e dai volontari sul percorso”, prosegue Panighel. “Fino all’ultimo momento abbiamo sperato di poter transitare sotto le Tre Cime, e non appena abbiamo avuto la conferma della situazione meteo in leggero miglioramento, abbiamo confermato il piano A, mantenendo il percorso originale e inserendo la safety car in partenza per evitare cadute nel primo tratto di asfalto in leggera discesa”.
La decisione, stando ai commenti raccolti sul posto e sui Social, si è dimostrata azzeccata: al di là del freddo e della pioggia, i biker hanno apprezzato la scelta, entusiasti di aver potuto sfiorare i tre simboli della corsa, e scendere dalLavaredo Supertrail. Proprio l’ultima spettacolare picchiata verso Auronzo si è rivelata la nota più positiva della giornata: la paura di una discesa “pericolosa” si è presto trasformata in entusiasmo per un “Downhill” da urlo, in cui molti hanno esaltato, anche sul bagnato, le proprie capacità di guida. Con 30 volontari nello spazio di quei 5 km la sicurezza è stata più che garantita, tanto che solo in due occasioni si è dovuto ricorrere all’elisoccorso, per infortuni da codice verde.
Ultima questione, gli orari di partenze e premiazioni. Anche nelle scelte intraprese non ci si è spostati di una virgola dall’idea iniziale: mettere al centro di tutto la sicurezza. Le premiazioni si sono volte alla sera per dare modo a tutti i partecipanti di arrivare – l’ultimo è transitato sotto il traguardo alle ore 17.30 – e ai volontari impegnati sul percorso di dare poi una ulteriore mano allo Stadio del Ghiaccio, e ricevere pure loro i meritati applausi per il lavoro svolto. Perché ieri è stata per tutti una giornata epica. Pure per loro.
“Sono tanti i ringraziamenti da fare, e le persone da nominare”, sottolinea il presidente dell’organizzazione. “In primis un grazie va al territorio che ci ha accolto per questa nuova avventura, i comuni di Auronzo di Cadore, Lozzo di Cadore e Misurina, il Consorzio Turistico Auronzo Misurina. Un grazie va anche ai volontari della Protezione Civile, delle ambulanze, dell’elisoccorso, le forze dell’ordine, e infine ai miei uomini di Pedali di Marca, che si sono messi in gioco in un territorio sconosciuto per loro.”
“Ma c’è una persona che più di tutte tengo a ricordare”, conclude Panighel. “Questa persona è mio fratello Luca – scomparso alcuni anni fa, ndr -. Sul comodino ho una foto, in cui lui con la mano indica il numero 3. Abbiamo aperto le iscrizioni della 3Epic il 10 novembre, giorno del suo compleanno, a lui è dedicato ogni istante del mio lavoro, e a lui è dedicata questa gara, che ha messo al centro il numero tre. Proprio come ogni giorno mi indica Luca”.
Info Rudy Project 3Epic
e-mail: info@3epic.it
web site: www.3epic.it