Un week-end combattuto!
La mia preparazione per Samoëns si è svolta nel migliore dei modi. A Finale Ligure, dove risiedo durante la stagione, il tempo era secco e caldo; le condizioni ideali per allenarmi e acclimatarmi alle temperature estive. Ero sereno all’avvicinarsi della gara ed emozionato al pensiero di ritrovare montagne e percorsi come piacciono a me, difficili sia al livello fisico che tecnico.
Le previsioni meteo annunciavano giornate abbastanza belle e calde con possibilità di temporali nel week-end. Ho già sperimentato questo genere di condizioni nelle Alpi in passato. La prima cosa che preparo in questi casi, ancora prima di pensare alla scelta degli pneumatici, sono maschera e occhialini. Con il sistema roll-off per ogni evenienza, il modello ID2 con doppia lente per evitare la formazione di condensa e un paio di Evil Eyes Evos il mio arsenale era completo ed ero pronto ad affrontare qualsiasi situazione!
Venerdì era possibile provare la Speciale 3 solo a piedi, ma trovarla e percorrerla mi hanno preso più tempo del previsto. Avevo anche trascorso una buona parte della giornata in città a sistemare una serie di dettagli. La sera, quindi, è arrivata veloce eppure una volta a letto non riuscivo ad addormentarmi. Mi sentivo già in modalità “crono”!
Il sabato mattina si partiva alle 7.15. L’impianto di risalita ci ha portato in direzione PS1 per una run di ricognizione. Un percorso molto vario, con pietre, radici, sezioni rapide, altre più lente… un bel mix. Il terreno era secco.
Ma la pioggia ha iniziato a cadere proprio mentre ripartivo per la mia run cronometrata della Speciale 1. Sono salito sulla seggiovia e poco dopo gli impianti di risalita sono stati arrestati a causa dei tuoni e dei lampi. Rimanere sospesi a un cavo in questo genere di condizioni aggiunge un po’ di stress alla situazione, anche perché non si sa mai esattamente quanto tempo potrebbe durare. Fortunatamente dopo 10 minuti il cielo si è schiarito ed eravamo di nuovo in movimento!
Finalmente potevo lanciarmi nella mia prima run. Ho iniziato con grinta e tutto è andato bene fino a quel ponte di legno. Nello stesso istante in cui la mia ruota ha toccato il legno ho capito che avrei fatto un bel volo. E in effetti sono caduto rovinosamente. La sella si era piegata e ho dovuto raddrizzarla prima di ripartire. Ero ai piedi di una salita senza velocità. Non avevo altra scelta che affrontarla correndo. Il cuore mi batteva all’impazzata. All’uscita del bosco un elicottero stava prestando soccorso a un pilota incidentato. C’era un vento pazzesco. Leggermente distratto, sono arrivato male alla virata successiva. O passavo attraverso la fettuccia o sbattevo contro il paletto di segnalazione. Ho scelto la seconda opzione, sperando di poter scacciare il paletto con una spallata e raddrizzare la mia traiettoria. Ma il paletto la pensava diversamente. Si è infilato tra la forcella e la ruota e io sono volato subito oltre il manubrio! L’attacco e il manubrio erano tutti storti. Ho dato un bel po’ di calci alla ruota per riuscire a raddrizzarli, invano. Era praticamente impossibile correre così ma ero ben lontano dall’arrivo. Nel frattempo Jérôme mi aveva superato e questo significava che avevo perso un minuto!
Una volta al paddock ero disgustato. From hero to zero. Dalle stelle alle stalle in una sola PS, la prima! Ora dovevo fare una gara perfetta, non cadere più e sperare di non risentire troppo dei dolori dovuti alle mie due cadute.
Era arrivato il momento di lanciarsi nel giro di ricognizione della seconda Speciale. Più corta, più DH e anche più divertente della precedente Mi piaceva. Serviva un po’ di coraggio, dei buoni freni e lucidità per affrontarla al meglio.
Il sole splendeva di nuovo. Faceva anche piuttosto caldo quando sono partito per la run cronometrata. Ma ho deciso di schiacciare mentalmente il tasto “reset”, scendendo con slancio, questa volta senza grossi errori, arrivando 4°.
Per raggiungere la terza e ultima PS della giornata bisognava pedalare 40 minuti. Era la Speciale che avevamo provato a piedi il giorno prima. Onestamente sapevo che non corrispondeva alle mie qualità. Prevedevo quindi di gareggiare senza correre rischi inutili. Sono partito con prudenza ma questo non ha impedito, girando attorno a una roccia, di sbattere il deragliatore. Da quel punto potevo utilizzare solo le corone più piccole. Un po’ dopo ho trovato una donna sul percorso che camminava verso di me. Tutti urlavano intorno a lei e io credevo che mi facesse segno di fermarmi, forse per un ferito in pista. Non era così. Lei alla fine è saltata fuori dal tracciato ma io avevo perso ancora una volta tempo prezioso. Che giornata!
Ero 17° alla partenza della seconda giornata. Il mio obiettivo ora era riconquistare qualche posizione nella speranza di conservare la mia posizione da leader nella classifica generale EWS.
La quarta PS era piuttosto lunga, ancora un bel mix di terreni diversi. Ero motivato ma soprattutto non volevo commettere altri errori fatali. Ho gestito bene la maggior parte delle difficoltà. Solo un po’ di spavento in una curva stretta in cui sono arrivato troppo veloce. Non sono caduto ma mi sono infilato nella fettuccia e ho perso qualche secondo per uscire dall’impasse. C’erano un sacco di pietre nelle curve e un po’ oltre ho finito per perdere il controllo della ruota anteriore, finendo a terra. Sono risalito in sella in un lampo e almeno sono riuscito a finire nella top 10.
La quinta e ultima Speciale mi piaceva molto. Rapida e tecnica. Sono riuscito a fare una run pulita ed efficace conquistando un altro top 10, anche se speravo meglio.
Alla fine ero risalito in 12a posizione nella classifica del week-end, vinto da un Richie Rude impressionante. Ero anche riuscito a conservare il primo posto nella classifica EWS. Qualche spavento ma ho limitato i danni!
Non mi scorderò facilmente questa manche francese! Ora mi aspetta l’America del Nord!
Justin Leov