In test: Scott Spark RC 900

Nel suo vasto catalogo, ad eccezione dei modelli più gravity come Voltage e Gambler, presenti solo nel formato 27.5″, Scott mette a disposizione per i propri clienti i suoi mezzi sia nella versione da 29″ che da 27.5″,  offrendo così libera scelta in base alle preferenze personali. Anche la Spark, come la Genius precedentemente testata, è disponibile in entrambi i formati ruota attualmente più in voga. La Spark RC 900, oggetto di questo test, monta quelle da 29″.

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Descrizione

La Scott Spark RC 900 è una full da 100 millimetri di escursione ad entrambe le ruote, destinata ad un utilizzo XC/marathon. La versione in test rappresenta la replica di quella utilizzata dal Team Scott Odlo. Nella gamma Spark va ad inserirsi in una posizione medio/alta, immediatamente dietro la 900 SL e 900 Premium.

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Il telaio è realizzato in fibra di carbonio HMX, un’evoluzione della fibra composita HMF che ha consentito a Scott di ottenere il 20% in più di rigidità e una considerevole riduzione di peso. Un telaio realizzato con la tecnologia IMP, basata su un processo di lavorazione brevettato grazie al quale viene rimosso l’11% del materiale inutilizzato nei punti di intersezione del tubo di sterzo, aumentando inoltre la resistenza tramite fibre ad alto modulo che sono posizionate in maniera più precisa nelle aree più critiche. Al fine di ridurre ancora di più il peso, per la realizzazione del telaio è stato  adottato il Naked External Tubeset, che consente di eliminare lo strato superficiale estetico in carbonio.

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Il telaio prevede l’instradamento interno dei cavi relativi al cambio posteriore ed al comando remoto dell’ammortizzatore, oltre che per l’eventuale deragliatore, che comunque non è installato su questa versione.

Il carro è caratterizzato dalla presenza del forcellino IDS-SL (Interchangeable Dropout System-Super Light), con un asse da 12 x 142 mm.

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Lo schema di sospensione è basato su un fulcro principale singolo. L’ammortizzatore  è il Fox Nude, sviluppato in collaborazione con Fox, che lavora, così come la forcella, con il sistema brevettato TwinLoc. E’ possibile selezionare tre modalità simultaneamente per forcella ed ammortizzatore: Descend (intero volume dell’aria disponibile – massima escursione), Traction Control (volume dell’aria ridotto – 70mm di escursione), Climb (damping bloccato).

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L’attacco inferiore dell’ammortizzatore è dotato, come per la Genius, di un chip di collegamento che può essere montato in due modalità diverse allo scopo di aumentare o ridurre l’altezza del movimento centrale di 7 mm e di conseguenza variare l’angolo di sterzo di 0,5°.

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La forcella è una Fox 32 Float Factory CTD ad aria, tapered e con perno da 15mm QR.

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Le ruote sono costituite da cerchi Syncros XR RC tubeless ready, con 28 raggi DT Swiss Aero Comp e mozzi realizzati da DT Swiss, con al posteriore il corpo ruota libera XD con Ratchet System. Per le coperture Scott ha scelto le Schwalbe Rocket Ron Evo da 2.25″, con mescola PaceStar, carcassa da 127TPI e tubeless easy. Il tutto, quindi, pronto ad essere convertito in tubeless. Per il test abbiamo invece trovato le Vittoria Barzo TNT da 2.25″.

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La trasmissione è una monocorona a 11 velocità, come richiede un mezzo di tale ambito di utilizzo. La guarnitura è una SRAM XX1 con movimento centrale di tipo press fit, pedivelle in carbonio e corona da 32D. Il cambio posteriore è SRAM XX1 mentre la cassetta pignoni è una SRAM X01/XG1195 con pignoni 10-42D.

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L’impianto frenante è costituito dagli Shimano XTR M9000, con dischi differenziati tra anteriore (180mm) e posteriore (160mm). Allo scopo di ridurre i pesi, Scott ha utilizzato per la pinza posteriore l’attacco di tipo post mount, la stessa inoltre è stata posizionata tra fodero alto e basso per ridurre l’influenza dell’azione frenante sul lavoro della sospensione.

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Posto di guida quasi completamente a marchio Ritchey, nella linea di alta gamma WCS, con manubrio e reggisella in carbonio. Le manopole invece sono a marchio Syncros.

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Specifiche tecniche

Telaio: Carbonio HMX con tecnologia IMPAlluminio Alpha Platinum
Escursione ant.: 100 mm
Escursione post.: 100 mm
Forcella: Fox 32 Float Factory CTD TwinLoc – 15mm QR
Ammortizzatore: Fox Nude/Scott custom CTCD TwinLoc
Comandi: SRAM X01 Trigger 11v
Cambio: SRAM XX1
Deragliatore:
Guarnitura: SRAM XX1 GXP Press Fit 32D
Cassetta pignoni: SRAM X01/XG1195 10-42D 11v
Catena: SRAM PC X1
Freni: Shimano XTR 180/160 mm
Cerchi: Syncros XR RC
Raggi: DT Swiss Aero Comp, 28
Mozzi: Syncros XR RC made by DT Swiss – 15 x 100 mm / 12 x 142 mm
Coperture: Schwalbe Rocket Ron EVO PaceStar Tubeless Easy, 29 x 2.25″ (Per il test: Vittoria Barzo TNT 29 x 2.25″)
Manubrio: Ritchey Carbon WCS 2X T shape Flat / 9° / 700mm, manopole Syncros Pro lock-on
Attacco manubrio: Ritchey WCS C-260, 90 mm
Serie sterzo: Ritchey Pro Tapered
Reggisella: Ritchey WCS Carbon Link
Sella: Ritchey WCS Streem EVO
Peso: 10 kg
PREZZO: € 5.599,00

Geometrie

Taglie disponibili: 40/44/48,1/54,05 cm
Angolo sterzo: 69,5° (+ 0,5°)
Angolo piantone: 72,5° (+ 0,5°)
Orizzontale virtuale: 57/60/63/65 cm (56,8/59,8/62,8/64,9 cm)
Altezza movimento centrale: 31,7 cm (32,4 cm)
Tubo sterzo: 10,5/10,5/11,5/12,5 cm
Carro posteriore: 44,8 cm
Standover: 75,8/76,4/80,2/83,3 cm (76,15/76,75/80,6/83,6 cm)
Passo: 108,2/111,2/114,25/116,3 cm

 

 

Info: www.scott-sports.com

 

Il test

In sella

Spazi e proporzioni appaiono da subito adeguati. Anche gli angoli sono conformi alla destinazione d’uso di questa bici. La regolazione del SAG non è supportata per le unità ammortizzanti, vista l’assenza di indicazioni sugli steli per una rilevazione diretta ma vi è solo la presenza dell’O-ring. Forcella ed ammortizzatore, inoltre, sono gestiti contemporaneamente dal sistema TwinLoc, per cui non è possibile regolare separatamente le idrauliche delle due unità. Tuttavia, a differenza della Genius, abbiamo trovato utile la gestione simultanea di forcella ed ammortizzatore, vista la destinazione XC/marathon di questo mezzo. Il comando remoto al manubrio, anche se può sembrare ingombrante a prima vista, è molto comodo da azionare con il solo pollice e senza togliere la mano dal manubrio.

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Nonostante la presenza del comando TwinLoc, il manubrio ci appare abbastanza pulito, grazie all’assenza del deragliatore e del reggisella telescopico. Di lunghezza corretta sia le guaine che le tubazioni e di pregevole qualità il batticatena sul fodero.

I cuscinetti del carro sono adeguatamente sovradimensionati, il che favorisce a rendere l’articolazione molto rigida. Abbiamo apprezzato anche la presenza del chip posizionato nell’attacco inferiore dell’ammortizzatore. Basta infatti variare la sua posizione per avere una modifica dell’altezza del movimento centrale e, di conseguenza, un angolo di sterzo più o meno aperto di mezzo grado. Il risultato è una bici leggermente diversa a seconda del tipo di percorso che si vuole affrontare.

Le gomme hanno una sezione generosa e sono convertibili in tubeless (sia quelle sul mezzo in test che quelle montate di serie), quindi conviene approfittarne subito.

In pianura

La Spark RC 900 è un mezzo estremamente reattivo. Con il TwinLoc in modalità Traction Control la bici spiana letteralmente il percorso senza lasciare avvertire sgradite oscillazioni della sospensione, e anche spingendo con vigore sui pedali la risposta è risultata sempre pronta.

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In curva

Anche in curva la Spark sfoggia una guidabilità pronta e reattiva, grazie al passo contenuto e all’angolo di sterzo che anche in modalità più rilassata (69,5°) offre la giusta agilità per affrontare le curve o i repentini cambi di traiettoria. Chiaramente la tassellatura “racing” delle coperture scelte, più orientate a scorrevolezza e riduzione dei pesi, può costringere a volte a prestare un po’ di attenzione in più.

In salita

In questo ambito la Spark RC 900 brilla particolarmente, grazie al peso molto contenuto e alla validità della sospensione. La risposta è molto soddisfacente lasciando il TwinLoc in modalità Traction Control: il volume dell’aria dell’ammortizzatore viene ridotto e l’escursione alla ruota si riduce a 70 millimetri. In quei casi, poi, in cui si voglia beneficiare di una massima azione di rilancio nei tratti più ripidi, ad esempio in gara, si può anche sfruttare la modalità Climb, per avere come risultato una mountain bike quasi tutta rigida: non si ha un blocco totale ma quasi, e si sale con estrema rapidità, anche se la bici diventa un po’ nervosa da gestire ed alza il suo baricentro, vista la quasi totale assenza di affondamento delle sospensioni.

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Abbiamo apprezzato l’ottima rigidità delle ruote. In questi ambiti di utilizzo, infatti, le ruote da 29″, se non correttamente assemblate, possono dare luogo a sgradite flessioni che poi si riflettono non solo nella guidabilità ma anche nella risposta alla spinta sui pedali.

Le prestazioni in salita sono garantite anche grazie ad un angolo piantone molto verticale e alla presenza di coperture scorrevoli.

In discesa

Le seppur brevi escursioni a disposizione si lasciano comunque sfruttare fino in fondo. Con il TwinLoc in posizione Descend la sospensione assorbe molto bene le asperità anche a velocità sostenute. Il telaio molto rigido favorisce il mantenimento delle traiettorie, sebbene alcuni potrebbero sentire la necessità di avere un manubrio leggermente più largo, ad esempio nel voler sfruttare la Spark anche come trail bike.

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Il mezzo in ogni caso si fa guidare senza incertezze e l’unico limite oggettivo potrebbe essere trovato nella presenza di coperture più votate ad un utilizzo XC.

La frenata degli Shimano XTR è potente e modulabile, e anche nelle azioni più impegnative non influenza il lavoro della sospensione. Su questo mezzo, inoltre, non abbiamo mai sentito la mancanza di un disco di maggior diametro al posteriore.

Conclusioni

La Spark RC 900 ci ha molto impressionati per le prestazioni che può offrire al biker alla ricerca di un mezzo performante su percorsi XC/marathon. Seppure il prezzo non sia dei più contenuti, vale sicuramente la costruzione pregevole ed il carattere racing. Il peso leggero, il telaio rigido con un carro compatto e la valida sospensione la rendono, infatti, un mezzo che si può senz’altro desiderare per puntare alle prime posizioni in gara. Per chi volesse sfruttarla anche in un ambito più trail riding possiamo solo consigliare un manubrio leggermente più largo e coperture un po’ più aggressive.

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