E’ di qualche giorno fa la notizia che quest’anno il Superenduro non si svolgerà. La cosa ha destato non poca agitazione tra team, atleti, sponsor, appassionati e quanti gravitano intorno a questa serie nazionale.
Abbiamo deciso di dare voce a quelli che sono i protagonisti principali, ovvero gli atleti, chiedendo il loro parere su questa decisione.
Marco Milivinti
La notizia era nell’aria da un po’, è arrivata la conferma ed è sicuramente un peccato perchè la struttura del Superenduro era riuscita e dare una forte immagine al mondo mtb anche alla gente al di fuori del nostro mondo. E questo portava nuovi interessi, nuovi sponsor e il giro mi sembrava crescere sempre di più. Le gare del Superenduro avevano poi uno standard qualitativo alto che speriamo di ritrovare nelle gare di quest’anno. Spero sinceramente si riesca in qualche modo a creare un circuito italiano di enduro nel 2015 per mantenere forte l’immagine della disciplina e dei piloti stessi, me compreso. Per una volta eravamo all’avanguardia mondiale, è un gran peccato tirarsi indietro ora.
Alex Lupato
Sono davvero dispiaciuto per la mancanza di questo campionato quest’anno, era il campionato principale in Italia e non solo! Io sono nato con il Superenduro e questo nome ora è conosciuto da tutti!!! I ragazzini del paese per esempio mi vengono a chiedere di fargli vedere la mia bici da Superenduro e non di enduro!
Questo secondo me la dice lunga su quello che è stato creato!
Mi dispiace molto anche il fatto che sia stata comunicata solo ora questa decisione perché ci saranno molte cose da rivedere nella stagione, però sono sicuro che abbiano avuto le loro motivazioni!
Mi auguro che sia solo un anno così e che nel 2016 si possa tornare alla normalità!
Nicola Casadei
Purtroppo un campionato in Italia come il Superenduro era molto conosciuto e apprezzato da tutti e punto di riferimento per molti che praticano questo disciplina in forte crescita. Penso che non lasceranno tutto così in sospeso creando magari un nuovo circuito, vedremo!
Laura Rossin
Come ho già detto a molti, sono contenta che ci sia ancora qualcuno a cui sta a cuore far crescere il movimento sportivo, non è una novità che in Italia siamo sempre un po’ indietro, soprattutto nel campo enduro, io sono sicura che da questo “stop riflessivo” possa uscire davvero qualcosa di buono appunto per colmare queste carenze. Poi ammettiamolo, tutti almeno una volta abbiamo criticato gare anche del circuito SE, e ora piangiamo la sua assenza perchè si vuole riorganizzare? Agli italiani basta lamentarsi e non fare niente, per fortuna qualcuno non si accontenta.
Per il 2015 è vero che ci saranno delle carenze a livello mediatico ma ci sono tante persone (anche amatori) che si preoccupano un po’ troppo di visibilità, sponsor, ecc.. L’enduro non è solo questo! E’ innanzitutto uno sport, e i veri appassionati non si fermano se mancano i fotografi o gli eventi fighi. Al vero sportivo appassionato basta la bici, una gara e basta. E se è forte vince lo stesso. Posso capire i professionisti che hanno altri tipi di esigenze ma essendo tali hanno anche le possibilità di muoversi (tappe francesi, EWS, European series), io non ho grandi possibilità economiche ma non me ne resterò di certo in un angolo a piangere l’assenza del Superenduro, io voglio correre! E farò di tutto per farlo ad alti livelli.
Detto questo spero davvero che ci siano dei ripensamenti su concetti del tipo”l’enduro sta andando indietro, è tutto finito, siamo spacciati”. L’enduro non è assolutamente finito, nel mio programma gare provvisorio ci sono 18 eventi composti da gare nazionali, regionali, francesi, 3 EWS, 2 European Enduro Series, Campionato Italiano, e prendendo spunto dai bilanci dell’anno scorso ho preventivato una spesa di circa 3mila euro. Direi piuttosto accettabile! Quindi meno discoteche, vacanze, shopping o altre cavolate, niente lamentele e andiamo a correre! Poi nel 2016 ne riparliamo.
Vittorio Gambirasio
In questi ultimi giorni è cambiato parecchio anche perché dopo l’intervista di Franco Monchiero, probabilmente uscirà un circuito italiano della FCI. Di gare ce ne sono già parecchie, vedremo cosa ancora si aggiungerà, l’unico problema è il morale. Non avendo ancora un obiettivo ben determinato, trovare le motivazioni per allenarmi, nonostante il lavoro e altri mille impegni, in qualsiasi condizioni è un po’ difficile. Speriamo si possa sapere qualcosa al più presto!
Manuel Ducci & Valentina Macheda
Come abbiamo già spiegato, capiamo e rispettiamo la decisione di Franco e Enrico.
Quando i pensieri e problemi sono presenti e sopratutto quando il divertimento non c’è più è giusto fermarsi per capire e ragionare a mente fredda qual è la direzione che si vuole prendere.
Andare avanti con un format che avrebbe avuto delle lacune sarebbe stato controproducente. Questa pausa gli farà bene.
Sicuramente sarebbe stato meglio comunicare la decisione in anticipo. Più che altro per quegli atleti e quei distributori italiani che dipendevano dal Superenduro per quanto riguarda le loro strategie.
Sarebbe stato meglio anche per il semplice amatore, che spesso ha bisogno di programmare ferie e vacanze per partecipare alle gare.
Tutti stanno parlando della pausa del SE e abbiamo visto come sta a cuore alla gente, come sta a cuore a noi, ma sinceramente ci siamo stupiti del falso buonismo di questi giorni. All’improvviso tutti si scoprono paladini dell’enduro e danno le colpe al Superenduro.
E’ troppo facile così. A tutti ha fatto comodo che Franco ed Enrico avessero creato questo movimento. E mentre loro lavoravano, molti anziché contribuire e dare sostegno, non facevano altro che denigrare la loro opera.
Ora tutti vogliono dare una mano a questa disciplina. Ma dove sono stati per tutto questo tempo? Come in qualsiasi rapporto ci sono gli aspetti positivi e negativi, ed è giusto dire sempre in faccia le proprie sensazioni, come abbiamo sempre fatto, andando incontro anche a discussioni, è normale, ma sappiamo che le critiche costruttive fanno bene, in ogni settore.
Quando un motore si inceppa, bisogna scoprire qual è il problema e siamo sicuri che avranno avuto i loro motivi e non gli si può dare solo la colpa senza comprendere i perché.
Dicevano che il Superenduro contava in Italia e nel mondo. E in effetti era vero: allora bisogna valorizzarlo, cercare una soluzione per il 2016 e cercare di remare tutti nella stessa direzione.
Se il SE c’è siamo i primi ad esserne felici. Ci sarebbe piaciuto poterlo correre ancora, anche perchè sappiamo tutti che quando funziona, quel gruppo di appassionati, sono in grado di farci vivere delle emozioni uniche. Ma se non c’è si può andare avanti lo stesso.
A noi, non ci cambia molto la stagione.
Il nostro programma e le sponsorizzazioni non dipendono dalle gare italiane, anche se saremmo stati al via delle Pro.
Continueremo ad andare a correre spesso in Francia, anche perché è più comodo geograficamente, a sole 2 ore da casa.
La decisione di correre anche all’estero, in ogni caso, l’avevamo già presa.
Chiara Pastore
Ovviamente le voci che il Superenduro non ci sarebbe stato più giravano già durante la stagione 2014, ma fine all’ultimo tutti, me compresa, abbiamo sperato fossero solo voci. Visti i comunicati spero che effettivamente si tratti solo di una pausa di un anno perché altrimenti credo che gli sponsor potrebbero iniziare a non sostenere più noi rider. Il Superenduro è un circuito che ha riscosso molto successo e anche critiche, ma ha dato un sacco di visibilità a noi rider e ha avuto un’importante impatto mediatico. Per questo motivo credo e spero che per il 2016 se non lo stesso Monchiero o Guala, ci sarà comunque qualcuno interessato a mandare avanti questo movimento. Per il 2015 verrà organizzata una “tavola rotonda” con rider, sponsor e team e spero si arrivi ad una conclusione per mantenere alto il livello delle gare in Italia.
Gaia Ravaioli
Lo stop del Campionato Superenduro credo sia stato un duro colpo per tutti.
Il marchio SE rappresenta un’eccellenza in termini di competizione ed organizzazione:
è una fucina di talentuosi giovani biker, un terreno di sfida per i biker professionisti che vogliono prepararsi a competizioni internazionali, rappresenta una possibilità di crescita per amatori agonisti e una grande festa per gli appassionati.
Inoltre, la grande professionalità di Enrico Guala, Franco Monchiero, lo staff SE e tutti i media, hanno reso l’ambiente SE davvero introvabile in qualsiasi altra competizione.
La stessa formula di gara, sviluppata su due giorni, ha contribuito a rendere il Superenduro ancora più competitivo ed emozionante.
La decisione dello stop così inaspettata ha creato, quindi, un bel vuoto.
A questo punto il 2015 sarà l’anno dei “circuiti paralleli”, che sicuramente grazie alla partecipazione di rider professionisti e dei fari dei media puntati contro, riceveranno un grande stimolo di crescita, contribuendo, speriamo, ad arricchire il panorama dell’enduro italiano.
Per quanto riguarda la mia persona, avevo deciso di concentrarmi maggiormente su gare di marathon e di endurance per il 2015, partecipando comunque, calendari permettendo, ai vari campionati di enduro.
Matilde Andrea Melani
Io penso che ovviamente se fosse stato annunciato un po’ prima qualche piccola società avrebbe potuto dare una mano al Superenduro.
Il mio Superenduro iniziò a Tolfa nel 2013 dove conobbi subito Enrico, Franco e i Sixinch, che diventarono la mia futura squadra. Mi innamorai subito, anche se quella fu una gara veramente tosta per essere la prima. Quindi decisi di entrare in questo mondo e fare anche le gare del 2014.
Sono state delle gare fantastiche, Enrico e Franco ci hanno messo il cuore per organizzarle al meglio e soddisfare le esigenze del corridore, ed hanno fatto veramente quello che hanno potuto.
Poi i pochi partecipanti (a parte a Sestri e a Finale) dicevano tutto. E perché? Dobbiamo comunque chiederci cos’è che non ha funzionato.
Io ci sono molto affezionata, perché partì tutto da lì, fino ad arrivare a portarmi sul podio finale della Experience nel 2014 a Portofino accanto a due professioniste come Chiara e Laura.
Per una squadra amatoriale come la nostra, partecipare a gare di questo livello ha significato molto: stare a vero contatto con professionisti, provare il giorno prima con loro. E ci dicevamo, beh se lo fanno loro perché non lo possiamo fare anche noi?
Sappiamo tutti ormai del mio incidente a Sauze dove rischiai la vita, e qui mi soffermo un minuto per ringraziare infinitamente tutti perché mi siete stati davvero vicini, avevo veramente bisogno di voi e quel video dove mi facevano i migliori auguri Sottocornola, Pastore, Rossin, Enrico e Franco mi ha emozionato molto. Io vi voglio ricordare così, appena una persona ha bisogno, essere sempre a disposizione per una buona parola anche solo per tirarla su, e nonostante tutto, io non ho intenzione assolutamente di abbandonare il mondo dell’enduro, anche se è dura, perché ancora ho dei problemi e dovrò aspettare un po per rifare quello che facevo 5 mesi fa, e spero che questa, del Superenduro sia una pausa temporanea come la mia, e spero che non mollino nemmeno Enrico e Franco, proprio come me, perché il Superenduro che hanno creato loro va al di sopra di tutto. E il Superenduro ha bisogno di due persone così.
Denny Lupato
La mancanza del Superenduro nel 2015 è sicuramente un peccato perché in Italia era il circuito di riferimento, sia per la copertura mediatica che per il livello dei partecipanti e delle gare… Per fortuna nonostante l’assenza del SE di gare non ne mancano e quindi le occasioni ci sono, certo che detto a questo punto ci si è dovuti un po’ guardare intorno velocemente per cercare altre gare a cui partecipare. Vediamo cosa succederà quest’anno ora, se nascerà qualche altro circuito o se tornerà il Superenduro nel 2016.
Alessandro Gennesi
È difficile fare delle considerazioni. E molto facile criticare il lavoro di altri. Io sono entrato in questo mondo da poco, ma è stato facile integrarsi con tutti e avere l’onore di conoscere Enrico e Franco e ringraziarli di essersi inventati questo sport. Ora tutti esperti e organizzatori. Un sacco di circuiti copiati senza regole e tanta confusione. Io credo che tutti noi atleti siamo un po’ smarriti per quest’anno e confido sulla saggezza di chi ha fermato questo ingranaggio per molteplici problemi ma ama questo sport e lo ha inventato, quindi aspettiamo novità a tutti i livelli a partire dalla federazione. W il Superenduro.
Marvin Ray Gamberi
Posso dire che a me personalmente dispiace molto e penso che anche per il resto degli enduristi italiani sia lo stesso. Questo penalizzerà il livello italiano sia in prestazioni all’estero dei top rider che per il puro divertimento amatoriale nell’ambito di gare italiane. Detto ciò sicuramente ci saranno motivi validi per l’annullamento del Superenduro, e spero che sia uno stop solo per il 2015!!
Fabrizio Riva
Mi associo a quanto detto da qualche Elite, ovvero che la decisione, seppur nell’aria da tempo, è stata ufficializzata troppo tardi. Per i team che hanno fatto ingaggi economici credo il danno sia elevato alla n. Metaforizzando, è come se la Kawasaki con Villopoto l’anno prossimo si trovasse senza il mondiale MX1…come ripieghi? E dove ripieghi? Vero, di gare ce ne saranno, e tante, ma di certo avere un livello come quello del Superenduro sarà molto, molto arduo.
Ovvio è che anche ciò che dicono Franco ed Enrico sia sacrosanto; tanti li hanno accusati di esser mercenari e di pensare a format solo x professionisti, che 52 € siano tanti, che il format su 2 gg sia improponibile… blablabla…ma io lo trovo giusto. Sei nel gotha dell’enduro, il gioco è duro ragazzi, pochi c….zi!
A me mancherà parecchio, la speranza è quella che nel 2016 torni con idee nuove (io stesso gli scriverò qualche mia opinione in vista del tavolo di trattativa di fine mese) e nuovi stimoli, mettendo un ulteriore tassello sulla definizione dell’enduro, oltre che in Italia, nel mondo.
Elisa Bocco
Finite le gare inerenti l’annata 2014 e vista la soddisfazione ottenuta ero già tutta carica per affrontare un 2015 ricco di gare nel circuito Superenduro, così da potermi migliorare ancora di più. Poi durante le festività di Natale ho iniziato a sentire alcune voci riguardo al destino del SE e purtroppo la triste notizia questa settimana è stata confermata: il circuito più importante d’Italia si è concesso un anno “sabbatico”.
Dunque sono molto dispiaciuta perché quest’anno siamo privi di un circuito organizzato con un format di alto livello come quello del SE. Però allo stesso tempo comprendo gli organizzatori Monchiero e Guala. Dal 2007 al 2014 non si sono mai fermati, utilizzando praticamente gran parte del loro tempo libero e delle loro ferie per dedicarsi al circuito. Sono certa che per mettersi ad organizzare un circuito di questo livello ci vuole veramente una grande passione e volontà di fare. Di conseguenza però, a forza di sentire critiche, la passione e la volontà se ne vanno. Secondo me ci sono troppi criticoni, ammetto che dei difetti c’erano, però non è semplice accontentare tutti. Quindi in conclusione, credo che abbiano fatto bene a fermarsi così possono provvedere a perfezionare il circuito con la dovuta calma e precisione per il prossimo anno, se le circostanze lo permetteranno.
Infine, sono positiva e sono sicura che nel 2016 ci sarà nuovamente un circuito di alto livello per l’enduro MTB.
Luca Caramellino
Sono veramente dispiaciuto dell’annullamento del Superenduro, per me molto importante per crescere ed imparare, gareggiando con un bel numero di bikers talentuosi. Sembra impossibile che un’organizzazione oramai collaudata e ad altissimi livelli possa pensare di mollare o “prendersi una pausa”, ma capisco anche che aver a che fare con noi piloti è parecchio impegnativo. Speriamo che Franco ed Enrico cambino idea al più presto e ci facciano un bel regalo.
Stefano Giunto
Innanzitutto penso sia una grande perdita per tutti gli atleti amatori e non, i quali oramai avevano preso fiducia con esso e si erano trovati bene, sicuramente un disagio per gli sponsor che a livello di immagine avevano puntato sul circuito. È vero sì, che ci sono molte altre gare, ad esempio quelle del circuito nazionale, ma è anche vero che si sono spostate verso il nord est.
Io penso che sia un peccato poiché diminuirà il numero di gare con un livello alto, ed è un peccato soprattutto per noi giovani che avevamo modo di confrontarci con professionisti, e non con i semplici campioni regionali che, con tutto rispetto, in confronto ad atleti internazionali sono meno stimolanti, perché se si vuole arrivare in alto bisogna, secondo me, pensare in grande.
Simone Martinelli
A me spiace molto che il Superenduro nel 2015 non ci sia, specialmente perché è il mio circuito gare preferito, ottimo ambiente, ottime persone e ottimi posti. Sicuramente se Franco e Enrico non hanno voluto farlo c’è un motivo ben preciso.
Io sarò sempre collegato con Superenduro per sapere tutte le news e i cambiamenti, spero che rientri nel 2016 con delle novità, come detto da loro.
Luigi Bianchi
L’assenza del Superenduro nel 2015 è sicuramente una mancanza che si farà sentire molto tra i professionisti di questa disciplina. Ma non solo. Anche gli amatori non avranno più uno dei circuiti più belli e impegnativi per potersi divertire, sfidarsi tra amici e mettersi alla prova. O per chi come me frequenta il Superenduro per cercare di migliorarsi e fare esperienza.
Spero che per quest’anno riescano a trovare un circuito nuovo che possa sostituire il Superenduro, sperando che l’anno prossimo riprenda al meglio e che continui il buon lavoro svolto gli anni scorsi.
Martina Leone
Paolo Locatelli
Era già nell’aria la notizia che molto probabilmente nel 2015 il Superenduro non avrebbe organizzato gare, ma una speranza l’ho sempre avuta. I motivi li hanno già spiegati Guala e Monchiero e quindi non mi va di giudicare questa loro decisione. Una cosa però la vorrei dire: secondo me bisognerebbe cercare di ridurre il calendario gare altrimenti è naturale che il numero di iscritti sia sempre inferiore: ricordiamoci che la maggior parte dei rider lavora e non tutti hanno il portafoglio “gonfio” per poter fare una gara tutti i weekend. Ora guardiamo avanti, prepariamoci che da Aprile si ricomincia!!!!!
Carlo Sabbia
Sono uno dei tanti amatori che hanno seguito il Superenduro da circa 6 anni, uno dei tanti che ha cambiato il suo andare in bici, assaporando da subito questo bellissimo modo di interpretare la mountain bike, pedalando con gli amici o da solo in salita e cercando di mollare i freni in discesa, la parte più divertente, e credo possa essere lo stesso per molti altri biker.
I complimenti a Enrico Guala, a Franco Monchiero ed al loro Staff vanno fatti assolutamente, perché se oggi il movimento dell’enduro in Italia e nel mondo si è sviluppato così tanto è sicuramente grazie al SUPERENDURO.
Un’osservazione che mi sento di fare è relativa al tempismo della comunicazione, fatta troppo tardi rispetto ai calendari e ai circuiti minori che sono nati dopo e sulle orme del Superenduro, più che altro forse per rispetto agli sponsor, ai team, agli atleti che corrono per vincere, agli amatori che corrono per divertirsi e che poi sono quelli che fanno i numeri di questo movimento. Non voglio sindacare sulle motivazioni che hanno portato a questa decisione, forse bisognava fermarsi prima????
Dopo sette anni ci può stare una pausa di riflessione, anche nelle migliori coppie spesso si verifica la “Crisi del 7° anno”…. meglio fermarsi e cercare di capire dove si sta andando, e soprattutto dove si vuole andare, senza farsi trasportare dagli eventi; forse il tutto è cresciuto troppo velocemente e se ne stava perdendo il controllo.
Credo che ci siano dei punti da analizzare, sulla base dei quali darsi degli obbiettivi, incominciare a ragionare per migliorare quanto è stato fatto fino ad oggi; quello che è stato lo conosciamo, occorre guardare avanti e nel mondo.
Occorre allevare i nostri atleti in modo che possano ben figurare nel mondo, e fondamentalmente le gare devono essere divertenti, con percorsi spettacolari.
Sicuramente l’idea della tavola rotonda la condivido pienamente e non può che essere un buon punto di partenza.
Non mi resta che augurare buon lavoro a tutti quanti, e … chi non condivide la passione per la bici come noi, si faccia da parte e non sprechi tempo a mettere il bastone tra le ruote a chi mette tante risorse ed energie per farci divertire!!!!!
Ivano Pistillo
Nel paddock si vociferava già la notizia ma era una cosa buttata lì. Io sinceramente non ci volevo credere ma durante la stagione il peso dell’organizzazione delle tappe valide per il mondiale si è fatto sentire accantonando un po’ l’organizzazione del Superenduro EXperience, nonostante questo il divertimento per noi bikers ci è sempre stato assicurato. Sicuramente gli organizzatori hanno deciso di prendere una pausa piuttosto che creare un malcontento generale durante la stagione 2015, penso che la comprensione degli appassionati poteva passare sopra a un periodo di organizzazione precaria, personalmente parteciperò a qualche gara regionale sperando di incontrare qualche amico/avversario del Superenduro.
Matteo Planchon
La notizia che il Superenduro si sarebbe preso un anno di pausa mi ha molto sorpreso. Io ho iniziato a correre proprio nei loro circuiti (Pro, Sprint, Experience) ed è grazie a loro che mi sono innamorato di questo sport. Quindi la loro decisione mi lascia un grande vuoto. Ho letto ed ascoltato le interviste di Enrico Guala e di Franco Monchiero e su questo non ho l’età per commentare ed ho visto che molti atleti e team hanno commentato dicendo quasi tutto. L’unica cosa che mi sento di aggiungere è che per noi giovani (esordienti/allievi/junior) era un modo eccezionale per confrontarci ed imparare dai piloti “grandi”, fare i trasferimenti con loro ed ascoltarli, era un modo per correre con francesi, svizzeri, tedeschi, sloveni e questo mi gasava molto. Ora noi da chi potremo imparare? Per il momento non mi sembra esista un circuito che possa permettermi di fare le stesse esperienze. Speriamo di riuscire a trovare un modo per mantenere il passo dei miei avversari stranieri e continuare a migliorare e speriamo che… il Superenduro torni nel 2016.
Roberto Masciadri
Ho letto e sto sentendo di tutto sull’argomento, sicuramente posso dire che il circuito Superenduro mancherà parecchio. Io, così come molti altri, credo lo sentiamo un po’ nostro. Ha fatto nascere e crescere questa disciplina e forse anche un po’ noi. Detto ciò i motivi e le scelte che abbiano portato lo staff Superenduro ad uno stop sono loro. Per quanto riguarda le gare quest’anno mi pare comunque che ci sia un programma nazionale molto interessante con località e percorsi che non hanno nulla da invidiare a nessuno. Spero che questo stop sia temporaneo e porti in futuro format di gare che possano far partecipare in una sola competizione top rider e amatori, vedi format tipo European Series dello scorso anno con tempi di trasferimento liberi, permettendo di concludere le gare ognuno secondo la propria preparazione con notevoli vantaggi per organizzatori e partecipanti. Quindi olio alla catene e pronti per la nuova stagione.