All’incirca un anno fa Trek presentava la nuova Slash+, piattaforma eBike “light”, come noi siamo soliti identificare quelle mountain bike a pedalata assistita dotate di un motore di coppia massima ridotta rispetto al consueto, batteria di capacità ridotta e, ovviamente, anche peso complessivo ridotto. Abbiamo dovuto attendere un po’ per averla ma finalmente abbiamo potuto sottoporla ad un test come piace a noi.

DESCRIZIONE

La Slash+ si basa sul modello Slash ben noto agli appassionati del marchio Trek, portando l’assistenza fluida e silenziosa del motore TQ HPR50 sulla piattaforma enduro da 170 mm di escursione ad entrambi gli assi.

Anche sulla Slash+ spicca lo schema di sospensione a perno alto (High Pivot) che caratterizza già la sorella senza motore, così come il formato ruota misto (29” anteriore e 27.5” posteriore).

Riguardo alla sospensione, la scelta di Trek deriva dall’obiettivo di conferire al mezzo la capacità di mantenere elevata la velocità senza essere rallentata dagli ostacoli sul terreno. La maggior parte delle sospensioni determina un percorso dell’asse posteriore in avanti, mentre la sospensione della Slash+ determina un percorso dell’asse posteriore all’indietro. In questo modo la ruota posteriore è in grado di allontanarsi dagli ostacoli passandoci sopra piuttosto che andarci contro, dando la possibilità al biker di mantenere lo slancio e, quindi, la velocità.

Solitamente il punto debole delle bici con fulcro principale in posizione elevata è l’Anti-Rise. Un Anti-Rise elevato si traduce in una sospensione meno attiva e in una perdita di corsa e trazione, caratteristica che dovrebbe essere mitigata nella Slash+ dalla presenza dello schema ABP (Active Braking Pivot) brevettato da Trek. Lo schema si compone di un quadrilatero il cui fulcro principale è coassiale al mozzo posteriore, con l’obiettivo di svincolare il lavoro della sospensione dall’azione frenante e garantire, così, una sospensione più attiva sotto l’azione frenante e, di conseguenza, un miglior controllo del mezzo.

In aggiunta, in posizione elevata è presente una puleggia tendicatena che serve ad elimina il contraccolpo del pedale (Pedal Kickback) provocato dalla sospensione a perno alto, assicurando nel contempo anche un effetto anti-squat a favore dell’efficienza di guida. Il guidacatena inferiore integrato serve, invece, a ridurre la tensione sul cambio.

A differenza di altri modelli Trek, qui non troviamo il Mino Link per variare alcune quote geometriche, tuttavia a favore della personalizzazione la Slash+ è dotata di un chip, posizionato nel piede dell’ammortizzatore, che consente di variare il rapporto di leva. Per chi invece volesse variare l’angolo di sterzo o piantone di più o meno un grado, lasciando inalterata l’altezza del movimento centrale, Trek mette a disposizione (vendute separatamente) le calotte della serie sterzo regolabili.

Il piantone è realizzato con un disegno denominato MaxFlow, che consente il montaggio di reggisella telescopici con diametro da 34,9 mm e di maggiori escursioni, fino a 200 mm di corsa. Il design, inoltre, richiede meno forza per abbassare la sella e consente un ritorno più veloce della stessa.

Passando alla motorizzazione, diciamo che il TQ HPR50 lo conosciamo già molto bene visto che equipaggia anche la Fuel EXe, da noi testata lo scorso anno. In termini tecnici si tratta di un motore con trasmissione ad anello a perno armonico (Harmonic Ping Ring – HPR) particolarmente compatto e dalle dimensioni ridotte, che non fa uso di cinghie e ingranaggi rumorosi e soggetti ad usura, con vantaggi anche in termini di peso visto che il solo motore ha un peso di 1.800 grammi. Il valore 50 sta ad indicare la coppia massima, che è pari a 50 Nm.

Il motore è alimentato da una batteria di capacità maggiore rispetto alle classiche eBike light. Parliamo infatti di 580 Wh, un valore pari a quello delle classiche eBike di qualche anno fa. Si inserisce all’interno del tubo obliquo ma può essere facilmente rimossa con una chiave esagonale. Chi necessita di maggiore autonomia può comunque avvalersi di un Range Extender opzionale da 160 Wh, da posizionare nel porta borraccia.

Il display OLED da 2” è montato a filo nel tubo orizzontale e consente di visualizzare la modalità di assistenza impostata ed altre informazioni come velocità, capacità residua della batteria, distanza coperta, ecc.. Un unico pulsante accende e spegne il sistema e consente di passare da una schermata all’altra.

Il comando remoto minimale sul manubrio è costituito da due pulsanti, che consentono di selezionare i tre livelli di assistenza. Prevista anche la funzione Walk per avere assistenza dal motore nei tratti di portage. Trek ha inoltre sviluppato la nuova app Trek Central che si connette alla Slash+ e consente di personalizzare le modalità di assistenza e tracciare le attività ma fornisce anche consigli sulla pressione di pneumatici e sospensioni.

La Slash+ al momento viene proposta in due soli allestimenti, di cui quella in test rappresenta la versione più economica, se così si può dire, considerando l’allestimento adottato. La forcella è la massiccia Fox 38 Rhythm, che consente le regolazioni della compressione alle basse velocità e del ritorno.

L’ammortizzatore, sempre a marchio Fox, è il Floax X Performance, anche qui con possibilità di regolare il ritorno e la compressione alle basse velocità su due posizioni (aperto o chiuso).

Ruote e gomme sono a marchio Bontrager (di proprietà di Trek). Le prime sono le Line Comp 30 con cerchio da 29 mm di larghezza interna e 28 raggi da 2 mm di spessore con attacco J-bend.

Le gomme sono le XR5 Team Issue da 2.5” di sezione e, come detto, da 29” anteriore e 27.5” posteriore. Da evidenziare che le gomme sono già in modalità tubeless e con liquido sigillante all’interno.

Trasmissione Shimano Deore XT a 12 velocità, quindi con cassetta pignoni 10-51T e corona E*thirteen E*spec Plus da 32 denti.

Anche i freni sono a marchio Shimano. Troviamo i Deore a doppio pistone e con dischi da 203 mm per entrambe le ruote.

Non poteva mancare, nel caso di Trek, un posto guida interamente a marchio Bontrager. Troviamo il manubrio Line da 780 mm di larghezza, l’attacco Elite da 35 mm di lunghezza e con diametro di accoppiamento da 35 mm e le manopole XR Trail Elite.

Infine la sella Bontrager Verse P3 poggia sul reggisella telescopico Bontrager Line da 170 mm di escursione.

Geometrie

Taglie disponibili:S-M-L-XL
Piantone:390-400-435-470 mm
Angolo sterzo:63,5-63,4-63,4-63,4°
Angolo piantone:77,6-77,5-77,2-76,7°
Orizzontale virtuale:561-588-625-669 mm
Altezza movimento centrale:352 mm
Standover:771-776-770-769 mm
Tubo sterzo:110-110-120-140 mm
Carro:430-434-434-439 mm
Reach:430-449-479-519 mm
Stack:597-631-639-658 mm
Interasse:1205-1233-1267-1317 mm

Specifiche

Telaio:Carbonio OCLV Mountain
Escursione ant.:170 mm
Escursione post.:170 mm
  
Forcella:Fox 38 Rhythm
Ammortizzatore:Fox Float X Performance
Comando cambio:Shimano Deore XT
Cambio:Shimano Deore XT, 12v
Guarnitura:E*thirteen E*spec Plus, 32T
Cassetta pignoni:Shimano SLX, 10-51T
Catena:Shimano SLX
Freni:Shimano Deore, 203 mm
Ruote:Bontrager Line Comp 30 – 29c – 28 raggi 2 mm J-bend
Pneumatici:Bontrager XR5 Team Issue 29×2.5″
Manubrio:Bontrager Line, 780 mm larghezza, 35 mm diametro
Manopole:Bontrager XR Trail Elite
Attacco manubrio:Bontrager Elite, 35 mm lunghezza
Serie sterzo:semi integrata
Reggisella:Bontrager Line, 170 mm
Sella:Bontrager Verse P3
Motore:TQ HPR50, 250 W, 50 Nm
Batteria:TQ, 580 Wh
ControllerTQ
Peso:20,4 kg (taglia L, senza pedali)
PREZZO:€ 8.199,00

Info: trekbikes.com

IL TEST

di Amedeo Liguori

In sella

Gli spazi a disposizione sono generosi e si apprezza la presenza delle gomme già convertite in tubeless così come la possibilità di personalizzare la progressività della sospensione posteriore. I biker più aggressivi e di alta statura potrebbero trovare leggermente stretto il manubrio, per cui in fase di acquisto potranno eventualmente farselo cambiare dal negoziante, sebbene io lo sconsiglierei perché un manubrio più largo andrebbe a svantaggio della reattività del mezzo, considerata la massa complessiva. Si fa apprezzare, infine, il generoso batticatena.

Per il sag delle sospensioni Trek ci mette a disposizione sul proprio sito web un apposito calcolatore che guida nella configurazione iniziale. Ho trovato abbastanza valida questa configurazione per un setup di partenza, poi nel corso del test mi sono divertito a sperimentare nuove impostazioni in funzione dei percorsi che ho affrontato.

In pianura

La risposta del motore è pronta e molto fluida, con attacchi e stacchi praticamente inavvertibili. La presenza del motore, poi, regolarizza il tiro catena, visto che smussa i picchi di energia, per cui non vengono innescate oscillazioni fastidiose del carro, pur in presenza di una sospensione molto pronta sulle asperità.

Entrambe le sospensioni si sono dimostrate sensibili sulle piccole asperità e ci si gode un comfort di marcia elevato, grazie anche alla possibilità di adottare, per gli pneumatici, pressioni più basse essendo in modalità tubeless.

In curva

Il baricentro alto (per il movimento centrale non troppo basso da terra), l’angolo di sterzo particolarmente aperto ed il peso complessivo (seppure inferiore ad una classica eBike ma comunque considerevole rispetto ad una mountain bike non elettrica) rendono la Slash+ un po’ pigra nei tratti più lenti e guidati o nei tornanti stretti, tuttavia la presenza di un carro compatto (per la presenza della ruota da 27.5”) e di cerchi dal canale non troppo ampio fanno sì che la bici si riprenda abbastanza bene, fino a diventare poi molto ben guidabile man mano che la velocità aumenta.  

In salita

Pur in presenza di un motore, fa sempre piacere trovare un mezzo dal peso complessivo ridotto, questo perché consente di rilanciare più prontamente la bici e consumare anche meno batteria. In ogni caso la Slash+ sale di buon grado, arrampicandosi anche lungo i tratti più ripidi e senza richiedere troppi sforzi né tantomeno un consumo eccessivo di batteria, infatti con un allenamento nella media si sale bene anche con il supporto minimo di assistenza.

Nei tratti particolarmente ripidi i biker di più alta statura dovranno in qualche caso piegarsi un po’ di più sulla ruota anteriore per contrastare il naturale sollevamento di quest’ultima, favorito dalla presenza di un carro compatto e di un angolo di sterzo molto aperto. In questi casi viene comunque in aiuto la trazione offerta dalla gomma posteriore.

In discesa

Al crescere della velocità i giudizi positivi espressi sulla guidabilità si elevano alla massima potenza. La Slash+ sfrutta le lunghe escursioni a disposizione e le geometrie da enduro, oltre che un bilanciamento globale a dir poco entusiasmante, e fa quasi dimenticare di dover gestire il peso di una eBike.

Infatti in fase di rilancio sembra quasi di guidare un mezzo da enduro senza motore, considerato anche che la sospensione posteriore ha offerto il supporto che desideravo trovare a metà escursione. L’aumento dell’interasse, inoltre, stabilizza molto il mezzo alle velocità più elevate e nelle sezioni più ripide, lasciando il resto alle ottime sospensioni. Le ruote forse non sono delle più robuste, ma fanno il loro dovere se il biker non è dei più pesanti ed aggressivi.

Conclusioni

La Slash+ si colloca direttamente tra le migliori eBike del proprio contesto, forte di un ottimo bilanciamento e di geometrie che premiano se i percorsi da affrontare sono dei più veloci, ripidi e dissestati, soprattutto se li si vuole affrontare a tutta.