1200 metri di discesa, 55 tornantini, un trail semplicemente fantastico all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso: questa in sintesi la gita di oggi al Petit Mont Blanc.

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Nonostante le gambe ancora un po’ indurite dalla impegnativa gita di domenica in Grigna, oggi si torna a pedalare: avevo adocchiato da tempo questo itinerario all’interno del parco del Gran Paradiso, che viene descritto come uno dei più belli e tecnici della Valle d’Aosta, e così oggi eccomi pronto alla prova. Si parte da Introd e si risale su asfalto la strada regionale sino al bivio per la Val di Rhemes: noi procediamo verso la Valsavarenche sino alla frazione di Buillet, e subito dopo prendiamo a dx una stradella asfaltata che in meno di un chilometro raggiunge un piccolo laghetto artificiale. Da qui comincia una splendida pista tagliafuoco ombrosa e pianeggiante che risale il versante destro della Val di Rhemes sino a sbucare poco prima dell’abitato di Rhemes St. Georges.

Un breve tratto di asfalto e svoltiamo a sinistra e in breve raggiungiamo la bella chiesa parrocchiale posta su un dosso a dominare l’imbocco della valle: pochi metri ed eccoci a pedalare su un’ampia sterrata dal fondo compatto che risale con pendenza costante e mai eccessiva alla volta degli alpeggi di Gerbelles e Parriod.

L’ombra non manca e quindi si sale piacevolmente: si giunge senza eccessiva fatica a Champromeny mt 1815, splendido alpeggio da cui si gode una veduta spettacolare sulla testata della valle di Rhemes.

La ricreazione è purtroppo finita, ma del resto è cosa risaputa che la strada per il paradiso è irta di difficoltà: una feroce rampa sulla nostra sinistra ci preannuncia che è ora di soffrire, e le pendenze diventano proibitive. Malgrado i miei sforzi sono costretto a scendere di sella ripetutamente, le mie gambe oggi non rispondono agli ordini: poco male, si procede bene anche a piedi accompagnando la bici, e poi si può gustare appieno il panorama.

Un lungo traverso, finalmente dalle pendenze più umane e quindi pedalabile, prelude l’arrivo al Col du Petit Mont Blanc q. 2170: in questo tratto la veduta sull’intero gruppo del Bianco è veramente emozionante e merita più di una sosta contemplativa. Il colle è quanto di più rilassante ci si possa aspettare: siamo su un’ampia sella erbosa ai margini di un maestoso bosco di larici, poco distante il casotto dei forestali del Parco.

Il mio progetto originale prevedeva la salita, parte in bici e parte a piedi, al vicino Mont Paillasse, ma sono molto stanco e pertanto rinuncio: mi aspetta una discesa lunga ed impegnativa che richiede attenzione e freschezza. Così dopo una breve sosta al colle eccomi pronto: il segnavia “1” disegnato su un masso è il passaporto della felicità. Aggirato un grosso larice abbattutosi sul sentiero comincia una delle discese più belle che abbia mai affrontato in MTB: certamente non banale, soprattutto per l’esposizione costante che richiede la massima attenzione.

Ma il sentiero scorre, scorre… Il fondo è perfetto, morbidoso: una vera  libidine! Dopo i primi tornantini molto impegnativi (che la mia tecnica attuale non mi permette di affrontare in sella) un lungo traverso porta all’alpeggio di Arpilles: e qui comincia il bello, 55 tornantini da affrontare, mai troppo impegnativi, un bosco fantastico da cui ogni tanto sbuca qualche scoiattolo, insomma la quintessenza della mountain bike.

Finisce troppo presto purtroppo, ed eccomi piombare sull’asfalto della regionale della Valsavarenche che si segue in discesa sino ad Introd.
PInze dei freni roventi e sorriso a 32 denti stampato in fronte: gitona indimenticabile…

Testo e foto di Fabrizio Godio