Uscita mordi e fuggi: sfrutto una breve finestra di sole mattutina per un giro arcinoto al Passo del Furggu, ma la inedita discesa a Gondo lungo il sentiero Stockalper è di quelle da ricordare, un trail perfetto e godibilissimo: non si finisce mai di scoprire nuove ed emozionanti discese a due passi da casa.

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La classica traversata delle gole di Gondo, attraverso il Furggu Pass e la divertente discesa verso Gabi è diventata ormai di fatto uno dei percorsi più frequentati della zona del Sempione. La si fa sempre volentieri, perché in un tempo relativamente breve si riesce a concludere un anello di grande valore tecnico e paesaggistico.
La Val Waira (o Zwischbergental) è una delle valli di cui sono sempre stato innamorato, sia in estate che in inverno. Risponde appieno ad uno dei requisiti che giudico essenziali per farmi prediligere un luogo piuttosto che un altro: è poco o nulla frequentata dalla massa dei turisti, che al più gettano uno sguardo distratto al di là del fiume quando si fermano a Gondo per fare rifornimento o comprare la cioccolata. E poi, naturalmente, è dannatamente bella, in puro swiss style, con i pochi nuclei di baite ancora ben curati e frequentati.
Qualche anno fa, durante una gita escursionistica  al Guggilihorn, ebbi occasione di percorrere parte dello Stockalperweg, lo storico sentiero di collegamento tra Gondo e Gabi attraverso la Val Waira, e ne ricavai la sensazione che fosse praticabile anche in MTB. Oggi, giunto al passo del Furggu, la mission era proprio quella: sacrificare la discesa verso Gabi, sicuramente appagante ma ormai ultra conosciuta, e ridiscendere a Gondo lungo il sentiero Stockalper. Tutto da scoprire…

La giornata, come ampiamente previsto, è di quelle insipide dal punto di vista meteo: scuri nuvoloni scorrono attorno alle montagne di Veglia e di Bognanco, ma superata la dogana di Iselle uno spiraglio di sole lascia ben sperare, almeno per il mattino. Comodo parcheggio a Gondo, e subito a gambe fredde i tornanti iniziali lasciano il segno con la pendenza sempre costantemente oltre le due cifre: tanto vale prendersela comoda e cominciare a dare un’occhiata ai vari tagli del sentiero che farò in discesa, tutti ben segnalati dalla ineccepibile segnaletica svizzera.

Due ore di salita per giungere al Furggu, una prestazione decisamente scandalosa, ma non sono qui per una cronoscalata ed oggi le gambe proprio non girano: non è un mistero che il sottoscritto odia e soffre terribilmente questo clima africano.
Una breve sosta al Passo (tanto le nuvole stanno coprendo tutte le montagne, inutile indugiare) e poi giù per lo Stockalperweg.

Dopo un primo tratto pianeggiante dove bisogna fare i conti con qualche canaletta di scolo da saltare, il sentiero inizia a scendere con più decisione, con un fondo ottimo e divertentissimo. Qualche facile tornantino e si arriva a Bifijini: qui inizia il bello, il sentiero è curatissimo e pulito, un vero piacere da pedalare: non manca qualche tratto più tecnico, ma lo si affronta senza particolari problemi.

In un lampo si arriva alle porte di Bord, nei pressi delle baite di Agerte: qui si lascia il ramo principale che porterebbe a Bord e si rimane alti percorrendo in saliscendi un tratto molto bello che si cala gradualmente al di sopra della diga di Sera. Si attraversa un pendio tormentato dalle frane scese dalle falde del Seehorn, ma gli svizzeri a colpi di piccone sono stati capaci di addomesticarlo rendendo il fondo quasi perfettamente uniforme e pedalabile.

Un ultimo tratto a scalini molto ripidi mi deposita sull’asfalto nei pressi di una cappelletta, subito oltre la diga: pochi metri e ancora su tracce di sentiero al di fuori della lunga galleria, prima di attraversare il torrente su un caratteristico ponticello e iniziare la seconda parte di discesa lungo il lato destro orografico.

Alcuni tratti di sentiero sono entusiasmanti, specie quelli all’interno del fitto bosco, non manca qualche tratto più tormentato ove occorre anche risalire faticosamente di qualche metro: ma anche qui discesa nettamente al di sopra delle aspettative sino alle baite di Rosi, dove si scende nuovamente ad attraversare il torrente e risalire sull’asfalto proprio all’inizio dei tornanti.

Ancora sono possibili diversi tagli, anche se il sentiero si fa decisamente più tecnico con numerosi gradoni da superare, ma in breve si ritorna a Gondo.

Che dire, discesa spettacolare che a mio parere è anche più bella di quella classica verso Gabi: provare per credere…

Testo e foto di Fabrizio Godio