Il Python esiste ormai da diverso tempo nella gamma Hutchinson ed abbiamo già avuto modo di testarlo in passato. Lo scorso anno il marchio francese ha presentato il nuovo Python 3, per un utilizzo dall’XC al trail ride, mantenendo così la versatilità che da sempre contraddistingue questo modello. Ce lo siamo fatti inviare per provarlo sui nostri sentieri.

DESCRIZIONE

Proprio per questa sua versatilità, il Python 3 si propone come una gomma scorrevole ma allo stesso tempo con una maggiore protezione dalle forature.

La protezione è garantita dallo strato Hardskin di Hutchinson, posizionato sotto al battistrada in aggiunta alla tripla carcassa da 66 TPI.

Il battistrada presenta tasselli ampi e ben spaziati, a favore di un maggior grip anche sul bagnato. La mescola adottata è la RRXC, più morbida sui lati e leggermente più dura al centro.

Il peso medio da noi rilevato tra i due pneumatici in prova è stato di 878 grammi. Il Python 3 è disponibile nei diametri da 29” e 27.5”, nel primo caso nelle sezioni da 2.4” e 2.3” e con diverse mescole mentre nel secondo caso troviamo solo la sezione da 2.3” con doppia mescola. In vendita al prezzo di € 65,99.

Info: cycling.hutchinson.com

Distributore esclusivo per l’Italia: beltramitsa.it

IL TEST

di Amedeo Liguori

Si fa apprezzare particolarmente la qualità costruttiva di questi pneumatici, me ne sono reso conto pesandoli. Dovete sapere, infatti, che due pneumatici dello stesso modello e misura solitamente hanno pesi che si differenziano a volte anche di qualche decina di grammi, una differenza dovuta alle tolleranze in fase di costruzione, mentre nel caso dei Python 3 la differenza di peso tra i due esemplari è stata di un solo grammo, il che dimostra la precisione nella lavorazione. Ho eseguito il montaggio di entrambi gli pneumatici senza particolari difficoltà. La gomma tallona molto bene in modalità tubeless grazie ad una buona pompa da officina e ha dimostrato una buona tenuta dell’aria sin dal primo gonfiaggio. Non ho poi rilevato perdite di pressione una volta sui sentieri, anche adottando valori relativamente bassi.

Pur non essendo una gomma da XC racing, la scorrevolezza si è mantenuta comunque su buoni livelli grazie ai tasselli poco pronunciati ed alla loro distribuzione uniforme. Incuriosisce la presenza di tasselli di forma allungata nella zona centrale, che vanno a creare molte zone vuote a favore del grip ma anche dell’autopulizia dal fango. Un disegno che ha trovato in effetti la sua validità nell’attraversare tratti bagnati o fangosi, dove ho potuto constatare un buon livello di aderenza.

In condizioni più asciutte e sui terreni più compatti il Python 3 mi ha sorpreso per l’accelerazione che consente, quasi al livello di una gomma da XC race. A differenza di quest’ultima, però, man mano che il fondo diventa sconnesso, le gomme continuano a mantenere l’aderenza, raggiungendo il loro limite, come detto, solo sui tratti dal fondo molto irregolare, sebbene in questi frangenti riescano ancora a garantire buoni livelli di grip e una buona prevedibilità.

Nei cambi di direzione la guidabilità del Python 3 si è mantenuta su ottimi livelli, grazie al profilo rotondo della gomma e ai tasselli che accompagnano bene in fase di piega, ma ho avvertito anche il supporto fornito dalla mescola nell’appoggio in curva. Solo quando il fondo si fa molto sconnesso si comincia ad avvertire, in curva, il limite dei tasselli di altezza contenuta, ma ce lo si può aspettare. La risposta in frenata è stata al di sopra delle aspettative, sempre in considerazione della dimensione contenuta dei tasselli, la cui forma però risulta ben studiata per una buona reazione in fase di staccata.

Dal punto di vista della robustezza e della durata posso ritenermi soddisfatto al termine del lungo periodo di test. Entrambe le gomme, infatti, riportano normali segni di usura e non hanno subito tagli o forature. Un aspetto significativo che si aggiunge alla qualità complessiva di queste gomme, secondo me molto soddisfacenti se utilizzate in un ambito dal cross country fino al trail ride.