Come vi avevamo già anticipato, oltre al Galbraith abbiamo ricevuto da Bontrager anche l’altro nuovo modello, il Brevard. Uno pneumatico che anche in questo caso propone un nuovo battistrada, nuova costruzione e nuova mescola. Vediamo allora come se l’è cavata nel nostro test.

DESCRIZIONE
A sostituire il modello SE5 di Bontrager è proprio il nuovo Brevard. Uno pneumatico che prende il nome dal paesaggio tecnico e roccioso di Brevard, nella Carolina del Nord. E’ stato progettato con l’obiettivo di eccellere in condizioni miste. Il battistrada si compone di tasselli ben squadrati e altrettanto ben distanziati, a favore quindi del grip e dell’auto pulizia.

Il Brevard offre una tripla mescola, con una gomma centrale medio-rigida, spalle più morbide e una base di sostegno per fare presa sulle curve più sconnesse.

La versione RSL SE qui in prova presenta una carcassa da 60TPI, con una protezione da tallone a tallone e protezione contro le forature all’apice. Il Brevard è comunque disponibile anche nella versione RSL XT, con carcassa da 120TPI e lo stesso livello di protezione. In entrambi i casi la sigla TLR sta ad indicare Tubeless Ready, per semplificare il montaggio senza camera d’aria e proteggere dalle forature.

Il peso da noi rilevato della versione da 29” è stato di 1384 grammi mentre nel diametro da 27.5” ha un peso di 1270 grammi. Il Brevard qui in test è disponibile in entrambi i diametri e nella sola sezione da 2.5”. In vendita al prezzo di € 74,99.
Info: trekbikes.com
IL TEST
di Fabio Paracchini
Le gomme sono arrivate ripiegate e chiuse da una fascia di cartoncino da materie riciclato e riciclabile a sua volta, e non è affatto scontato trovare un imballo del genere per le nostre biciclette che sono mezzi ecologici. E’ bello vedere che le aziende del settore come Bontrager curino il packaging e mi auguro siano sempre di più. Questa fascia è ricchissima di informazioni e non potrebbe essere più esaustiva: sul lato esterno abbiamo i dati “classici” che troviamo su praticamente tutti gli imballi per questa tipologia di prodotto quale spiegazione della struttura della gomma, dimensione, peso dichiarato, tipologia di terreno indicato, mentre all’interno una dettagliata griglia di pressioni di utilizzo per le varie sezioni di gomme – addirittura in doppia scala imperiale e metrico per il peso del biker e per PSI/Bar per le pressioni. Una piccola scheda di raccomandazioni per “l’aggiustamento” della pressione e un’altra griglia per la quantità di sigillante da inserire per le dimensioni dei copertoni. Per concludere sono stati stampati due QR code che riportano al sito Trek dove vi sono tutorial su come latticizzare e gonfiare le gomme. Per finire, le gomme sono coperte da una garanzia incondizionata di 30 giorni dall’acquisto.

I pesi dichiarati sono in linea con quelli rilevati e devo dire che la costruzione robusta porta il peso verso un utilizzo più enduristico che trail o polivalente. Il montaggio delle gomme è stato facile e senza problemi, inserendo la solita mousse e la quantità di lattice indicata nelle istruzioni. Il profilo dei tasselli è lo stesso per entrambe le gomme (non c’è un modello specifico per anteriore e posteriore) e richiama molto quello di un altro brand, con alcuni piccoli dettagli che ovviamente sono stati modificati. Anche se il disegno direzionale non lascia dubbi sul senso di rotazione, sul fianco è stata riportata una freccia di generose dimensioni a indicare il senso di rotolamento. Piccola particolarità, la scritta del modello di gomma è rivolta con i caratteri verso l’esterno della gomma e quindi è leggibile solo quando la scritta si trova completamente verso il terreno.

Trattandosi di una gomma polivalente, è quando il sentiero si fa impegnativo che i “limiti” di un profilo come quello in test escono allo scoperto: i tasselli sono discretamente vicini e dal profilo medio non particolarmente pronunciato, e in discesa sono davvero rimasto sorpreso dalla scorrevolezza sui terreni compatti e veloci senza frenate al limite ma con curve abbastanza aperte. I tasselli non flettono e infondono una discreta sicurezza finché si tratta di lasciar correre la bici; su fondi umidi con zone di fanghetto o brecciolino su fondo compatto si avverte una sensazione di “galleggiamento” in cui i tasselli non hanno l’altezza necessaria per aggrapparsi al terreno sottostante e fare presa, sia in rettilineo sia in curva.

La ruota anteriore non è mai scivolata verso l’esterno delle curve ma ovviamente una gomma dai tasselli più alti ha indubbiamente un vantaggio in termini di grip. Non sono sensazioni date da discese su terreni al limite ma di riding in condizioni normali e variabili a seconda della tipologia di terreno delle montagne su cui ho pedalato.
Il posteriore è la classica gomma invece su cui puoi fare affidamento, segue la linea fedelmente e incassa i colpi più duri; con sorpresa ho trovato un paio di piccoli tagli sulla spalla ma senza aver rilevato perdite d’aria o lattice; risultato davvero buono considerato che queste gomme sono state utilizzate in ambito enduro e non trail come da indicazione del costruttore, quindi hanno retto un utilizzo più gravoso rispetto a quello per cui erano state pensate. A fine test non ho rilevato tasselli rovinati prematuramente o strappati e anche questo dettaglio promuove la costruzione di queste gomme.

In salita scorrevole la sezione media (ETRTO 63) e i tasselli bassi aiutano a contenere i watt per far avanzare la bicicletta, e ovviamente aumentando leggermente la pressione della gomma posteriore si sale abbastanza bene; la mescola non è troppo morbida al tatto (non è dichiarata con il valore di Shore) e devo dire che ero timoroso riguardo la durata, ma alla fine del test il consumo si è rilevato più soddisfacente di quello ipotizzato al momento del montaggio. Nella salita tecnica si ritorna a parlare di tasselli dal profilo non particolamente alto e mescola centrale di media durezza, quindi bisogna prestare attenzione alla pressione per aumentare l’impronta a terra e di conseguenza il grip.

Questo set di gomme alla fine si colloca esattamente dove voleva il costruttore: un profilo che se la cava su terreni vari senza particolari acuti se non nella scorrevolezza e quindi un aiuto a chi vuole fare tanta percorrenza e dislivello senza pagare troppo pegno in termini di assorbimento di watt per avanzare. Probabilmente un pochino troppo pesanti per un utilizzo trail ma costruite con una carcassa efficace per poter affrontare qualsiasi tipo di percorso.