Quasi fatico a riconoscerle quelle montagne così tanto amate e calpestate: Arbola, La Rossa, il Cervandone… Però a guardarla bene la Rossa è inconfondibile, ha soltanto il becco che guarda a sinistra. Oggi sono sul lato B di Devero: B come Binntal, valle laterale del Goms di bellezza autentica e genuina. La meta di oggi è l’Eggerhorn, uno straordinario balcone panoramico sulle montagne di Devero da una parte e dell’Oberland dall’altra.
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La partenza della gita è fissata ad Ernen, grazioso paesino del Goms che merita una visita alle splendide baite del centro storico e alla bella chiesa parrocchiale posta su un dosso a dominare la valle.
Si prende la tranquilla carrozzabile che si inoltra nella Binntal: sfilano dinanzi agli occhi prati ancora verdissimi e bellissime baite arroccate sui ripidi pendii.
Passata Ausserbinn la strada entra in una lunga galleria che si aggira prendendo la vecchia strada sterrata che corre a lato, trasformata in percorso ciclabile e tenuta in maniera impeccabile: senza grandi sforzi eccoci a Binn, bellissimo paesino che merita una visita per ammirare le splendide case dalle facciate in legno. La tranquillità qui regna sovrana, nulla a che fare ormai con l’iper inflazionato Devero con cui tra l’altro la cittadina è gemellata viste le affinità storiche.
Superata Binn ancora una piccola porzione di asfalto da sopportare, dopodichè comincia la bella strada forestale che risale le pendici meridionali dell’Eggerhorn: l’aria è frizzante, le pendenze sono modeste e si sale piacevolmente con un occhio alla strada e l’altro ad ammirare le montagne di Devero dal loro lato meno conosciuto.
Nei pressi di un tornante a quota 2050 si stacca un bivio con le indicazioni “Bergweg”: è una scorciatoia non pedalabile per raggiungere Sattulti, conviene continuare sulla strada principale che dopo aver attraversato alcuni paravalanghe giunge nei pressi delle baite di Abnimatt (NB-La mia traccia in realtà sale la dorsale sovrastante l’alpeggio: è un mio errore e quindi ignoratela in questo tratto).
Qui un sentiero ancora pedalabile a tratti permette di raggiungere Sattulti q. 2130 dove un cartello molto poco incoraggiante recita 1h 30 min per raggiungere l’Eggerhorn: 400 mt di dislivello tutti a spinta, o per meglio dire a spalla, ed è un tratto che si fa sentire perché le pendenze sono micidiali, almeno sino a q. 2400 dove il sentiero si raddolcisce un poco consentendo addirittura qualche breve tratto di pedalata.
Giunti nei pressi della sella erbosa di Schafgale q 2460 ecco che si spalanca la vista sulla selvaggia Rappetal dove tra poco scenderemo: per l’Eggerhorn si prende a sinistra, in un alternarsi di tratti a spinta e pedalati. La cima vera e propria è alla nostra sinistra, ma è senza dubbio più remunerativo (e meno faticoso) raggiungere quella secondaria sulla destra, sovrastata da una grossa croce, posta in posizione panoramica sulla valle del Rodano. Tutta la fatica sin qui profusa si dimostra ben meritata: non tira un alito di vento e la bellezza del panorama invita ad una lunga sosta per recuperare un po’ di energie prima della discesa.
E qui cominciano le dolenti note: pensavo fosse più pedalabile, in realtà si tribola tantissimo ed è un continuo scendere e salire di sella. Il sentiero corre in diagonale verso nord-est nella Rappetal: esposto, fortemente scavato e invaso dai rododendri. Una trappola micidiale e pericolosa, aggravata dal fatto che è già presente una patina di neve-ghiaccio. Mi rassegno e vista la pericolosità accompagno prudentemente la bici al fianco.
Verso il fondovalle si affrontano numerosi tornantini molto stretti che richiedono un’ottima tecnica di guida (nose press obbligati): l’arrivo sul fondo della Rappetal è salutato come una liberazione da un calvario francamente inaspettato. Ora la situazione migliora decisamente e si affronta un lungo traverso in falsopiano per tornare nella direzione da cui siamo venuti: la ciclabilità è totale ma l’esile traccia esposta non concede errori e si guida sempre con un certo affanno.
Un ultimo breve tratto di risalita prelude l’ingresso nei pascoli dell’Alpe Frid mt 1889: ora possiamo finalmente dare sfogo al nostro impeto velocistico imboccando a velocità supersonica un’ampia sterrata che attraversa il bellissimo e bucolico alpeggio.
Dal grande stallone dell’alpe si scende ancora per qualche tornante sino ad un bivio dove inizia l’asfalto: qui si deve deviare in direzione del laghetto artificiale di Uf en Egge, lo si oltrepassa e nei pressi di alcune belle baite si imbocca sulla destra il sentiero contrassegnato dai cartelli come “Kapellenweg”.
E’ il premio dopo tanta sofferenza: un bellissimo e filante sentiero corre sinuoso nel fitto bosco di larici sino ad incontrare una chiesetta sperduta.
Si prosegue dando sfogo alla voglia repressa di velocità sino ad arrivare alle porte di Ernen: 600 metri divorati in un attimo che fanno parzialmente dimenticare le fatiche e la delusione per la prima parte della discesa.
Testo e foto di Fabrizio Godio