Finale Ligure non ha certo bisogno di presentazioni. E’ considerata una delle capitali del freeride ed i sentieri che solcano le alture circostanti sono percorsi da centinaia di biker provenienti da tutta Europa, Germania in primis, ma del resto è risaputa la predilezione dei tedeschi per le nostre amate spiagge. E’ la prima volta che mi spingo in questi lidi, contrariamente a molti colleghi biker che sono soliti svernare da queste parti, mentre io in inverno preferisco dedicarmi ad altre attività, come ben noto.
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Così eccomi qui, in una splendida giornata novembrina a scaricare la bici dall’auto: sono partito da casa con una temperatura di 3°C, ora sto sudando come un bufalo ancora prima di cominciare a pedalare, di gradi ce ne sono addirittura 18° e per fortuna che mi sono portato appresso la maglia leggera!!! In questo periodo di movimento ce n’è davvero poco, e così dopo un breve riscaldamento sul deserto lungomare finalese eccomi pronto a seguire uno dei tantissimi percorsi recensiti. Essendo la mia prima esperienza in zona ho scelto un percorso breve e non troppo impegnativo dal punto di vista altimetrico: un condensato dei più famosi “trail” storici del finalese che comincia con l’affrontare la via dei ponti romani lungo la Valle dei Ponci. Essendo la mia bici all mountain indisponibile sono con il frontino 29″, bici non propriamente adatta allo scopo, me la farò bastare con una guida un poco più prudente…
Il primo tratto del percorso lungo la cosiddetta “Via dei Ponti Romani” non mi ha entusiasmato più di tanto: si svolge lungo ripidi sentieri nel fitto bosco e offre zero dal punto di vista panoramico, in compenso presenta molti tratti di salita tecnici e rocciosi che mi mettono subito in difficoltà, complici anche le mie gomme che offrono scarsa aderenza al terreno ancora molto umido dopo le recenti piogge. La prima salita serve però a guadagnare quota, e si conclude sulla vetta del Bric dei Monti, a 400 metri. Mi affaccio tra la rigogliosa vegetazione mediterranea e finalmente ecco i primi esaltanti panorami.
Comincia ora la prima discesa verso le Manie: mi avevano messo in guardia sulla particolarità dei trail finalesi, però se sono tutti come questo mi verrebbe già voglia di girare la bici e tornarmene a casa: qui di “flowing” c’è ben poco, bisogna solo fare gli equilibristi per superare sassi, rocce e rami che invadono quello che forse una volta era un sentiero. Bah!
Le perplessità aumentano quando raggiungo l’asfalto della SP delle Manie. Un breve tratto di risalita e poi si svolta a sinistra su un’ampia sterrata che guadagna la vetta del Bric dei Crovi: l’ambiente qui è completamente diverso, ora riconosco le location di molte foto e video scovati sul web. Sotto di me le raccolte case di Varigotti, ma è il golfo di Noli a farla da padrone, un panorama davvero spettacolare.
Ed il trail che sto percorrendo pure! Ora sì che c’è da divertirsi: si pedala sospesi sopra l’azzurro del mare, una sensazione nuova ed esaltante. Dopo un lungo tratto in falsopiano si comincia a scendere, il fondo è sempre molto smosso ma divertente: ad un bivio la voglia di buttarsi a capofitto lungo una traccia che scende a Varigotti è tanta, ma la mia traccia mi fa deviare a destra, ad imboccare il mitico “Toboga”, altro pezzo forte del freeride finalese: il sentiero è bello e scorrevole ma soprattutto diverte molto, un continuo appoggiarsi tra una sponda e l’altra.
Ci deposita ancora una volta sulla provinciale delle Manie, vero filo conduttore di oggi, proprio nei pressi di Ca’ Ferrin, locale molto conosciuto ed apprezzato per le sue prelibatezze ma oggi desolatamente vuoto.
Dopo un breve tratto di asfalto ancora una deviazione sterrata verso il “territorio indiano”, tappa di trasferimento verso il pezzo forte della giornata, ovvero la discesa della Briga Nuova, teatro della recente edizione della Superenduro di Finale.
Un trail molto bello che alterna tratti scorrevoli ad altri più tecnici, ma che riesco a chiudere tutto in sella nonostante le limitazioni della mia bici da XC. Finisce proprio nel centro di Finalpia, anche se io ho ciccato un bivio perdendone l’ultimo pezzo, per cui concludo la giornata con un ultimo breve tratto di asfalto sulla strada che da Finalpia porta a Calvisio.
E’ ancora presto, per cui c’è tutto il tempo per una passeggiata sul lungomare finalese a godersi i tiepidi raggi di sole, ovviamente sgranocchiando un bel pezzo di focaccia ligure.
Testo e foto di Fabrizio Godio