Presentata la scorsa estate, la Marlin+ rappresenta per Trek la versione a pedalata assistita della sua hardtail più venduta, la Marlin appunto, della quale viene mantenuto lo stesso carattere di versatilità con l’aggiunta di un motore leggero in grado di offrire la spinta necessaria per spostarsi sia in ambito urbano che sui sentieri. L’abbiamo messa alla prova per testare questo suo doppio aspetto.

DESCRIZIONE

In effetti diremmo che una eBike come la Marlin+ possa avere tutte le carte in regola per soddisfare il biker che cerca un mezzo per districarsi bene in città e che nel tempo libero sia in grado di far divertire su percorsi non esageratamente impegnativi ma pur sempre in off-road e con un buon dislivello. Ma vediamola nel dettaglio dopo il seguente video unboxing.

Iniziamo dal lato motoristico dicendo che la Marlin+ propone il motore Bosch Active Line Plus, che eroga un valore di coppia massima pari a 50 Nm, con caratteristiche di bassa resistenza di pedalata e un funzionamento molto silenzioso.

La batteria CompactTube offre una capacità di 400 Wh, si potrebbe dire limitata ma Trek offre la possibilità di aggiungere il range extender PowerMore di Bosch da 250 Wh che si applica al porta borraccia posizionato sul tubo obliquo, arrivando così ad un totale di 650 Wh. Niente paura, però, per chi utilizza la borraccia perché sul piantone è presente un secondo porta borraccia.

La porta di collegamento per la ricarica si trova alla base del piantone.

Bosch offre quattro modalità di assistenza: Eco, Tour+, Turbo, Auto. Con la modalità Auto l’assistenza del motore viene regolata automaticamente in base al terreno, alle condizioni e alla reattività del biker, che non deve quindi preoccuparsi tanto di modificare le impostazioni. Ovviamente non manca la funzione di assistenza per i tratti dove è necessario spingere la bici a piedi. Le modalità di assistenza possono essere impostate tramite il comando multifunzione Purion 200 di Bosch che unisce display e comando remoto in un’unica interfaccia.

Passiamo quindi al telaio per dire che è realizzato in alluminio Alpha Platinum, una lega di alluminio estrusa a freddo e rinforzata in diversi punti al fine di garantire la massima resistenza e mantenere il peso a livelli accettabili.

Tra i dettagli di rilievo notiamo la presenza della pinza freno posteriore posizionata tra fodero superiore ed inferiore, a favore di una maggiore rigidità d’insieme.

Come la Marlin, anche la Marlin+ è dotata di punti di attacco per portapacchi, parafanghi e cavalletto, identificando così la versatilità della bici. In tal modo si può decidere se sfruttare la Marlin+ per divertirsi sui sentieri oppure aggiungere tutti gli accessori che servono a trasformarla in una bici dal carattere urbano per spostarsi in città in maniera funzionale.

La gamma Marlin+ è proposta in due sole versioni, Marlin+ 8 e Marlin+ 6, che si differenziano oltre che per il prezzo anche per il diverso allestimento, compresa la presenza del reggisella telescopico nella versione top di gamma qui in test.

Da evidenziare poi la scelta di Trek di dotare la Marlin+ di ruote da 29” nelle taglie dalla M alla XL e proporre invece ruote da 27.5” per le taglie XS e S, una scelta che riteniamo molto sensata.

Entriamo quindi nel dettaglio dell’allestimento della Marlin+ 8 a partire dalla forcella, una RockShox Recon Silver RL, che consente le regolazioni della compressione alle basse velocità e del ritorno.

Ruote e gomme sono a marchio Bontrager (di proprietà di Trek). Le prime sono le Line TLR 30 con un cerchio da 29 mm di larghezza interna, 28 raggi a spessore costante con attacco J-bend e mozzi Boost.

Entrambe da 29″ e 2.6″ di sezione, le gomme sono le Gunnison Pro XR, tubeless ready come le ruote, quindi pronte ad un’eventuale conversione in tubeless.

Trasmissione Shimano Deore a 12 velocità, quindi con cassetta pignoni 10-51T. La guarnitura invece è una FSA CK-220, con corona da 32 denti.

Anche i freni sono a marchio Shimano. Troviamo anche qui i Deore a quattro pistoni e con dischi da 203 mm per entrambe le ruote.

Come sempre per Trek, il posto guida è a marchio Bontrager. Troviamo un manubrio da 760 mm di larghezza e attacco da 50 mm di lunghezza. Le manopole, anch’esse Bontrager, sono le XR Trail Comp a singolo collare di bloccaggio.

Il reggisella telescopico TranzX JD-YSP18 ha un’escursione di 150 mm ed accoglie la sella Bontrager Arvada.

Geometrie

Taglie disponibili:XS-S-M-L-XL
Piantone:340-370-420-450-500 mm
Angolo sterzo:66,5°
Angolo piantone:73,8°
Orizzontale virtuale:551-584-620-652-682 mm
Altezza movimento centrale:318 mm
Standover:366-398-443-454-458 mm
Tubo sterzo:90-100-105-115-135 mm
Carro posteriore:485 mm
Reach:390-415-440-470-495 mm
Stack:563-590-626-635-653 mm
Interasse:1129-1166-1218-1251-1284 mm

Specifiche

Telaio:Alluminio Alpha Platinum
Escursione ant.:120 mm
  
Forcella:RockShox Recon Silver RL
Comando cambio:Shimano Deore
Cambio:Shimano Deore, 12v
Guarnitura:FSA CK-220, 32T
Cassetta pignoni:Shimano Deore, 10-51T
Catena:Shimano Deore
Freni:Shimano Deore, 203/203 mm
Ruote:Line TLR 30 – 29c – 28 raggi 2.0 J-bend
Gomme:Bontrager Gunnison Pro XR, 29×2.6″
Manubrio:Bontrager Comp, 760 mm
Manopole:Bontrager XR Trail Comp
Attacco manubrio:Bontrager Comp, 50 mm
Serie sterzo:semi integrata
Reggisella:TranzX JD-YSP18, 150 mm
Sella:Bontrager Arvada
Motore:Bosch Active Line Plus, 50 Nm
Batteria:Bosch CompactTube, 400 Wh
Display:Bosch Purion 200
Peso:21 kg (taglia L, senza pedali)
PREZZO:€ 3.299,00

Info: trekbikes.com

IL TEST

di Amedeo Liguori

In sella

Gli spazi a disposizione dovrebbero soddisfare la stragrande maggioranza degli appassionati e anche la seduta si è dimostrata molto confortevole. La larghezza del manubrio dipende dalle proprie caratteristiche e preferenze, e a me sarebbe piaciuto trovarne uno leggermente più largo. Si apprezza invece il generoso batticatena.

Il montaggio degli accessori che trasformano la Marlin+ in una bici urbana non presenta particolari difficoltà. Gli accessori si sono dimostrati inoltre funzionali e anche sicuri nell’utilizzo.

In pianura

In fase di spinta sui pedali la Marlin+ risponde ottimamente anche azionando la minima assistenza del motore, grazie ad un peso contenuto rispetto ad una full e alla mancanza di una sospensione posteriore, che per alcuni schemi arriva anche a rallentare il mezzo nei rilanci. Questo va tutto a vantaggio del consumo della batteria.

La risposta del sistema Bosch è globalmente ottimale, offrendo anche ripartenze non brusche ma più gestibili, se ci si trova fermi in tratti critici a causa della pendenza. Ho trovato sorprendentemente funzionale la modalità automatica di gestione dell’assistenza, utile sia ai neo biker che in certe situazioni non devono preoccuparsi troppo delle impostazioni che ai biker con maggior esperienza, quando preferiscono rilassarsi e lasciar fare tutto al sistema.

In curva

La Marlin+ ha dimostrato una buona guidabilità sui sentieri più tortuosi e nei tornanti stretti. In tale contesto la bici sfrutta buona distribuzione dei pesi e geometrie che secondo me rappresentano un buon compromesso tra reattività e stabilità alle alte velocità. Aggiungo che con gomme leggermente più strette guadagnerebbe ancora qualcosa in tal senso. All’aumentare della velocità chiaramente il feeling migliora e la Marlin+ mantiene molto bene la traiettoria impostata, sebbene avrei preferito forse pneumatici un po’ più aggressivi.

In salita

Il Bosch Active Line Plus non offre la potenza ed esuberanza del Bosch Performance Line CX ma i 50 Nm di coppia massima garantiti sono più che sufficienti a scalare le salite più ripide, anche per chi non ha un allenamento ottimale. In aggiunta, nei tratti particolarmente ripidi la lunghezza elevata del carro stabilizza la marcia, riducendo la tendenza dell’anteriore a sollevarsi, il che favorisce nel rimanere seduti in sella a tutto vantaggio della trazione della ruota posteriore.

Se si dispone del range extender, poi, ci si può lasciare andare con l’assistenza più elevata, altrimenti lasciando l’assistenza minima e avendo un minimo di allenamento si sale comunque di buon passo grazie al peso contenuto rispetto ad una full e all’assenza di dispersioni di energia dovute ad eventuali oscillazioni del carro, trattandosi di una hardtail. Anche in questo caso si guadagnerebbe qualcosa adottando pneumatici di sezione ridotta, sebbene io li abbia trovati molto utili nell’assorbire gli impatti più marcati del fondo, proprio perché manca un carro ammortizzato.

In discesa

Non posso dire che la Marlin+ passi letteralmente su tutto, non è comunque il suo obiettivo, ma mi ha comunque sorpreso per come riesca ad affrontare con una certa sicurezza le sezioni che generalmente con una hardtail si tende ad affrontare con il fiato sospeso. E’ favorita da un buon bilanciamento globale, dai volumi generosi delle gomme e da geometrie secondo me perfette per questa piattaforma, che consentono di affrontare con facilità le discese più guidate e ricche di ostacoli. Nei tratti più veloci e sconnessi ho invece avvertito i limiti della forcella, secondo me non all’altezza di questo mezzo.

I freni hanno dimostrato una buona potenza e modulabilità, grazie ai doppi pistoni e ai dischi di diametro elevato.

Conclusioni

La Marlin+ rappresenta nel proprio contesto un’interpretazione di elevata qualità. Simili geometrie rendono la bici estremamente sfruttabile ma anche rassicurante nelle situazioni più variegate, sempre entro i limiti di una piattaforma hardtail. In aggiunta per averla non si deve affrontare un esborso esagerato e la si sfrutta ampiamente anche in città. Ma il comportamento in città? Francamente non ho avuto modo di provarlo, sono stato troppo impegnato a godermela sui sentieri…