2000 mt di discesa e soli 800 di salita, uno storico sentiero vecchio di centinaia di anni, per il quale sono transitati mercanti, pellegrini, soldati ed anche un illuminato barone svizzero che attorno a questi traffici commerciali ha costruito la sua fortuna. Oggi pedaliamo sul sentiero  che porta il suo nome: Stockalper.

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Lo Stockalperweg è il sentiero escursionistico che unisce l’Italia alla Svizzera attraverso il Passo del Sempione: si snoda praticamente da Gondo a Briga ed è mantenuto in perfetta efficienza (sia per il fondo che per la segnaletica) dalle efficientissime municipalità svizzere. Nulla da eccepire, in questo siamo indietro anni luce, pensando ad esempio allo stato scandaloso in cui giacciono i nostri sentieri, salvo rare eccezioni. Oggi il mio obiettivo era dunque quello di percorrere questo storico sentiero, ma c’era da tempo nei miei progetti anche quello di salire una delle cimette più panoramiche della zona, ovvero lo Spitzhorli, considerata una delle mete scialpinistiche più facili e frequentate della zona. Facile unire le due mete in un unico itinerario. Di salire al Passo in bici non se ne parla proprio. Ci si deve pertanto organizzare con le auto, se si è in gruppo, altrimenti l’unica soluzione è quella di affidarsi all’efficiente servizio Autopostale, i mitici bus gialli che in Svizzera ti portano ovunque, anche negli angoli più remoti.
Così eccomi a Gondo pronto ad imbarcarmi sul postale delle 8.24: per la modica somma di 18,90 CHF ho risparmiato 1200 metri di fatica sull’odiato bitume!
Alle 9 sbarco al Passo del Sempione, come da tradizione tira un venticello niente male che suona come musica per le mie orecchie.

Un po’ di giringiro attorno al Passo per trovare il sentiero giusto tra la miriade di tracce e si inizia a salire verso lo Spitzhorli, dopo aver raggiunto il delizioso laghetto di Hopsche: a scanso di equivoci – lo chiarisco subito – si pedala pochino quest’oggi in salita. La gran parte si fa a piedi, la conformazione del sentiero non consente di rimanere in sella a lungo, anche se non mancano tratti pedalabili una volta saliti di quota e raggiunto il vasto altopiano dopo il traverso sotto al Tochuhorn. Regolatevi di conseguenza, io ne ero ben conscio per aver più volte frequentato questi lidi: altrimenti sarebbe francamente frustrante iniziare una gita trascinandosi la bici per lunghi tratti.

Giunti alla Usseri Nantzicke mt 2602 si può optare per la versione soft, che prevede subito discesa verso il Bistine Pass, oppure quella “hard” che prevede la salita allo Spitzhorli: in questo caso vi dovrete sobbarcare ancora 130 metri di portage, ma è una sofferenza che vi consiglio, e per due motivi. Il primo è che dalla vetta di questo montarozzo (strafrequentato in inverno da scialpinisti e ciaspolatori, un po’ meno in estate) si gode un panorama sublime su tutta la valle del Rodano, l’Oberland, i Mischabel: il secondo è che la discesa è divertentissima oltreché facile. Chiaramente, essendo il Sempione una zona dal meteo molto ballerino, bisogna anche valutare le condizioni, soprattutto del vento: la cima è spesso sferzata da folate patagoniche, ed anche oggi Eolo non scherza affatto.

RItornati alla Usseri Nantzlicke comincia un fantastico trail che corre veloce sul versante della Nanztal verso il Bistine Pass: un lunghissimo ed entusiasmante traverso, tutto perfettamente pedalabile. Volendo, come ho fatto io, si può tagliare prima del Bistine Pass (in corrispondenza di un valico denominato Nantzlicke sulla carta Svizzera): si scende poi per un bellissimo vallone in puro stile freeride, tra prati, nevai residui e tane di marmotte, sino a ritrovare il sentiero del Bistine Pass che ci riporta a Bielti, poco sotto al passo del Sempione.

Dopo un brevissimo tratto di asfalto eccoci arrivare dunque ad intercettare il sentiero Stockalper che seguiremo integralmente sino a Gondo: impossibile sbagliarsi, la segnaletica svizzera è dettagliatissima! Si arriva ben presto al vecchio Ospizio (Altes Hospiz), dopodiché si inizia a scendere su un sentiero semplicemente fantastico, che sembra disegnato apposta per essere percorso in bici.

Dossi, vallette, boschi, la traccia è sempre perfettamente pulita dalle erbacce, ad uso e consumo dei numerosi escursionisti a cui va sempre ovviamente data la precedenza e che bisogna sempre avvertire del nostro arrivo, visto che in alcuni tratti si scende molto velocemente. Pochi tratti in cui si deve scendere di sella, uno poco sotto Engeloch dove si deve superare una serie di scalini a tornanti.

In breve si è alle porte di Simplon Dorf, dove il sentiero corre alto in mezzo ai verdissimi e curatissimi prati, che in questi giorni sono in via di sfalcio: dopo essere transitati nel centro del Dorf un breve tratto di asfalto verso il viadotto della nazionale e poi si taglia a sinistra, verso Gabi, che raggiungiamo dopo aver percorso una ripida scalinata.

A Gabi lo Stockalper è una vecchia conoscenza, avendolo fatto più volte in discesa dal Furggu Pass. Ben presto si arriva alle strutture metalliche delle gole di Gondo, che aggirano le gallerie paravalanghe (begli scorci sull’impressionante forra del torrente). Si può visitare il forte di Gondo (mi pare però che l’ingresso sia riservato ai pedoni), o in alternativa imboccare gli ultimi tratti della Nazionale che corrono sopra alla Pala di Gondo, sino a ritornare a Gondo.

Un’esperienza sicuramente positiva quella di oggi: va detto che nonostante il poco dislivello in salita la gita è comunque faticosa per via dei numerosi tratti non ciclabili. Anche lungo lo Stockalper si incontrano numerose seppur brevi risalite che alla lunga si fanno sentire, soprattutto in giornate calde come quella odierna.

Testo e foto di Fabrizio Godio