Bike Park Mad Village: una petizione per la riapertura

Fabio Tomasin ci ha scritto a nome dell’Associazione Sportiva Dilettantistica PUMPTRACK ITALIA, per segnalarci una petizione per la riapertura del bike park cittadino Mad Village al Colle della Maddalena, nel comune di Pecetto Torinese. Pubblichiamo volentieri le sue parole:

 

L’Associazione Sportiva Dilettantistica PUMPTRACK ITALIA circa un anno e mezzo fa, ha intrapreso la costruzione di un bike park per le mountain bike sulla collina torinese, pensando a questa struttura sportiva come impianto non solo dedicato al numeroso gruppo di praticanti della città di Torino e dintorni, ma anche come punto di ritrovo ed aggregazione nella natura per le famiglie, i bambini ed i disabili.

In completo accordo con l’amministrazione del Comune di Pecetto Torinese che era ampiamente informata del progetto, si è proceduto alla stesura e consegna di tutti i documenti necessari alla costruzione.

L’impianto è stato realizzato su terreno di nostra proprietà, un bosco impenetrabile trasformato in discarica a cielo aperto da passanti che per anni hanno abbandonato una quantità indicibile di rifiuti.

Dopo un mese e mezzo di pulizie, durante il quale sono stati raccolti svariati metri cubi di rifiuti in sacchi prelevati dall’apposito servizio comunale, si è passati alla rimozione degli alberi malati prima di rimodellare un sentiero utilizzato in passato dai contadini. Il Corpo dei Vigili Urbani Comunale era a conoscenza del tutto e si prodigava ad inviare i camion raccolta rifiuti, ed altro, ma ulteriori episodi li abbiamo riferiti solamente agli inquirenti.

I lavori continuano per mesi e dal Comune di Pecetto venivano solo e sempre chieste integrazioni di documentazioni molto particolareggiate, ma mai un diniego o divieto di eseguire il progetto. Il tutto per un costo di svariate migliaia di euro di esborso a professionisti di vario genere.

Dopo altri sei mesi, ed un investimento di oltre 40.000 euro, arriva la doccia fredda del sequestro del cantiere, la denuncia del proprietario del terreno, dell’impresario che sta eseguendo i lavori (presidente di PUMPTRACK ITALIA), ed in via cautelativa la denuncia dei proprietari dei terreni adiacenti la nostra proprietà, evidentemente per “fare terra bruciata” ed incutere timore.

Il tutto è quindi venuto alla ribalta quando se ne è occupato il quotidiano torinese LA STAMPA ed il periodico locale IL CORRIERE DI CHIERI, ed infine LA REPUBBLICA.

Convocati in tribunale per le consuete deposizioni derivanti dalle denunce subite, siamo stati confortati dalle affermazioni del giudice che era sinceramente sorpreso che un’amministrazione pubblica si fosse accanita così ferocemente contro la realizzazione di una pista per bici.

Naturalmente disponiamo di ampia documentazione fotografica e tutto il resoconto di quanto presentato in Comune, che attualmente è anche utilizzata dai due avvocati che si stanno prodigando in nostro supporto.

 

I dettagli relativi alla petizione li trovate qui, mentre chi fosse interessato a firmare la petizione può andare qui.

Maggiori informazioni su pumptrackitalia.altervista.org