La Squadra Mobile della Questura di Padova ha arrestato due moldavi, di 22 e 23 anni, entrambi con dimora in provincia di Padova e un serbo di 43 anni di Breganze (VI), componenti di un gruppo di 10 indagati, quasi tutti di nazionalità moldava e dediti a furti in abitazione e soprattutto a “spaccate” ai danni di negozi di rivendita di biciclette di alta gamma (oltre 25 gli episodi contestati).

L’arresto è avvenuto a conclusione di un’attività di indagine condotta sotto la direzione della Procura della Repubblica di Padova. Tra il dicembre 2021 ed il maggio 2022, nelle province di Padova, Verona, Treviso, Bergamo, Brescia, Varese e Reggio Emilia, il gruppo criminale sceglieva accuratamente gli obiettivi da colpire; da una parte i garage delle abitazioni private (che venivano individuati monitorando le piattaforme social dedicate dove i ciclisti condividono solitamente i percorsi consentendo ai malintenzionati di risalire ai luoghi di partenza o rientro), dall’altro i negozi di rivendita di bici, di cui venivano nella notte sfondate le vetrine impiegando come “arieti” veicoli rubati. Sono state sottratte centinaia di bici di varie marche (Giant, Deda, Specialized, Byasi, Exustar, S-Works, Yeti, Trek, Scott, Cube).

L’indagine è stata avviata dopo che il 10 febbraio 2022 la Squadra Mobile di Padova, eseguendo un provvedimento di arresto provvisorio emesso dalla Autorità Giudiziaria moldava nei confronti di un soggetto individuato a Selvazzano (PD). Dentro la sua abitazione rinvenivano numerose biciclette, sia integre che smontate, per un valore economico complessivo di circa 60.000 euro. Molte delle bici, inoltre, erano già state smontate, con i vari componenti già impacchettati e pronti per il trasporto.

Le indagini sono proseguite con l’analisi dei telefoni cellulari del catturato, da cui è emerso che l’uomo aveva ricettato numerose altre biciclette oltre a partecipare anche ad alcuni furti in abitazione. Sono state poi avviate più ampie indagini che hanno portato ai 10 indagati, inoltre la polizia è riuscita a risalire a numerose chat incentrate su trattative per la vendita di bici rubate, nelle quali le bici venivano vendute ad un prezzo nettamente inferiore a quello di mercato.

Sono risultate utili anche le immagini ricavate dalle telecamere di videosorveglianza di alcuni negozi depredati, che hanno consentito di individuare meglio e poi identificare buona parte degli autori dei furti.