Circa due anni fa abbiamo già avuto un contatto con Wren per testare la sua forcella a steli invertiti, ma l’avevamo fatto su una trail bike e alla sua massima escursione (da 150 mm). Abbiamo poi pensato di testarla nuovamente ma questa volta nella versione da 130 mm di corsa e su una eBike.

DESCRIZIONE

Le forcelle a steli rovesciati sono molto diffuse nelle moto ma non hanno trovato gli stessi apprezzamenti in ambito mountain bike perché il posizionamento degli steli nella parte inferiore della forcella piuttosto che in alto come avviene di solito, potrebbe far scaturire una riduzione della giusta rigidità torsionale a causa della mancanza dell’archetto, il che generalmente renderebbe questo tipo di forcelle meno preciso nella guida rispetto alle forcelle tradizionali. Tuttavia se la struttura è stata progettata valutando opportunamente questi svantaggi, questo tipo di forcella è in grado di garantire una maggiore sensibilità agli urti. Infatti a differenza di una forcella tradizionale, dove gli elementi che vengono spinti in alto dagli urti sono più pesanti (foderi e archetto), in una forcella invertita questi elementi sono più leggeri in quanto sono solo gli steli. E’ da ciò, quindi, che deriva una loro maggiore sensibilità nell’assorbimento degli urti. In aggiunta, poiché il raschiapolvere di ogni stelo si trova posizionato in cima allo stesso e non in basso, lo sporco tende ad accumularsi molto di meno.

L’elemento elastico della forcella di Wren è l’aria, che viene immessa tramite la valvola posta in cima al fodero sinistro. Il funzionamento si basa sul sistema TwinAir, che sfrutta una camera pneumatica divisa in due parti da un pistone flottante. Dal momento che questo pistone galleggia all’interno della camera, la pressione dell’aria misurata dalla valvola in cima al fodero sinistro sarà sempre uguale a quella misurata dalla valvola sotto lo stelo sinistro.

Ciò che cambia, in realtà, è il volume della parte superiore e inferiore. Aggiungendo più aria dalla valvola in alto la parte superiore si espande riducendo la parte inferiore, con il risultato di avere una sospensione più morbida. Viceversa, aggiungendo aria dalla valvola in basso la parte inferiore si espande e quella superiore si riduce, in tal caso si ottiene come risultato un assorbimento più progressivo. In questo modo non c’è, quindi, bisogno di aprire la camera pneumatica principale per dover aggiungere o togliere spessori al suo interno, come avviene spesso con altri tipi di forcelle.

E’ possibile regolare la compressione alle basse velocità in maniera continua, agendo sulla leva posta in cima al fodero destro, fino ad arrivare al blocco. Per regolare la riestensione, invece, si agisce sul registro posto sotto lo stelo destro.

Gli steli hanno un diametro di 38 mm. Essendo gli stessi a distanza ravvicinata con il terreno e, quindi, più a rischio di impatto con eventuali detriti sollevati dalla ruota, la forcella ha in dotazione una coppia di scudi di protezione in fibra di carbonio. E’ prevista, infine, la compatibilità con ruote da 29 x 2.3″ e da 27.5 x 2.4″.

La Inverted MTB Suspension Fork è disponibile sia per mozzi Boost (da 110 mm) che per la misura più classica da 100 mm e nella versione con escursione da 150 mm (riducibile fino a 120 mm ad incrementi di 10 mm) e da 110 mm (riducibile allo stesso modo fino a 80 mm). Nel ridurre la corsa è possibile scegliere se lasciare inalterata la distanza tra asse e testa della forcella oppure se ridurla.

Il peso da noi rilevato della forcella con corsa da 130 mm e cannotto non tagliato, è stato di 2055 grammi, escluso perno passante e scudi di protezione. Il perno ha un peso di 85 grammi mentre ciascuno scudo pesa 23 grammi. La Inverted MTB Suspension Fork nella versione in prova è in vendita al prezzo di $ 749,99 (€ 696,95 all’attuale tasso di conversione, al quale occorre aggiungere i dazi doganali e le spese di spedizione).

Info: wrensports.com

IL TEST

di Amedeo Liguori

Per regolare il SAG la forcella ha in dotazione utili istruzioni, che guidano anche nell’eventuale riduzione/aumento della corsa. Si procede comunque nello sgonfiare completamente entrambe le parti della camera pneumatica, gonfiare quella superiore a 50 psi, quindi portare i due o-rings sul lato superiore degli steli, salire sulla bici in assetto di pedalata (con abbigliamento completo ed eventuale zaino) evitando brusche oscillazioni della forcella, smontare poi dalla sella e rilevare la distanza tra uno degli o-rings ed il relativo anello di tenuta dello stelo.

A questo punto si imposta la pressione dalla valvola superiore in maniera tale che questa distanza sia compresa tra 30 e 37 mm. Se la distanza è inferiore occorre ridurre l’aria, in caso contrario bisogna gonfiare ulteriormente.

Nella prima uscita ho portato nello zaino la pompa della sospensione per apportare piccole variazioni. Infatti se si nota che viene raggiunto troppo facilmente il fine corsa allora conviene aggiungere aria alla camera superiore. La camera inferiore invece va gonfiata con piccole quantità di aria nel caso in cui si desideri una maggiore progressività dell’affondamento.

Già dalla prima uscita, comunque, ho riscontrato un’elevata sensibilità della sospensione ad assorbire gli urti alle basse velocità. La forcella copia molto bene il fondo rendendo confortevole l’avanzare del mezzo anche sugli ostacoli più rilevanti.

Le regolazioni esterne a disposizione sono quelle classiche che si trovano sulla maggior parte delle forcelle in commercio e si sono dimostrate funzionali. Per modificare la frenatura in compressione si agisce in maniera continua girando la leva posta sul fodero destro. Questa leva non fa avvertire alcun click, quindi la regolazione è realmente continua tra la posizione “tutto aperto” fino al bloccaggio totale. E’ possibile quindi sfruttare diversi livelli di piattaforma stabile di pedalata, a seconda del tipo di salita e del fondo che si sta affrontando. La posizione di blocco determina un vero e proprio bloccaggio della corsa della forcella, sfruttabile quando si affrontano lunghi trasferimenti in salita su asfalto. Anche il registro di regolazione della riestensione, in fondo allo stelo destro, è privo di click per cui anche qui la regolazione avviene in maniera continua e gli effetti si avvertono molto bene.

Alle alte velocità la forcella è molto ben sostenuta e non mostra alcuna predisposizione a raggiungere facilmente il fine corsa, nonostante sia stata utilizzata con una eBike, quindi con pesi complessivi all’incirca raddoppiati rispetto ad una trail bike di tipo muscolare. Proprio per questo motivo, sapendo di affrontare un percorso ricco di urti rilevanti ho pensato bene di aumentare il volume della camera inferiore, rilevando un’evidente superiore progressività nell’affondamento e una conseguente capacità della ruota anteriore a rimanere sempre incollata al terreno, regalando un’ottima padronanza del mezzo.

Ma veniamo alle supposte dolenti note circa la rigidità, per dire che la Inverted MTB Suspension Fork di Wren mi ha invece impressionato anche nell’utilizzo con una eBike, visto che ha sfoggiato una rigidità torsionale quasi al livello di una classica forcella (a steli non rovesciati). Considerate le sue elevate capacità di assorbimento, posso quindi senz’altro inserirla ancora una volta tra le mie preferite in assoluto per un utilizzo trail ride/all mountain.