Andati in archivio i campionati italiani Ciclocross 2023, qui di seguito il commento di due grandi corridori del passato, un crossista e uno stradista. Partiamo dal c.t. azzurro Daniele Pontoni, che nel weekend di gare al Camping Village Roma Capitol ha potuto osservare Silvia Persico, Filippo Fontana e tutti gli altri, vincitori e “vinti”, che hanno disputato la rassegna tricolore sui 2750 metri nella pineta di Castel Fusano. Ricordiamo che il 4-5 febbraio a Hoogerheide ci saranno i Mondiali!

«Abbiamo assistito a una due giorni di gare interessante e avvincente – dice Pontoni –: chi ha avuto la fortuna di assistervi dal vivo si è divertito e appassionato: tutti gli atleti e le atleti si son dati battaglia dal primo all’ultimo metro. Tranne qualche fisiologica fase un po’ più tattica, sono generalmente state corse a spron battuto dall’inizio alla fine. Bello il percorso disegnato da Sciuto, Mattacchioni e tutti i tecnici federali regionali. Durante l’allestimento sono sorte alcune problematiche con la zona nord del percorso che hanno costretto a rifarlo a ridosso della gara. Un plauso dunque a tutti, dall’organizzazione ai numerosi volontari che si sono adoperati per un gran bel campionato italiano, iniziato peraltro con una presentazione ufficiale in un luogo prestigioso come l’Aula Giulio Cesare del Campidoglio. E grazie agli sponsor e alle istituzioni che hanno creduto in questa manifestazione. Senza dimenticare la struttura che ci ha ospitati: bella e logisticamente impeccabile, molto apprezzata dai partecipanti. A livello tecnico, da queste gare tricolori abbiamo tratto diverse conferme su quanto avevamo già in mente. Mi ha riempito di dispiacere la caduta alla prima curva della gara femminile che ha costretto Sara Casasola ai box con quasi un minuto di ritardo sul gruppo: non se lo meritava proprio, meritava tutt’altro. Ma si sa, nelle gare da un giorno c’è chi sorride e chi piange, di volta in volta chi piangeva sorride e viceversa.»

Altro ospite illustre dei campionati italiani di Ostia Antica è stato Giuseppe Petito, laziale di Civitavecchia, che a inizio anni Ottanta vinse, tra le altre, una tappa alla Vuelta e un trofeo Laigueglia.

«L’andamento molto veloce delle gare ha rispecchiato le caratteristiche di un tracciato poco sabbioso e con pochi ostacoli e salite – analizza Petito –. Rispetto ai tempi in cui correvo io, all’epoca dei Longo, Vagneur, poi Di Tano, Pontoni, Fontana padre (il cui figlio ha vinto ieri il titolo), Franzoi, Bramati, in cui c’era da fare anche tanta corsa a piedi, il ciclocross si è evoluto e oggi ammicca molto di più alla strada. Non è più solo prerogativa dei biker e anche gli stradisti possono essere grandi crossisti, come dimostrano i Van Aert e i Van der Poel e una Silvia Persico. Tutto cambia e i corridori si devono adattare. Bella inoltre la location, e bello vedere che il ciclocross, prima prettamente “nordista”, si stia riavvicinando al Lazio: merito, tra gli altri, di persone come Claudio Terenzi (organizzatore di questi campionati 2023 e del Gran Premio Liberazione su strada) che imprimono una svegliata al movimento regionale.»