La fascia collinare compresa tra i comuni di Gattinara, Lozzolo e Casa del Bosco, tra le provincie di Vercelli e Biella e ai margini delle più conosciute Rive Rosse, presenta un intreccio incredibile di sentieri e strade sterrate particolarmente adatti a confezionare giri cross country di grande soddisfazione: le quote non elevate ne permettono la fruizione in qualsiasi periodo dell’anno.

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Dal centro di Gattinara si imbocca la strada delle vigne che ben presto diventa sterrata e dopo la tenuta vitivinicola Travaglini sale dolcemente alla volta di Lozzolo. Nei pressi del cimitero parte il sentiero CAI 703 per Piane Sesia: lo abbandoniamo dopo poche centinaia di metri per prendere una deviazione sulla sinistra che dà inizio alla prima fatica della giornata, la salita alla volta del “Collinone” (questo tratto è particolarmente fangoso in caso di piogge).

Qualche rampa velenosa lascia il segno sulle mie gambe rigide come un baccalà, ma non ho certo problemi a scendere di sella per qualche metro: ben presto ci si trova sull’ampio crinale boscoso affrontando un divertente trail che ci porta sulle alture di Casa del Bosco, che raggiungiamo con un ultimo tratto su  sterrata che sbuca infine sulla strada asfaltata che collega Orbello a Casa del Bosco. Giunti nei pressi della chiesa si imbocca la larga sterrata (segnavia CAI 708) che senza possibilità di errori porta alla Cima Frascheia dopo una lunga salita che inizialmente attraversa le suggestive vigne del Bramaterra per affrontare poi alcune rampe  piuttosto impegnative. 

L’ambiente è quello tipico delle Rive Rosse, con fondo molto gripposo ed asciutto. Giunti al primo bivio per la Cima (sentierino a destra non pedalabile) consiglio di restare per poche decine di metri sul tracciato principale che porterebbe a Bocchetta Ovasine: al termine del primo ripidone in discesa parte sulla destra, poco visibile ma evidente, un trail molto carino che si sviluppa in mezzacosta ed effettua il periplo della Cima Frascheia, andando ad intercettare il sentiero 700 che scende dalla cima.

Consiglio di salire, anche se il primo breve tratto non è pedalabile per le pendenze: poco oltre però si sale in sella senza problemi sino alla vetta della Cima Frascheia mt 625, sovrastata da un rifugio in legno e da alcuni tavoli da picnic.

Chiamare vetta questo modesto collinone forse è eccessivo, però da quassù si gode uno splendido panorama: la bella e tiepida giornata invita ad una sosta prolungata crogiolandosi al sole.
La discesa sul sentiero 700 è divertente e in qualche tratto richiede attenzione per il fondo inconsistente di ghiaia e ciottoli: ad un primo bivio si tiene la sinistra ed al successivo invece si svolta a destra sul sentiero 703 che in breve porta alla Lapide Pozzasca: il luogo ricorda un tragico episodio della guerra partigiana, che vide l’eccidio di alcuni partigiani ad opera delle brigate nazifasciste.

Il successivo tratto di sentiero corre a fianco di un torrentello, guadandolo più volte: in periodi umidi e piovosi come questo il divertimento è assicurato. Si giunge nei pressi di un’area attrezzata e poco oltre si prende l’ampio sterrato sulla sinistra che risale dapprima dolcemente alla volta del Rifugio Alpini di Lozzolo: l’ultimo tratto di salita, cementato, mette a dura prova le mie coronarie, ma riesco a rimanere in sella. Si prosegue, ancora in salita, alla volta  della Rusca Randa mt 554 (casotto in legno): le fatiche non sono ancora finite, perché la traccia corre sul crinale alternando ripide discese e risalite che toccano in successione la Cima Scalvai (evitabile prendendo un sentierino seminascosto sulla destra) e la Pietra Romanasca. Poco prima del bivio per il castello di San Lorenzo si segue il sentiero CAI 700 (piuttosto scavato) che porta sulle colline di Gattinara coltivate a vite: da qui una qualsiasi sterrata scende a valle intercettando la strada delle vigne.
A fine giornata quasi 1000 metri di dislivello: un giro decisamente impegnativo per questo scorcio di stagione, i continui saliscendi mi hanno cucinato le gambe per bene: però sono comunque soddisfatto, questa zona si conferma estremamente proficua per giri cross country.

Testo e foto di Fabrizio Godio