Di Simone Avondetto si notano per primi i piedi, ben piantati per terra; poi la faccia simpatica e quasi sfrontata, con quel sorriso di chi veste una maglia iridata. Lo incontriamo all’Italian Bike Festival, l’evento italiano della bici che si tiene all’interno del circuito di Misano dedicato al Sic, ai primi di settembre.

Il suo è il racconto di chi è appena uscito da una curva affrontata in modo audace, e riguarda solo ora – quasi stupito – i solchi dei suoi pneumatici: è un ciclista con nuova coscienza di sé.

La vittoria nella gara iridata UCI MTB (categoria XCO U23), il 28 agosto nella francese Les Gets, ci ha regalato un titolo che mancava all’Italia da 10 anni. E il Tricolore aveva molte ragioni per sventolare: un oro tutto italiano, firmato da un atleta torinese, su gomme Pirelli e bici Wilier Triestina.

“Essere diventati campioni del mondo, e averlo fatto con dei partner italiani, è motivo di orgoglio per tutti. Rende questa emozione ancor più speciale”, commenta Simone narrando il sogno di un ragazzino diventato realtà. Quest’anno nella sua categoria ha vinto tutto: Italiani, Europei e ora anche i Mondiali; una collezione di maglie che mette paura. Chiunque, così abbondantemente vestito, rischia nella stagione successiva… un colpo di caldo.

Non lui, probabilmente: “Passerò di categoria e dovrò ricominciare da zero, rifare tutto da capo. So che sarà dura. I successi mi hanno dato consapevolezza, però faremo le cose con calma e per bene. Certo, spero di trovare buoni risultati anche tra gli Élite ma senza forzare gli obiettivi. Sogno qualche buon piazzamento in Coppa del Mondo e di trovare le qualificazioni per Mondiali ed Europei, ma so -realisticamente- che ci vorrà del tempo”.

La ruota che ha calpestato per prima il traguardo mondiale, a Les Gets, vestiva un pneumatico dalla sezione generosa: 2,4 pollici. Un trend recente, che ha convinto anche l’atleta di Moncalieri (TO): “Da quando Pirelli ha reso disponibile lo Scorpion XC RC da 2.4, questa è diventata la mia scelta, a meno che non piova molto. Lo uso in 9 gare su 10. Ha più volume d’aria e comfort e nella mountain bike la scorrevolezza non è tutto: grip e guidabilità sono decisivi”.

Dietro ogni vittoria c’è prima di tutto l’atleta: la sua preparazione, la sua storia, il carattere e le ambizioni. Ma c’è anche un pacchetto tecnico, dato da telaio, sospensioni, freni e, naturalmente, pneumatici. Avondetto non nasconde l’importanza di queste componenti nelle gare di mountain bike. E racconta come la fiducia che può trasmetterti un partner sia capace di liberare per intero il potenziale di un atleta: “Per vincere un Mondiale serve tanto lavoro, ma sarebbe presuntuoso dire che sono l’unico che si è sacrificato. Oltre alla preparazione (che comunque significa molte persone oltre all’atleta, e in questo il Wilier-Pirelli Factory Team è un enorme supporto), il mezzo è fondamentale. Pirelli porta nel ciclismo grandissime conoscenze; quello che fanno nel motorsport è incredibile e anche nel ciclismo sono rientrati in grande stile. Si avverte la determinazione a primeggiare sempre: è il tipo di partner che tutti vorremmo.

Nel mio caso, lavorare a stretto contatto con i fornitori tecnici, confrontarsi e cercare insieme le soluzioni, fa la differenza. E questo modo di lavorare mi appassiona. Con Pirelli ho subito trovato i copertoni che mi servivano: lo Scorpion XC RC mi piace molto. Nel tempo siamo passati dal 2.2 al 2.4, e abbiamo diverse soluzioni di carcassa tra cui scegliere, a seconda che occorrano protezione dai tagli o, invece, leggerezza e scorrevolezza”.

La sicurezza di un’atleta e di conseguenza, la sua prestazione, passa anche per il rapporto che si ha con i partner tecnici e con la squadra. Continua Simone: “Il feeling con mezzo e materiali è per me molto importante. Se sai che puoi andare tranquillo, soprattutto in discesa, dove è più frequente incorrere in problemi tecnici, corri fiducioso, rilassato. Questo mi permette di performare meglio, elimina uno stress. Io non ho mai avuto problemi alla bici o alle gomme e quella tranquillità mi ha aiutato a concentrarmi unicamente su quello che dovevo fare. Mi ha permesso di dare il 100%”.

L’impegno del neocampione del mondo nello sviluppo dei prodotti è attualmente dedicato a una nuova gomma Pirelli, che nascerà nel rinnovato stabilimento di Bollate, alle porte di Milano. Simone alza il velo su questo aspetto della sua collaborazione: “Il fatto che Pirelli abbia qui la sua fabbrica ci permette di sperimentare molto e avere feedback immediati. Fare tutto in Italia accelera il processo. È la prima volta che sono coinvolto nello sviluppo di un pneumatico sin dall’inizio della sua nascita ed è davvero eccitante. Pirelli ha molte idee in ballo, per ogni tipo di terreno, per diversi volumi di gomma e con grande attenzione alla scorrevolezza. Il livello delle nostre gomme è già molto alto, non è facile migliorare ancora. Mi accorgo però che un marchio come Pirelli è costantemente alla ricerca di nuovi limiti, in termini di leggerezza, scorrevolezza, grip e protezione dalle forature. Un’azienda di questo calibro non smette mai di pianificare il futuro, neanche nel giorno in cui presenta un nuovo prodotto. Aspettatevi delle sorprese!”.