Il DHX2 è nella gamma di ammortizzatori Fox da diversi anni e nel tempo ha subito una naturale evoluzione per soddisfare la platea di biker alla ricerca della massima sensibilità che solo un ammortizzatore a molla può regalare in un ambito di utilizzo che va dall’enduro al downhill. Lo abbiamo avuto in prova per diversi mesi su un mezzo da enduro che stiamo testando da altrettanto tempo e siamo pronti a darvi le nostre impressioni.

DESCRIZIONE

L’ultima evoluzione per il DHX2 risale allo scorso anno, quando l’ammortizzatore ha ricevuto una radicale riprogettazione. Primo tra tutti il sistema idraulico Twin Tube, che è stato totalmente rinnovato con un nuovo pistone ad alto flusso.

Rispetto al passato, il serbatoio adesso ha una forma più corta a favore di un ridotto ingombro senza sacrificare il volume a disposizione, in questo modo garantisce una maggiore compatibilità con diversi modelli di telai. Inoltre la leva di bloccaggio adesso è posizionata nella parte superiore del serbatoio, in questo modo Fox è riuscita a rafforzare il blocco rispetto al precedente modello.

Altre modifiche riguardano il corpo ammortizzatore in acciaio alettato per aumentare la rigidità e ridurre l’isteresi (quando il flusso dell’olio del circuito di smorzamento fa flettere le valvole prima che si aprano, creando un ritardo che influisce sulle prestazioni di smorzamento) inoltre ha guarnizioni a basso attrito. L’anello di precarico della molla ha una sfera di arresto per impedirne lo svolgimento mentre l’ammortizzatore è in funzionamento, in questo modo è possibile impostare un precarico inferiore.

Il tampone di fine corsa MCU è più grande rispetto al vecchio modello ed è in un materiale simile alla gomma che, secondo Fox, dovrebbe aumentare la progressione di fine corsa.

La regolazione della compressione e del ritorno alle basse velocità presenta 16 clic e si basa sulla tecnologia Variable Valve Control (VVC), mentre per compressione e ritorno alle alte velocità i clic a disposizione sono 8 clic. La ghiera di regolazione del ritorno alle alte velocità adesso si trova nel piede dell’ammortizzatore mentre le altre tre regolazioni sono posizionate sul serbatoio e necessitano dell’utilizzo di chiavi a brugola da 3 e 6 mm.

Il peso da noi rilevato, nella misura di 205×65, con molla da 350 lbs/in e attacco Trunnion è stato di 793 grammi. Il DHX2 è disponibile sia con attacco standard che Trunnion e sia in dimensioni metriche che imperiali. E’ in vendita al prezzo di € 759,00.

Info: ridefox.com

IL TEST

di Amedeo Liguori

Ormai i produttori più quotati sono abituati a semplificarci la vita nella regolazione del SAG degli ammortizzatori. In questo caso Fox lo fa con una pratica guida sul suo sito, che indica i settaggi iniziali per il DHX2. Le regolazioni per compressione e ritorno sono molto personalizzabili, sebbene richiedano quasi tutte una chiave a brugola, quella del ritorno alle alte velocità è azionabile anche senza ma potrebbe diventare complicato per alcuni telai e in tal caso si può utilizzare una piccola chiave a brugola sfruttando i fori presenti. La leva di blocco è posizionata in un punto facilmente accessibile.

La gamma di regolazioni esterne è palpabile. Ho notato, infatti, un effetto marcato a seguito di diversi giri dei quadranti della compressione e del ritorno in entrambe le direzioni. In questo modo è molto più facile trovare l’impostazione più adatta al proprio stile di guida e alla propria bici. Tuttavia devo anche dire che la bici ha dato il meglio di sé tenendo sia la compressione che il ritorno completamente aperte, presumo quindi che le impostazioni di fabbrica del DHX2 propendono per un settaggio più chiuso.

La prima impressione che ho avuto sul campo è stata la risposta molto sensibile della sospensione anche agli urti di lieve entità. Ho avvertito, infatti, una prima parte estremamente attiva della sospensione che dà una sensazione di reale morbidezza sulle piccole asperità. Sensazione che viene mantenuta anche quando le asperità si fanno più marcate. La bici sfodera una trazione eccellente e la ruota posteriore copia molto bene il fondo sconnesso anche attraversando le sezioni disseminate di rocce o radici. In questo modo la bici riesce a mantenere il controllo e ad aumentare la velocità.

Ho notato un ampio supporto fornito a metà corsa, cosa che di solito si trova negli ammortizzatori ad aria a volume regolabile, mentre a fine corsa l’ampio tampone ha fatto un ottimo lavoro nel contenere i fondo corsa dando una forte sensazione di progressività, anche se in alcuni casi ho avvertito quasi lo stesso effetto sgradevole che si avverte quando, in un ammortizzatore ad aria, si hanno molti distanziali interni per ridurre il volume di aria. Quindi forse anche una progressività troppo elevata in alcuni casi, soprattutto se si ha una bici la cui sospensione non è abbastanza progressiva da assecondare il lavoro dell’ammortizzatore.

Nelle lunghe e sconnesse discese il comportamento si è rivelato ottimale. Il DHX2 sfodera prestazioni elevate nel copiare il fondo senza mai scomporsi o richiedere manovre correttive della direzione. In definitiva, un prodotto dalle alte prestazioni per chi cerca un ammortizzatore che garantisca un’elevata trazione con un solido supporto a metà corsa, a discapito forse di una marcata progressività nel fine corsa, che però dipende anche dalla sospensione adottata dalla bici.