Quando circa sei anni fa abbiamo conosciuto di persona Fabian Rabensteiner, in occasione dell’inaugurazione di un nuovo negozio Trek a Milano, la prima cosa che ci ha colpiti di lui è stata la pacatezza e l’umiltà, nonostante a quei tempi avesse già collezionato diversi successi tra cui in ultimo la vittoria alla Brasil Ride.

Ma dietro quegli occhi “tranquilli” noi avevamo visto anche passione, talento e determinazione, caratteristiche che quest’anno hanno trovato il coronamento nella conquista del titolo europeo marathon. A distanza di qualche giorno dal grande evento lo abbiamo contattato per farci raccontare come ha vissuto la preparazione pre-gara, la gara vera e propria e le emozioni dopo il traguardo.

MTB-VCO: Ciao Fabian, i nostri complimenti per il titolo europeo marathon appena conquistato. Era tra i tuoi obiettivi di quest’anno?

Fabian Rabensteiner: Ciao grazie mille, sì sapevo che il percorso doveva essere buono per me e per questo l’ho preparato bene.

MBV: Come ti sei preparato un mese prima della gara, hai seguito un allenamento particolare?

FR: Sono stato in altura a Livigno per quasi tre settimane e mi sono allenato tanto, già alla Ortler Bike Marathon sentivo di stare bene anche se mancava ancora un po’ di freschezza.

MBV: Riguardo all’alimentazione, hai seguito un programma specifico la settimana prima della gara?

FR: Mi sono alimentato uguale come a tutte le altre gare quest’anno, niente di particolare. A inizio settimana ancora equilibrato poi più arrivavo vicino a domenica e più aumentavo la quantità di carboidrati.

MBV: Quali erano le sensazioni il giorno prima della gara?

FR: Sentivo già nei giorni di prove che stavo molto bene e quindi due giorni prima la gara ho chiesto al meccanico di montarmi una corona da 38 denti.

MBV: Che bici hai portato in gara?

FR: Ho usato la mia “full” Wilier Urta SLR.

MBV: Sulla linea di partenza come ti sentivi? Hai scambiato qualche parola con chi avevi a fianco?

FR: Ero tranquillo e concentrato. Preparavo tutto, ad esempio calibravo il misuratore, caricavo la traccia sul computerino Wahoo per avere sempre l’altimetria davanti a me, ecc.. Poi si ho anche scambiato qualche parola con quelli vicino…

MBV: Siamo alla gara vera e propria. Ce la racconti brevemente?

FR: Sono partito in prima fila ma non era facile a stare davanti perché tutti lo volevano, ho provato a stare coperto il più possibile. Sulla discesa verso la prima feedzone si è creato qualche buco e mi sono trovato nel terzo gruppetto ma il distacco non era tanto ed in più erano tanti atleti forti insieme a me come Tiago, Vakoc e altri. All’inizio della salita abbiamo già ripreso il secondo gruppetto poi erano rimasti in tre davanti ma abbiamo ripreso anche quelli, dopo poco abbiamo scollinato in cinque la prima salita un po’ lunga.

Poco dopo la seconda feedzone nessuno dei cinque voleva tirare, ci siamo quasi fermati e da dietro ho visto rientrare Rosa, poi lui per quasi 10 km mi ha dato una mano e ha fatto un ritmo costante che era importante per non fare rientrare tutti. Subito dopo la feed numero 4 è iniziata la seconda salita un po’ lunga, quella andava su un po’ a gradini, mi sentivo bene e quindi volevo vedere come stavano gli altri, ho visto che si staccavano uno dopo l’altro finché sono rimasto solo con Krzysztof Lukasik. Poco prima della feedzone 5 ho visto il polacco un po’ in difficoltà e mi sono detto adesso lo metto alla prova se sta faticando davvero o se fa finta e sono riuscito a staccare anche lui, ma mancavano ancora 40 km e quindi avevo quasi paura di stare già solo, quindi l’ho fatto rientrare pian piano, poi abbiamo lavorato insieme e ci siamo dati dei cambi regolari.

Passata l’ultima feedzone parlavo con me stesso e mi dicevo “adesso a meno 4 km dall’arrivo lo devi provare perché se lo perdi in volata non puoi esser contento senza nemmeno averlo provato”. Ai meno 4 km sono partito a tutta sull’ultimo vero strappo e ho sentito subito che non era vicinissimo ma non mi fidavo a girarmi e continuavo a spingere, arrivato in cima ho visto che non c’era e dopo una piccola discesa ho continuato a spingere al massimo.

Arrivato a meno 1 km si iniziava a scendere sul campo da golf e non ho visto il polacco, da lì ho capito di avercela fatta, è stato un momento molto emozionante e mi sono goduto l’arrivo.

MBV: Raccontaci le tue sensazioni al traguardo.

FR: È difficile raccontare queste emozioni in parole, mi sembrava di stare sognando e non volevo svegliarmi, momenti da pelle d’oca.

MBV: Chi è stato il primo a parlarti dopo l’arrivo e cosa ti ha detto?

FR: Credo sia stato il CT Mirko Celestino. Non ricordo bene cosa ha detto, ricordo solo che era super felice.

MBV: I tuoi prossimi obiettivi per quest’anno?

FR: Sicuramente vorrei provare a difendere la maglia da Campione Italiano, sarebbe un peccato che nessuno la portasse in questo caso questa bella maglia in gara. Dopo l‘Italiano mi concentrerò sul Mondiale, voglio arrivare in forma in Danimarca anche se molto probabilmente non é un percorso adattissimo a me, ma darò comunque il massimo.

MBV: Grazie Fabian, ti rinnoviamo i nostri complimenti e un in bocca al lupo per il proseguimento della stagione.

FR: Grazie a voi.