Chiarisco subito che non ho cambiato idea riguardo al mondo della downhill e dei bike park in generale. Però c’era il progetto rimasto in sospeso della Desarpa Bike che mi attizzava parecchio e che due anni fa non avevo concluso: una discesa di 15 km con un dislivello di oltre 2000 metri è cosa succulenta a cui difficile resistere! Così eccomi a Pila in una fresca (oserei dire fredda…) giornata post ferragosto: grande movimento oggi, ci sono gli europei di downhill (chiaramente ignoravo la cosa) e il bike park brulica di biker di gran livello tecnico. Vederli sfrecciare e saltare con grande naturalezza sul percorso di gara è uno spettacolo notevole, ed un pizzico di invidia ovviamente ci sta tutto.

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Un paio di discese sulle piste del bike park (le poche lasciate libere dalla gara) non sono che l’antipasto che prelude il piatto forte della giornata, la Desarpa Bike. Il termine Desarpa in patois significa “discesa a valle” ed è riferito alla tradizionale festa che segna il termine della stagione in alpeggio ed il ritorno a valle degli alpigiani con il loro bestiame: a Pila DESARPA indica una manifestazione che chiude la stagione estiva. Di cosa si tratta? Semplicissimo: si risale con la seggiovia in cima al Couis I (mt 2700) e si scende sfruttando le piste del bike park e i sentieri naturali sino ad arrivare in centro ad Aosta, che tradotto in numeri significa 2100 metri di dislivello negativo per 15 km di single track: non si tocca un metro di asfalto…

La giornata di oggi permette – una volta sbarcati dalla seggiovia – di ammirare lo spettacolare panorama a 360° che spazia dalla conca di Pila, dominata dall’Emilius, alle vette del Bianco e della Grivola che mostra il suo spigoloso ed affascinante versante nord: il tempo per le immancabili foto e si parte, la prima parte della Desarpa inizia sfruttando le piste di servizio che portano all’arrivo della seggiovia del Couis II con un breve tratto di dura salita.

Da questo punto inizia il delirio: basta seguire il tracciato ottimamente segnalato che con qualche tratto piuttosto tecnico ed insidioso nel bosco ci riporta alla stazione di Pila e alla partenza della seggiovia Chamolè: qui inizia la seconda parte di discesa che ci porterà alle porte di Aosta. Di fatto è un’estensione del bike park poiché vi si trova di tutto: numerose varianti più o meno facili, sempre ottimamente segnalate…

E’ un percorso esaltante, certamente non adatto a tutti e che richiede assolutamente un buon allenamento fisico ed un mezzo adeguato. Arrivo alla partenza della telecabina bello soddisfatto e risalgo nuovamente: c’è da affrontare la seconda discesa della giornata, questa tutta da sperimentare e che mi riporta alla pura essenza dell’all mountain, che è poi il mio modo di intendere la MTB. Dunque dall’arrivo della telecabina si deve scendere per un tratto lungo la strada asfaltata sino a trovare il bivio per il villaggio Valtour.

Qui inizia la bella strada sterrata che collega Pila con Ozein e che va seguita per alcuni chilometri in assoluto relax all’interno del bosco sino ad incrociare sulla destra una strada sterrata nei pressi delle baite di Brein: si svolta a destra in discesa e in corrispondenza di un tornante si nota l’inizio di un sentiero: è il 21a che ci accompagnerà sino a Gressan.

Semplicemente fantastico: attraversa un ambiente boschivo fiabesco e non presenta particolari difficoltà tecniche, tutto da guidare di un fiato. Un po’ sporco in qualche tratto (segno che non è frequentato come le piste di Pila) ma assolutamente godurioso da cima a fondo. Bisogna solo prestare attenzione a non perdere i bolli gialli che ne indicano il tracciato, nella parte bassa la fitta vegetazione in qualche tratto li rende poco visibili. Si sbuca così a Gressan e da qui su asfalto si ritorna alla stazione della telecabina: eccovi la bonus track bella pronta.

In conclusione, un’esperienza che consiglio a tutti: 18 Euro (tanto costa il giornaliero) ben investiti. La Desarpa Bike è unica nel suo genere: possibile fare di meglio in termini di dislivello negativo in single track? Probabilmente sì, stay tuned e fra qualche giorno ve lo dirò…

Testo e foto di Fabrizio Godio