I paramani sono molto diffusi sulle moto da cross e da enduro ma negli ultimi anni sono comparsi anche sulle mountain bike, introdotti da alcuni produttori tra cui in primis AVS Racing circa sei anni fa, azienda francese di Arnaud Vincent, ex Campione del Mondo di velocità ed appassionato di mountain bike, il quale poi ce ne inviò subito un paio in prova. A distanza di alcuni anni abbiamo pensato di testarli nuovamente, anche per verificarne gli sviluppi che sono intervenuti dall’introduzione sul mercato.

DESCRIZIONE
Lo scopo dei paramani in ambito mountain bike è quello di proteggere le mani da rami e alberi nella guida in fuoristrada oltre che, secondo noi, proteggere dal freddo in inverno quando si affrontano i trasferimenti su asfalto o nelle lunghe discese.



I paramani si compongono di un guscio in plastica, che serve a fornire protezione, e di una staffa di fissaggio a manubrio, disponibile nella versione in plastica o in alluminio (quest’ultima la versione avuta in prova), che a sua volta è collegata al guscio tramite una vite.



Il peso da noi rilevato della coppia in prova è stato di 120 grammi comprensivo di viteria. I paramani sono disponibili nella versione Basic, di colore nero, al prezzo di € 59,90, e con grafiche più elaborate al prezzo di € 69,90.
Info: www.avs-racing.com
IL TEST
di Amedeo Liguori
Le staffe di fissaggio non sono di tipo aperto, per cui in fase di installazione occorre rimuovere le manopole. Il montaggio si è rivelato comunque facile grazie alle istruzioni in dotazione, che riportano anche le indicazioni circa la giusta inclinazione, che volendo può essere comunque personalizzabile. Mi sarebbe piaciuto trovare una staffa di spessore ridotto, in quanto la stessa costringe, in alcuni casi, a spostare i comandi cambio e del reggisella telescopico. Inoltre avrei preferito che lo scudo protettivo fosse di qualche millimetro più corto, dal momento che quando si appoggia la bici con la manopola a terra si rischia di rovinarlo, a meno che non lo si sposta più all’interno.

L’impatto estetico è considerevole e sembra trasformare la mountain bike in una moto da cross. La stabilità si è mantenuta su ottimi livelli, anche percorrendo sentieri molto sconnessi ad alta velocità. Non si è mai reso necessario, infatti, dover riposizionare i paramani a causa di allentamenti. Occorre prestare, invece, attenzione, nel caso in cui si carichi la bici in auto, per evitare di danneggiarli involontariamente.

La loro effettiva valenza si è dimostrata sui sentieri ricchi di vegetazione, dove hanno protetto a sufficienza le mani da eventuali graffi o impatti con rami. Nei mesi più freddi si sono dimostrati utili anche a proteggere dal vento freddo quando si indossano guanti non molto protettivi.

Sul lungo periodo il guscio si è rivelato anche robusto, nonostante i frequenti impatti, un valore aggiunto per un accessorio che per tanti forse non sarà necessario ma che invece troveranno utile quei biker che girano spesso su sentieri dove la vegetazione è particolarmente invasiva e che non badano al peso aggiuntivo.