Inevitabile rinvangare i ricordi: questi luoghi rappresentano in un certo senso il mio battesimo con la MTB, siamo a metà anni ’90 e con un gruppo di amici organizzammo questa bella uscita raggiungendo non senza fatica il Lac Djouan. Con i mezzi di allora vi lascio immaginare le pene patite in discesa, eppure si andava lo stesso allo sbaraglio, il rampichino era la moda del momento…
Vent’anni dopo, stessi luoghi, qualche acciacco in più ed una meta ben più ambiziosa: il Colle d’Entrelor, quota 3005 metri. Inutile dire che conosco molto bene questo percorso, dopo quella storica uscita “pionieristica” sono tornato svariate volte per il piacere di percorrere la mulattiera reale verso Orvieille, che considero un’opera d’arte. Oggi però la meta – come dicevamo – è ambiziosa. Se non avessi letto relazioni incoraggianti sulla ciclabilità del percorso non mi sarebbe mai passato per la testa l’idea di salire sin lassù, sullo spartiacque che divide la Valsavarenche con la Val di Rhemes: ma su Internet il tam tam corre in fretta e così scopro che la cosa è fattibile e pure di gran soddisfazione!
Bene, si parte! Dalle prime pedalate capisco subito che oggi non è giornata: mi sento svuotato e privo di energie e faccio fatica più del solito. Inoltre ad aggravare il mio pessimo umore ci pensa il mio GPS che non vuole saperne di funzionare: non che sia determinante (conoscendo a menadito i luoghi potrei anche farne senza), però mi scoccia non poter registrare correttamente la traccia.
Solita estasi percorrendo la mulattiera reale che sale ad Orvieille, perfettamente agibile anche se in qualche punto me la ricordavo meno tormentata dalle valanghe, e in meno di due ore sono alla Casa di caccia, desolatamente vuota ed apparentemente abbandonata.
Decisamente ha goduto di fasti migliori!!! Nel frattempo il mio GPS è ritornato miracolosamente in vita, mentre le mie gambe sono sempre più legnose e danno segni di insofferenza: da qui in poi sarà un piccolo calvario e solo la forza della determinazione mi farà andare avanti.
Da Orvieille mt 2190 ci si innesta lungo il tracciato dell’Alta Via N.2: sentiero un po’ tormentato, esattamente come lo ricordavo, che dopo l’alpeggio di Montagna Djouan alterna lunghi tratti ciclabili ad altri in cui si deve giocoforza spingere.
Si entra nel bellissimo vallone del Nampio e dopo circa un’ora si è al cospetto del Lago Djouan mt 2516: il tempo è indecifrabile e come da previsioni cominciano ad arrivare rapide nuvole poco rassicuranti, accompagnate da un venticello decisamente poco estivo: Grivola e Gran Paradiso sono già coperti. Pazienza, li ho già ammirati altre volte nel loro splendore da questi stessi luoghi!
Decido di proseguire alla volta del Colle, non senza esitare a lungo: logica vorrebbe che in simili situazioni fisiche si debba desistere, ma tutto sommato mancano soli 500 metri e quindi stringo i denti raccogliendo le poche forze rimaste. Il sentiero è magnifico, per lunghi tratti anche pedalabile in condizioni normali: non oggi per le mie gambe, per cui decido di proseguire a spinta, certo di essere più veloce…
Raggiungo ben presto il bellissimo lago Nero mt 2670, ai limiti della vegetazione: ancora un breve tratto e si è nel regno della roccia e degli sfasciumi, ma il sentiero corre sempre sinuoso e ben disegnato. Incredibile! Solo nell’ultimo ripido tratto terminale, le pendenze ed il fondo tormentato impongono il portage: si procede in bilico tra enormi massi con la bici in spalla, ma si tratta di pochi minuti…
Sono sfinito e sbuco al Col d’Entrelor mt 3005 in stato semicomatoso, per di più comincia anche a cadere qualche goccia! Rapidissimo giro d’orizzonte (la val di Rhemes è completamente avvolta dalle nubi), il tempo di riprendere conoscenza e di sgranocchiare qualcosa e giù di corsa, non ho nessuna intenzione di farmi sorprendere dalla pioggia a 3000 metri.
La discesa ritempra forze e spirito: salvo il primo tratto di sfasciumi si rimane praticamente sempre in sella in un’estasi di sezioni fluide alternate a tornantini e tratti più tecnici. Mai avrei immaginato che si potesse scendere dall’Entrelor in bici… (intendo sopra alla bici e non sotto…)
In poco tempo si ritorna ad Orvieille: nel frattempo il tempo è andato migliorando, il vento ha portato via le nuvole minacciose che al colle mi avevano fatto temere il peggio. Così, più rilassato e rinfrancato, affronto l’ultimo tratto di discesa, anche questo un inedito, lungo il sentiero dell’Alta Via che sfocia a Eaux Rousses: altra gradita sorpresa, a parte la primissima parte difficile per il fondo roccioso, per il resto si tratta di un trail molto scorrevole e dal buon fondo in terra che senza particolari difficoltà cala a valle.
Stanchissimo riprendo la via per Degioz, tentando di evitare il più possibile l’asfalto seguendo la pista da fondo e sbagliando poi clamorosamente, costringendomi ad affrontare le dure rampe verso la frazione di Creton: fortunatamente da qui si imbocca la veloce discesa che mi riporta alla base di partenza presso la sede del parco di Degioz.
Anche questa è andata, con non poca fatica ma anche con grande soddisfazione: non capita tutti i giorni di arrivare a 3000 metri in bici!
Testo e foto di Fabrizio Godio