Circa un anno fa Wilier ha presentato la nuova Urta SLR, la sua proposta cross country/marathon destinata ai tracciati più tecnici e moderni. In realtà non si tratta soltanto di una piattaforma con geometrie più moderne ma anche con soluzioni all’avanguardia, pensate per un ambito prettamente racing, come abbiamo avuto modo di appurare nel nostro test.
DESCRIZIONE
L’Urta SLR sfoggia un telaio realizzato in carbonio monoscocca HUS-MOD, lo stesso utilizzato per i suoi modelli da strada Wilier 0 SLR e Filante SLR. Ma prima di proseguire nei dettagli vi lasciamo al video unboxing.
Un telaio progettato per garantire rigidità e reattività, anche grazie alle conoscenze sviluppate negli anni da Wilier Triestina, lavorando a stretto contatto con i professionisti del circuito World Tour.
Un’altra impronta del corsa su strada la troviamo nella pinza del freno posteriore, che adotta un attacco di tipo Flat Mount, il medesimo delle bici da corsa. Una scelta indirizzata ad una più equilibrata flessione a destra e a sinistra dei foderi, pur garantendo la stessa potenza frenante dei sistemi con attacco di tipo Post Mount.
Cavi e guaine sono instradati all’interno del telaio. Prevista, inoltre, la possibilità di montare un reggisella telescopico.
Lo schema di sospensione, che gestisce 100 mm di escursione alla ruota posteriore, si basa su un carro in pezzo unico collegato direttamente al piantone tramite i foderi inferiori mentre mediante i foderi superiori si collega ad un link di rinvio, connesso al tubo orizzontale, che agisce sull’ammortizzatore.
Nonostante la presenza dell’ammortizzatore, Wilier è riuscita a prevedere per la Urta SLR la possibilità di accogliere due portaborraccia. Una scelta che consente di limitare le soste nelle competizioni o negli allenamenti più lunghi e intensi.
Come di consueto, Wilier offre la Urta SLR con svariati allestimenti, con prezzi a partire da € 5.900. Prevista anche la possibilità di acquistare il solo telaio con ammortizzatore con prezzi a partire da € 3.200.
Le sospensioni sono a marchio Fox. Davanti troviamo una forcella 32 SC Factory, con la possibilità di regolare la compressione su due posizioni: idrauliche aperte e bloccaggio. E’ possibile impostare queste regolazioni con il comando remoto a manubrio che agisce simultaneamente su forcella e ammortizzatore. Ovviamente la forcella prevede anche la regolazione del ritorno.
L’ammortizzatore è il Fox Float DPS Factory, con possibilità, come detto, di regolare la compressione su due posizioni tramite il comando remoto e, ovviamente, il ritorno.
Le ruote sono dell’italiana Miche, con il modello K1 che offre cerchi in carbonio con canale interno da 27 mm di larghezza, 24 raggi in acciaio a testa dritta e doppio spessore e mozzi in alluminio e carbonio.
Le gomme sono le Vittoria Mezcal da 29 x 2.25″, con mescola 4C con l’aggiunta di Graphene 2.0.
La trasmissione a 12 velocità è la SRAM Eagle XX1, con cassetta pignoni 10-52T e guarnitura con corona 32T.
I freni, invece, sono a marchio Shimano. Troviamo i Deore XT con dischi da 180 mm anteriore e 160 mm posteriore.
Come per tutte le sue bici da corsa di alta gamma, anche per la Urta SLR l’azienda triestina ha optato per un manubrio in carbonio monoscocca, ma la cosa interessante è che integra anche l’attacco manubrio, in modo da contenere il peso finale. Le manopole sono Ritchey in silicone.
La sella, infine, è la Selle Italia X-LR Kit Carbonio Superflow. A differenza dell’allestimento standard, che sul sito del produttore prevede un reggisella Ritchey WCS Alu di tipo fisso, sull’esemplare ricevuto in test abbiamo trovato, invece, un reggisella telescopico KS da 100 mm di escursione.
Specifiche
Telaio: | Carbonio HUS-MOD |
Escursione ant.: | 100 mm |
Escursione post.: | 100 mm |
Forcella: | Fox 32 SC Factory |
Ammortizzatore: | Fox Float DPS Factory |
Comando cambio: | SRAM Eagle XX1, 12v |
Cambio: | SRAM Eagle XX1, 12v |
Guarnitura: | SRAM Eagle XX1, 32T |
Cassetta pignoni: | SRAM Eagle XX1, 10-52T |
Catena: | SRAM Eagle XX1 |
Freni: | Shimano Deore XT M8100, 180/160 mm |
Ruote: | Miche K1 – 27c – 24 raggi 2/1.5 mm – 15×110 mm/12×148 mm |
Coperture: | Vittoria Mezcal 4C Graphene 2.0 29×2.25″ |
Manubrio: | Urta Integrated Carbon, 740 mm larghezza |
Manopole: | Ritchey |
Attacco manubrio: | Integrato al manubrio, 70 mm |
Serie sterzo: | Ritchey Comp, integrata |
Reggisella: | KS, 31,6 mm diametro, 100 mm escursione |
Sella: | Selle Italia X-LR Kit Carbonio Superflow |
Peso: | 11,3 kg (taglia M, senza pedali) |
PREZZO: | € 9.700,00 |
Geometrie
Taglie disponibili: | S-M-L-XL |
Piantone: | 410-440-480-530 mm |
Angolo sterzo: | 69° |
Angolo piantone: | 74° |
Orizzontale virtuale: | 570-597-626-656 mm |
Tubo sterzo: | 90-93-101-111 mm |
Carro posteriore: | 435 mm |
Reach: | 400-426-453-480 mm |
Stack: | 593-596-604-613 mm |
Interasse: | 1088-1115-1145-1175 mm |
Info: wilier.com
IL TEST
di Amedeo Liguori
In sella
Ho apprezzato la presenza del batticatena di serie in materiale siliconico, che consente di attutire i rumori e proteggere il fodero dagli urti della catena, così come il guidacatena che può impedire la caduta della catena nelle situazioni più critiche. Apprezzabile anche la possibilità di montare due porta borraccia, nonostante la presenza dell’ammortizzatore. La posizione in sella è centrata, grazie ad un reach contenuto e reso tale da un angolo di sterzo non troppo aperto. Sarebbe preferibile, invece, quantomeno per i biker più pesanti, poter contare su un maggior numero di raggi per le ruote.
Per regolare il SAG della forcella si sfrutta, come quasi sempre ormai, l’etichetta posta sul fodero sinistro, che indica i valori di pressione consigliati in funzione del peso del biker (in assetto di pedalata) e i valori di impostazione del ritorno. Per l’ammortizzatore, invece, è possibile sfruttare il solo o-ring presente sullo stelo. Partendo da un valore pari al 25% mi sono trovato molto bene fin dalla prima uscita, variandolo poi leggermente in funzione dei percorsi affrontati nelle successive uscite.
In pianura
La urta SLR risponde in maniera fulminea alla spinta sui pedali e non poteva essere diversamente considerato il peso contenuto, la taratura racing dell’ammortizzatore ma soprattutto la rigidità torsionale del telaio. Chi la utilizzerà in un ambito racing o semplicemente si diverte a spremere sempre il massimo dal mezzo in ogni situazione apprezzerà la presenza del comando remoto di bloccaggio simultaneo di forcella e ammortizzatore, che trasforma la Urta SLR in una mtb tutta rigida quando, ad esempio, si percorrono tratti scorrevoli, si desidera rilanciare l’andatura o semplicemente si affronta una salita su asfalto. Una funzionalità da sfruttare solo in questi contesti, visto che a idrauliche aperte la bici non fa rilevare oscillazioni indesiderate del carro, fornendo nel contempo il giusto comfort richiesto nel proprio ambito.
In curva
La guidabilità si è rivelata delle più precise, grazie ad un notevole bilanciamento e a geometrie adeguate al proprio ambito di utilizzo. Nei tratti più guidati e nei tornanti stretti la Urta SLR sfodera una reattività esemplare, che consente di divincolarsi facilmente da un gruppo di concorrenti su un percorso. Reattività che si mantiene su buoni livelli anche nelle curve più veloci, sebbene in quest’ultimo caso avrei preferito coperture dal battistrada un po’ più aggressivo.
In salita
Il peso complessivo del mezzo e in particolare quello delle ruote consentono di scalare senza difficoltà anche le erte più impegnative. Pur essendo una full, infatti, la Urta SLR sale a ritmi elevati, con in più il comfort e l’aderenza che solo una biammortizzata può concedere, al punto che invoglia anche a sfoderare accelerazioni in piedi sui pedali. Se poi il fondo non è molto sconnesso ci si diverte anche a bloccare le sospensioni, con prestazioni ancora più impressionanti. Nei tratti al limite del grip, invece, ho sentito ancora la mancanza di gomme dal battistrada più mordente, è il caso quindi di pensarci in fase di acquisto, rimanendo comunque entro margini di peso e scorrevolezza accettabili per non snaturare il mezzo.
In discesa
Geometrie più votate alla reattività renderebbero, sulla carta, la Urta SLR più propensa a scalare le salite e ad abbordare i tratti più guidati piuttosto che ad affrontare le discese in picchiata. Tuttavia un bilanciamento equilibrato e la messa a punto ottimale delle sospensioni consentono di affrontare con sicurezza anche le discese impegnative, dove ancora una volta, in particolare ai biker più aggressivi, consiglierei di montare gomme leggermente più mordenti di quelle montate di serie. In tali contesti ho gradito la presenza del reggisella telescopico, che anche se poco apprezzato in ambito cross country, ne valuterei invece l’adozione nel caso si voglia sfruttare la Urta SLR anche in un ambito non prettamente racing ma più ludico.
Conclusioni
La Urta SLR ha tutte le carte in regola per soddisfare ampiamente il biker alla ricerca di un mezzo divoratore di salite, reattivo e con il giusto comfort per affrontare le gare anche più impegnative. Con il reggisella telescopico come l’abbiamo avuta in test e con gomme leggermente diverse (ma non troppo) diventa, secondo me, sfruttabile tranquillamente anche in un ambito più ludico se si ricerca comunque un feeling racing.