La Ikon è presente da alcuni anni nel catalogo Maxxis, proponendosi come una gomma da XC versatile, nel senso che è stata progettata per soddisfare il biker in un ampia gamma di condizioni. Sarà vero? Noi la stiamo utilizzando da più di un anno e siamo pronti a darvi le nostre impressioni.

DESCRIZIONE

La Ikon propone un disegno del battistrada caratterizzato da tasselli di dimensioni contenute, poco pronunciati nella parte centrale e un po’ più alti sui fianchi. Sono distribuiti, inoltre, in maniera uniforme in modo da conferire alla gomma un certo livello di scorrevolezza. Caratteristica accentuata dalla presenza di un bordo di attacco smussato per i tasselli della corona centrale, corona che tra l’altro descrive un ben definito canale centrale, a favore della direzionalità.

La versione in prova offre una doppia mescola, più dura al centro per offrire una minor resistenza al rotolamento e più morbida sui fianchi per garantire un maggior grip in curva.

La tecnologia EXO offre una protezione dalle forature e dai tagli, grazie alla presenza di uno strato a trama fitta ma allo stesso tempo leggero che viene aggiunto sui fianchi. La carcassa da 60 TPI con cerchietto pieghevole presenta la connotazione tubeless ready.

Il peso medio da noi rilevato tra le due coperture in test è stato di 817 grammi. La Ikon è disponibile nei tre diametri, in tutti e tre i casi nelle sezioni da 2.2″ e 2.35″, ma nella versione 29″ la troviamo anche da 2.6″ di sezione. La singola copertura qui in test è in vendita al prezzo di € 59,00.

Info: maxxis.com

IL TEST                                                                                                     di Amedeo Liguori

L’installazione di entrambe le gomme è avvenuta senza alcuna difficoltà, tra l’altro senza neanche la necessità di utilizzare leve cacciagomme per forzarne l’inserimento, è bastata infatti solo un po’ di manualità e qualche trucchetto che vi abbiamo già spiegato in questo tutorial. Anche il tallonamento è avvenuto subito con successo, utilizzando una normale pompa da officina, facendo poi riscontrare un’eccellente tenuta dell’aria interna. Una volta gonfiata, salta subito all’occhio l’ampiezza generosa e la rotondità della gomma, nonostante sia stata montata su un cerchio da 30 mm di larghezza interna. Proprio per questo è opportuno prestare qualche attenzione in più nella regolazione della pressione, per evitare di avere una gomma troppo dura o troppo morbida.

La scorrevolezza della Ikon si è attestata su livelli ottimali. La gomma presenta una bassa resistenza al rotolamento, grazie non solo al disegno del battistrada ma anche alla presenza della mescola più dura nella parte centrale. Per questo motivo sui fondi asciutti e compatti la Ikon ha espresso il meglio di sé. Anche in fase di rilancio sembra quasi di non avvertire la presenza dell’ampia sezione.

Sui fondi sconnessi la gomma riesce ancora a mantenere quel minimo di prevedibilità, ma man mano che il fondo diventa sempre più sconnesso si avverte un netto limite, dovuto proprio al disegno del battistrada e alla ridotta altezza dei tasselli centrali, avvertendo anche la mancanza di una mescola più morbida. Stesso discorso sul bagnato, dove a velocità contenute la prevedibilità si mantiene su buoni livelli ma aumentando la velocità aumenta anche la tendenza a perdere aderenza.

Nei cambi di direzione viene in aiuto la presenza del canale centrale, che aiuta a mantenere la traiettoria impostata, e i tasselli laterali più pronunciati, ma aumentando la velocità ho notato che i tasselli tendono a perdere la loro capacità di aderenza. Grazie all’ampia sezione sono riuscito ad avvertire ancora un buon livello di sicurezza, ma con una sezione più standard la sensazione sarebbe peggiore. La risposta in fase di frenata si è mantenuta nella norma per questa tipologia di coperture, che però se spinte al limite sui fondi molto sconnessi tendono ad allungare gli spazi di frenata.

Nella norma la resistenza alle forature e all’usura per questa gomma che eccelle senz’altro per un utilizzo XC ma che non mi sento di consigliare per un utilizzo più versatile, ovvero in un ambito più trail ride o su percorsi dal fondo più impegnativo, dove nel corso del test mi ha fatto avvertire i suoi limiti in maniera evidente.