Dal 25 al 29 agosto in Val di Sole si terranno i campionati del mondo UCI MTB 2021. Ma come nasce un tracciato di coppa del mondo? Chi è il trail builder e come si diventa tracciatore? Lo abbiamo chiesto a un vero guru (italiano ma di fama internazionale): Pippo Marani. Lui usa le THOK per spostarsi sulle piste.

Chi vive il mondo della MTB non può non aver sentito parlare almeno una volta di Pippo Marani. Pioniere della Down-Hill italiana, capo dei “Randagi” (le glorie della grande DH degli anni ’90, incluso il CEO di THOK, Stefano Migliorini) e custode della storia e delle storie della MTB dai suoi albori.

Marani è famoso per essere uno tra i trail builder più capaci e competenti del panorama internazionale. Ma chi è il “trail builder”? Cosa fa e come lo si diventa?

Il trail builder è colui che traccia i percorsi, che si tratti di piste di coppa del mondo così come quei tracciati che tutti utilizziamo per divertirci in sella alle nostre bike: sentieri, bike park, circuiti. Armato di badile, piccone, rastrello e motosega passa le sue giornate nel bosco ad aprire vie, studiare traiettorie, tracciare linee.

Requisiti fondamentali per essere validi trail builder sono la grande passione per la natura ed il mondo delle ruote grasse ed essere, prima di tutto, fruitore di questo mezzo. Quest’ultimo aspetto è fondamentale per interpretare le pendenze, valutare la fattibilità di un ostacolo o di un salto, creare una curva e sapere quanto alta debba essere, per esempio, la sponda.

Tecnicità è la parola chiave, insomma.

50 ANNI DI CURVE E RETTILINEI

Capelli bianchi sparati, fisico asciutto di chi fa sport, simpatia e schiettezza tipici dei nati in terra emiliana, Pippo ha vissuto la bici in tutte le sue declinazioni, cominciando a pedalare su strada 50 anni fa.

Negli anni ’80 è uno dei primi ad appassionarsi alla BMX appena sbarcata in Italia dagli USA. 

La prima gara di Campionato Italiano l’abbiamo fatta alla Polisportiva Otello Buscherini. Io c’ero, e c’era anche un ragazzino, un certo Stefano Migliorini, il vincitore della competizione. Mentre lo aspettavamo sul podio per la premiazione lui veniva portato via in ambulanza con le braccia rotte, perché dopo la gara aveva continuato a girare in bici, saltando come un grillo, e si era schiantato!”.

Come per molti BMXer, anche per Pippo il passaggio alla MTB avviene in maniera naturale. Così comincia la sua storia di tracciatore.

Il passaggio da biker a trail builder per me è stata una necessità. Nel ’91 abbiamo iniziato a fare DH. Mi è sempre piaciuto andare in discesa, ma nelle prime gare che venivano organizzate c’erano anche delle salite… e io non capivo come mai, in una gara di discesa, dovevano esserci delle salite! Così ho cominciato a tracciare per conto mio. Era l’era del pionierismo puro e della nascita dei Randagi”.

Pippo crea il suo primo trail al Cimoncino (Fanano) e da quel momento non si ferma più: firma molte gare nazionali ed internazionali, prima fra tutte la temutissima Black Snake di Val di Sole, che lo consacra “grande fra i grandi”. Grazie a questo percorso viene a contatto con i bikers più forti del mondo, che lo stimano e si confrontano con lui per interpretare il tracciato.

Non mi ispiro a nessuno quando traccio, uso la mia creatività, leggo il bosco.
A volte mi confronto con i rider per capire meglio le loro esigenze
”.

ORE DI LAVORO NEL BOSCO CON LA THOK

Il mestiere del trail builder è faticoso: ci vogliono molte ore di lavoro per creare un tracciato importante, intere giornate da trascorrere in solitudine e silenzio, immersi nella natura, su e giù per i pendii.

Negli ultimi anni agli strumenti di lavoro dei tracciatori si è aggiunta anche la e-bike. Pippo, grazie all’amicizia decennale che lo lega a quel ragazzino che venne portato via con le braccia rotte, utilizza da diversi anni le THOK per definire i tracciati.

La THOK che ho in dotazione, tra le altre cose, mi permette di muovermi più agevolmente e di provare più volte le zone che creo, soprattutto quelle nuove”.

Ha pedalato la MIG ST, poi la MIG R. Ora utilizza la MIG 2.0 per muoversi agevolmente nel bosco. “Con lo SHIMANO E7000 e la batteria da 504Wh è più che sufficiente, praticamente non consumo niente!” ci dice.

Pippo usa anche la TK01 R, rigorosamente senza tubo sella telescopico (“a me non serve, per me è un accessorio superfluo, voglio la sella sempre alla stessa altezza, sono OLD SCHOOL!”) per provare i punti più tecnici, gli ostacoli ed i salti. Per andare al lavoro invece usa una MIG HT.

IL TRACCIATO DEI MONDIALI E-BIKE 2021

Vista la sua esperienza anche con le bici elettriche, è stato chiamato a tracciare il trail e-bike dei Mondiali che si terranno in Val di Sole dal 25 al 29 agosto 2021.

“Due anni fa avevo già tracciato uno short track per la gara delle elettriche in occasione del Campionato del Mondo MTB. È stato un esperimento. Il primo vero Mondiale di e-bike fu poi il mese dopo in Canada, ma su un percorso di XC. Col senno del poi, il mio trail era un po’ troppo corto ed il loro un po’ troppo lungo. Ora sto lavorando ad un circuito, un anello di circa 2 km, in modo che il pubblico possa vedere tutta la gara. Durerà un’ora + un giro.

Il percorso della mia Electric Snake sarà tecnico ma veloce e fluido, in modo che i partecipanti siano il più possibile raggruppati, così da avere un arrivo in volata che faccia spettacolo. Ci sarà una bella salita che tecnicamente farà la differenza e una discesa. Il mondo della pedalata assistita è nuovo, ognuno lo interpreta a modo suo. Amo tracciare, mi piacciono i percorsi naturali e la mia soddisfazione più grande è far divertire la gente. È fondamentale valorizzare il gesto atletico anche del rider di bici elettriche, le e-bike non sono moto, vanno pedalate.

A qualcuno piacerà, ad altri meno (speriamo pochi!), va bene tutto. Sperimentiamo, così facciamo crescere anche questa nuova disciplina”.


Parlare con Pippo è come parlare con la storia della MTB, un’esperienza che tutti dovrebbero provare nella vita. Siamo fieri di averlo tra i THOKers.

Ps. Vi manda i suoi saluti: A vista ragazzi e state calmi! Yeah.