La medaglia d’oro conquistata questa mattina a Tokyo per Jolanda Neff ha un valore molto più alto della stessa medaglia. Lo sa lei e lo sanno i suoi familiari, amici e fan che la seguono da sempre e che hanno vissuto con lei il suo periodo sfortunato.
Un periodo sfortunato iniziato nel dicembre del 2019, quando l’atleta svizzera, pochi giorni prima del Natale durante un allenamento nella foresta di Pisgah, vicino Brevard, nella Carolina del Nord (USA) si era infortunata seriamente a causa di una caduta, schiantandosi contro dei tronchi e rami di alberi e riportando la frattura di una costola, un polmone parzialmente collassato e la rottura della milza.
Grazie a una procedura di emergenza per arrestare l’emorragia interna nella milza si era evitata fortunatamente la sua asportazione e dopo tre giorni di degenza l’atleta svizzera aveva poi lasciato l’ospedale per iniziare il suo periodo di convalescenza, con il supporto della famiglia e del suo ragazzo, il downhiller Luca Shaw.
“La mia milza è ancora nel mio corpo ma è morta – aveva detto la Neff -. Dopo l’embolizzazione con cui hanno tappato la mia arteria per arrestare l’emorragia, non c’è più flusso di sangue nella milza. Resta nel mio corpo ma è come se fosse morta. La milza è importante per il sistema immunitario, ma si può vivere senza una milza funzionante. Ora devo stare molto attenta a non far aprire la spina dell’arteria. Ciò darebbe inizio ad un sanguinamento interno e richiederebbe un intervento chirurgico di emergenza“.
La Neff si era poi ripresa, ritornando ai vertici dell’agonismo, ma quest’anno, a poche settimane dalle Olimpiadi, la sfortuna era ritornata a bussare alla sua porta. Il mese scorso, infatti, dopo il podio nello Short Track di Leogang e la successiva 4^ posizione in gara Jolanda Neff aveva poi annunciato di essersi fratturata la mano nella stessa gara.
Un fulmine a ciel sereno, ma la svizzera non ha mollato, si è data da fare con il recupero, con un lavoro fisico e mentale che l’ha portata fino alla convocazione per le Olimpiadi e alla gara di oggi.
Il resto lo sapete già o potete leggerlo qui. Una medaglia non meritata ma strameritata.