Lo spettacolo della 26.a edizione della ‘Südtirol Dolomiti Superbike’, che si è disputata sabato scorso a Villabassa (BZ) alla presenza di oltre 3000 concorrenti, continua a vivere nel cuore degli appassionati con il grande trionfo, nel percorso lungo di 123 km, del colombiano in maglia iridata Hector Leonardo Paez Leon davanti al ceco Martin Stosek e all’altro colombiano Diego Alfonso Arias Cuervo.
Tra le donne è stata la svizzera Ariane Lüthi a salire sul gradino più alto del podio, con la veneta Annabella Stropparo seconda e la lituana Katazina Sosna al terzo posto. Sul tracciato di 60 km, invece, l’ha spuntata il veneto Nicola Taffarel precedendo in volata il trentino Zaccaria Toccoli e il toscano Giuseppe Panariello, mentre al femminile la vittoria è andata all’atleta di casa Anna Oberparleiter davanti all’altra altoatesina Thea Schwingshackl e alla polacca Anna Urban.
Ci sono poi gli irriducibili, coloro che non hanno saltato mai un’edizione della splendida ‘Südtirol Dolomiti Superbike’, quei pochi ma buonissimi e incredibili bikers che dal 1995 popolano costantemente le griglie di partenza di Villabassa. I loro nomi sono Thomas Widmann, Emil Oberegger, Massimo Brugiolo, Alfred Baur e Sebastian Kahn, che anche nella 26.a edizione della manifestazione altoatesina hanno portato a termine il loro compito conquistando l’ennesima prestigiosa medaglia di ‘finisher’.
Tra loro c’è chi ha sempre scelto la via più dura e impegnativa del percorso lungo, cento e più chilometri di fatica lungo i bellissimi sentieri dell’Alta Pusteria, da pedalare sempre con il sorriso. Loro sono Emil Oberegger e Thomas Widmann che lo scorso sabato hanno concluso la loro impresa rispettivamente in 7h53’25’’ e 9h14’42’’.
Una sfida con loro stessi che li ha messi seriamente alla prova lungo le salite verso Croda Rossa e Prato Piazza, ma che non ha risparmiato momenti di puro godimento e gioia, sia nei tratti dov’era possibile dare uno sguardo allo splendido panorama circostante, sia sulla linea d’arrivo dove la sofferenza ha lasciato spazio all’orgoglio e alla soddisfazione. Sul percorso di 60 km poi, come ogni anno, c’era Sebastian Kahn, altro diadema della ‘Südtirol Dolomiti Superbike’ che ha concluso per la 26.a volta i 60 km dell’anello corto.
Quest’anno c’erano 1.570 metri da scalare, mica bruscolini, eppure il ‘ragazzo’ classe ’62 non si è tirato indietro ed ha chiuso la sua gara in 4h16’28’’. Infine c’è chi, per motivi diversi tra loro, ha corso tutte le edizioni della ‘Südtirol Dolomiti Superbike’ ma alternando percorso corto a quello lungo, decidendo di anno in anno quale tracciato affrontare in base alle proprie condizioni fisiche e all’allenamento in essere. In questa edizione, Massimo Brugiolo e Alfred Baur hanno deciso di completare l’anello di 60 km e l’hanno fatto pure bene. I loro tempi non sono assolutamente da buttare con Brugiolo che ha tagliato il traguardo in 3h17’39’’, mentre Baur in 3h51’33’’.
Sono loro il vero fiore all’occhiello della gara altoatesina che ogni anno raduna più di 3000 bikers. Sono loro che fanno capire quanto sia grande l’amore verso una delle gare più storiche e affollate di tutta Italia, la seconda più longeva in territorio nazionale. Sono loro che ogni anno vengono alla ‘Südtirol Dolomiti Superbike’ per provare l’emozione di esserci, di presenziare sulla linea di partenza, di combattere e stringere i denti lungo i tanti chilometri di gara, di tagliare il traguardo a braccia alzate come fanno i vincitori.
Tutti sono vincitori, ma loro ancor di più perché hanno dato importanza e senso di appartenenza a questa manifestazione e siamo sicuri che anche il prossimo anno li ritroveremo in griglia, festanti e raggianti come sempre, perché questo è lo spirito della ‘Südtirol Dolomiti Superbike’, una gara che non smetterà mai di far sognare i propri bikers!
(Foto ©sportograf.com)