Wren Sports è un’azienda californiana, forse non tanto nota a molti biker, il cui fondatore Kevin Wren ha ricoperto in passato posizioni dirigenziali di alto livello per aziende tra cui Shimano, Cannondale, Bell Sports e Kali Protectives. Si occupa della produzione di forcelle, sia ammortizzate che rigide, e di componentistica per il posto guida. Della sua produzione ha attirato in particolare la nostra attenzione una forcella a steli rovesciati, ormai una rarità nel mondo della mountain bike, ed abbiamo pensato così di metterla alla prova per un lungo periodo (come potete notare dall’immagine qui sotto, la stiamo testando dallo scorso inverno).
Le forcelle a steli rovesciati, ovvero quelle in cui gli steli sono posizionati nella parte inferiore piuttosto che in alto come avviene di solito, sono molto diffuse nelle moto, per questo ci si chiede come mai non abbiano trovato accoglimento nel mondo della mountain bike. Non volendo qui approfondire in maniera dettagliata pro e contro delle forcelle tradizionali e di quelle a steli rovesciati, possiamo dire che il vantaggio fondamentale offerto da queste ultime è una maggiore sensibilità agli urti. A differenza di una forcella tradizionale, infatti, dove gli elementi che vengono spinti in alto dagli urti sono più pesanti (foderi e archetto), in una forcella invertita questi elementi sono più leggeri in quanto sono solo gli steli. E’ da ciò, quindi, che deriva una loro maggiore sensibilità nell’assorbimento degli urti.
Altro vantaggio importante delle forcelle a steli rovesciati è che poiché il raschiapolvere di ogni stelo si trova posizionato in cima allo stesso e non in basso, lo sporco tende ad accumularsi molto di meno. Ma quali sono allora i difetti? Generalmente è una minore rigidità torsionale il problema che da sempre affligge questo tipo di forcelle, questo a causa della mancanza dell’archetto, il che generalmente le rende meno precise nella guida rispetto alle forcelle tradizionali. Ma andiamo ad analizzare nel dettaglio la Inverted Fork di Wren, dopo il seguente video unboxing.
L’elemento elastico di questa forcella è l’aria, che viene immessa tramite la valvola posta in cima al fodero sinistro. Il funzionamento si basa sul sistema TwinAir, che sfrutta una camera pneumatica divisa in due parti da un pistone flottante. Dal momento che questo pistone galleggia all’interno della camera, la pressione dell’aria misurata dalla valvola in cima al fodero sinistro sarà sempre uguale a quella misurata dalla valvola sotto lo stelo sinistro.
Ciò che cambia, in realtà, è il volume della parte superiore e inferiore. Aggiungendo più aria dalla valvola in alto la parte superiore si espande riducendo la parte inferiore, con il risultato di avere una sospensione più morbida. Viceversa, aggiungendo aria dalla valvola in basso la parte inferiore si espande e quella superiore si riduce, in tal caso si ottiene come risultato un assorbimento più progressivo. In questo modo non c’è, quindi, bisogno di aprire la camera pneumatica principale per dover aggiungere o togliere spessori al suo interno, come avviene spesso con altri tipi di forcelle.
Ovviamente è prevista la regolazione della compressione alle basse velocità, in maniera continua agendo sulla leva posta in cima al fodero destro, fino ad arrivare al blocco. Per regolare la riestensione, invece, si agisce sul registro posto sotto lo stelo destro.
Poiché gli steli, da 38 mm di diametro, sono a distanza ravvicinata con il terreno e, quindi, più a rischio di impatto con eventuali detriti sollevati dalla ruota, la forcella ha in dotazione una coppia di scudi di protezione in fibra di carbonio per gli stessi steli. E’ prevista, infine, la compatibilità con ruote da 29 x 2.3″ e da 27.5 x 2.4″.
La Inverted MTB Suspension Fork è disponibile nella versione con escursione da 150 mm (da noi testata – riducibile fino a 120 mm ad incrementi di 10 mm) e da 110 mm (riducibile allo stesso modo fino a 80 mm). Nel ridurre la corsa è possibile scegliere se lasciare inalterata la distanza tra asse e testa della forcella oppure se ridurla.
Il peso da noi rilevato della forcella con corsa da 150 mm e cannotto non tagliato, è stato di 2043 grammi, escluso perno passante e scudi di protezione. Il perno ha un peso di 85 grammi mentre ciascuno scudo pesa 23 grammi. La Inverted MTB Suspension Fork nella versione in prova è in vendita al prezzo di $ 749,99 (€ 617,76 all’attuale tasso di conversione, al quale occorre aggiungere i dazi doganali e le spese di spedizione).
Info: wrensports.com
Per la regolazione del SAG, il produttore offre delle utili istruzioni di base che consistono nello sgonfiare completamente entrambe le parti della camera pneumatica, gonfiare quella superiore a 50 psi, quindi portare i due o-rings sul lato superiore degli steli, salire sulla bici in assetto di pedalata (con abbigliamento completo ed eventuale zaino) evitando brusche oscillazioni della forcella, smontare poi dalla sella e rilevare la distanza tra uno degli o-rings ed il relativo anello di tenuta dello stelo. A questo punto si imposta la pressione dalla valvola superiore in maniera tale che questa distanza sia compresa tra 30 e 37 mm. Se la distanza è inferiore occorre ridurre l’aria, in caso contrario bisogna gonfiare ulteriormente.
Una volta stabilita questa configurazione di partenza, occorre poi portarsi almeno nella prima uscita la pompa della sospensione per effettuare piccoli aggiustamenti. Se si nota, infatti, che viene raggiunto troppo facilmente il fine corsa allora sarà opportuno aggiungere dell’aria alla camera superiore. Ma la camera inferiore? Quella andrà gonfiata con piccole quantità di aria nel caso in cui si desideri una maggiore progressività dell’affondamento.
Seguendo queste indicazioni ho riscontrato già dalla prima uscita un’elevata sensibilità della sospensione nell’assorbimento degli urti alle basse velocità. Sensibilità che ha reso questa forcella estremamente burrosa ed in grado di rendere molto meno impegnativi anche gli ostacoli più rilevanti.
Alle alte velocità la forcella non ha mai mostrato alcuna predisposizione a raggiungere facilmente il fine corsa, mantenendo, invece, il giusto supporto per tutta la durata della sua corsa. Quando ho deciso di aumentare il volume della camera inferiore, ad esempio sapendo di affrontare un percorso ricco di urti importanti, ho rilevato un’evidente superiore progressività che ha contribuito a mantenere la ruota anteriore sempre incollata al terreno e regalando un’ottima padronanza del mezzo.
Anche le regolazioni esterne a disposizione si sono dimostrate funzionali. E’ possibile modificare la frenatura in compressione in maniera continua, agendo sulla leva posta sul fodero destro. Spostando questa leva non si avverte alcun click, la regolazione quindi non è predeterminata su punti ben definiti ma è realmente continua tra la posizione “tutto aperto” al bloccaggio totale. In tal modo è possibile sfruttare diversi livelli di piattaforma stabile di pedalata, a seconda del tipo di salita e del fondo che si deve affrontare. La posizione di blocco determina invece un vero e proprio bloccaggio della corsa della forcella, che ho sfruttato solo quando ho affrontato lunghi trasferimenti in salita su asfalto. Anche il registro di regolazione della riestensione è privo di click per cui anche qui la regolazione avviene in maniera continua e gli effetti sono ben avvertibili.
Sapevo fin dall’inizio che il difetto delle forcelle a steli rovesciati è una ridotta rigidità torsionale rispetto alle forcelle più classiche, tuttavia posso confermare che sul lungo periodo la Inverted MTB Suspension Fork di Wren mi ha notevolmente impressionato in tal senso, sfoggiando una rigidità quasi al livello di una classica forcella. Una caratteristica che insieme alle sue elevate capacità di assorbimento la posiziona senza dubbio tra le mie preferite in assoluto per un utilizzo trail ride/all mountain.