Qualcuno è mai stato nel vallone di Saint Marcel? Oggi la mia inguaribile curiosità mi ha portato ad esplorare questo angolo semisconosciuto della Valle d’Aosta, lontano anni luce dalla mondanità e dal caos delle valli più blasonate e celebrate dal turismo. Il Mont Corquet in realtà è meta conosciuta sotto l’aspetto escursionistico e scialpinistico, scarse invece le informazioni circa la fattibilità in MTB: eccomi così pronto all’esplorazione,  certo in ogni caso che mi aspetta una buona dose di portage. Tutto allenamento, come recita un’antica massima… E la discesa? Chissà come sarà!!!

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Al vallone di Saint Marcel si accede dall’omonima località di fondovalle (uscita casello autostradale di Nus): si seguono le indicazioni per la località Les Druges-area picnic iniziando una lunga e placida salita di quasi 15 chilometri che dopo aver toccato numerose piccole frazioni raggiunge appunto la frazione Les Druges q. 1530.

La gita inizia qui, seguendo le chiare indicazioni per l’area picnic che si raggiunge percorrendo una comoda strada sterrata: da qui è un lungo e faticoso stillicidio di rampe malefiche alternate a brevi discese, seguendo il tracciato dell’unica strada sterrata che dà accesso alla parte alta del vallone.

Dopo aver superato i siti minerari di Servette (oggetto di recupero ambientale, al momento non visitabili) la strada giunge ad un cancello: da qui in poi il traffico è vietato, si sta per entrare nella riserva di caccia privata della famiglia Turati (tutta la parte superiore del vallone di Saint Marcel è effettivamente proprietà privata). Si giunge all’alpeggio di Mulac mt 1951 (sede di una casa di caccia della riserva) da cui si cominciano ad aprire i primi grandi scordi sulle montagne che chiudono il vallone.

L’ambiente naturale è bellissimo ed incontaminato, quanto di meglio ci si possa attendere, anche se le pendenze proibitive richiedono concentrazione e fatica. Per quanto mi riguarda confesso di aver spinto la bici per lunghi tratti, soprattutto tra gli alpeggi di Mulac e di Plan Demonin mt 2153, ma la mia forma fisica dopo l’intervento è ancora approssimativa, per cui ho preferito non forzare anche in previsione di estendere la gita al Mont Corquet. Oltre Plan Demonin le pendenze comunque calano un poco, si ritorna in sella  e in breve si raggiunge il pianoro che ospita il bellissimo Lac Layet mt 2270 dalle acque color smeraldo.

Un ripido tratto di strada si alza sopra il lago e consente di raggiungere il sovrastante grande pianoro che ospita gli alpeggi di Grand Chaux mt 2375 (deviazione a destra) e di Petit Chaux mt 2417, ove la strada termina dopo un’ultima e ripida rampa. Siamo quasi alla testata del vallone di Saint Marcel, chiuso dalle cime della Punta Tersiva e della Cima di Leppe: pace e tranquillità regnano sovrane, un piccolo angolo di paradiso!

Se siete soddisfatti delle fatiche sin qui fatte e dopo esservi riempiti gli occhi di tanto splendore potete tranquillamente ripercorrere la strada tanto sudata in salita, ne sarebbe comunque uscita una gita assai remunerativa: ma se avete il tarlo dell’esplorazione allora non potete mancare l’estensione al Mont Corquet. Vi aspettano 350 mt di salita in cui pedalerete praticamente nulla, il resto è tutto spintage o portage: non dite che non vi avevo avvertiti!!

Dunque per l’estensione al Corquet si deve percorrere a ritroso la strada di salita sino all’alpeggio di Layet: poco prima di Plan Demonin si deve prestare attenzione sulla destra ad una traccia inerbita di sentiero (non segnalato). E’ quella da seguire, un lungo traverso che si alza dolcemente in direzione nord tra la bassa vegetazione, un po’ invadente a tratti: qualche metro si riesce anche a pedalare, ma è più un artificio di equilibrismo… Il sentiero non è molto evidente, qualche bollo sbiadito dipinto di giallo sui massi, ma il percorso è intuitivo e porta, dopo un faticoso tratto di portage, all’alpeggio abbandonato e semidistrutto di Crotey Dessus mt 2358.

Recuperate le energie, con un ultimo sforzo ci si alza su ripide balze sino al Col de Crotey mt 2465, spartiacque tra il vallone di Saint Marcel e quello di Clavalitè.

Bici in spalla si segue  ora un evidente sentierino molto esposto (prestare massima attenzione!) che risale le pendici rocciose del Mont Corquet: a dispetto di questo primo tratto molto aereo ed esposto, si giunge in breve al grande pianoro erboso semipianeggiante che accede alla vetta, sormontata da una croce lignea.

Le nostre fatiche sono terminate, non resta che stendersi al sole e godere di un panorama fantastico che abbraccia tutta la Valle d’Aosta: ne è valsa la pena? Assolutamente sì.
La discesa dalla vetta avviene sul versante est, seguendo un sentiero in buona parte pedalabile ma molto tecnico (e qui salta fuori la propria capacità ed esperienza in discesa): scordatevi la parola flow, tanto abusata alla recente gita della Costa Tardiva!

Comunque senza particolari problemi e con un bellissimo e divertente tratto nel bosco si giunge all’alpeggio di Prapremier mt 2027, dove arriva una strada interpoderale che purtroppo dovremo seguire sino a valle: nonostante la ricerca di qualche possibile alternativa/taglio nel bosco, pare proprio che non vi sia altra possibilità.

Così dopo aver lasciato correre le ruote a velocità supersonica su una sterrata comunque gradevole per l’ambiente boschivo attraversato, si giunge nei pressi di Les Druges a recuperare l’auto.

Nonostante la discesa sia risultata inferiore alle aspettative devo dire che è stata una giornata davvero epica: quando ci si trova immersi in una natura così bella ed incontaminata la fatica patita miracolosamente scompare. Se siete alla ricerca dell’ebbrezza e dell’adrenalina in discesa probabilmente non è una gita che fa per voi, ma per il resto devo dire che il vallone di Saint Marcel è una chicca davvero tutta da scoprire: non ve ne pentirete.

Testo e foto di Fabrizio Godio