La Oiz è presente nel catalogo Orbea da oltre dieci anni, proposta come piattaforma per il cross country agonistico. La scorsa estate ha subito gli ultimi aggiornamenti di rilievo ma è arrivata anche una novità, con l’introduzione della versione TR destinata ad un utilizzo più trail ride o per le marathon più impegnative.
Si tratta di una versione che si discosta dalla sorella da XC per la presenza di escursioni da 120 mm ad entrambe le ruote (a differenza dei canonici 100 mm per il cross country), reggisella telescopico e geometrie leggermente più aggressive, caratteristiche che le conferiscono una indole più trail ride, come dicevamo, senza però perdere le consuete doti di scalatrice della Oiz, come andremo a vedere dopo il seguente video unboxing.
Rispetto al passato il telaio della Oiz è stato ridisegnato allo scopo di garantire più elevati livelli di rigidità oltre che geometrie più moderne e un peso ridotto. Un telaio disponibile sia in carbonio che in alluminio e la versione in carbonio propone a sua volta la scelta tra la già nota costruzione OMR oppure la nuova e più pregiata costruzione OMX, costituita da fibre ad alto modulo con lastre di carbonio preimpregnato tagliate al laser in base alle specifiche dimensioni del telaio, per ridurre al minimo i materiali in eccesso.
Ridisegnando il telaio, Orbea ne ha approfittato per ridurre i pesi dove possibile, riducendo anche la lunghezza del carro e adottando l’attacco del freno posteriore di tipo flat mount, ovvero a profilo ribassato per consentire un’integrazione della pinza freno più ordinata, rigida e leggera. Previsto, inoltre, l’alloggiamento di due borracce.
Lo schema di sospensione che sfrutta la Oiz è quello già utilizzato dalla precedente versione e denominato UFO2 (U-Flexion by Orbea), di proprietà del marchio spagnolo, ma rivisto in alcuni aspetti. Si basa su un carro in pezzo unico articolato su un compatto link superiore di attuazione dell’ammortizzatore ed un fulcro posto direttamente sul piantone, con il chiaro intento di ridurre i pesi e gli interventi di manutenzione oltre che garantire una maggiore reattività del mezzo in fase di accelerazione.
Il posto di guida sfoggia un nuovo aspetto integrato tra serie sterzo, distanziali e attacco manubrio. Il sistema comprende un supporto per computer opzionale, compatibile con tutte le principali marche.
La versione qui in test si pone al top di una gamma composta da quattro versioni, di cui tre con telaio in carbonio e una in alluminio. Come top di gamma non poteva quindi mancare un allestimento di rilievo, come andremo ad analizzare nel dettaglio.
Le sospensioni sono a marchio Fox. Davanti troviamo una forcella 34 Float SC Factory, con la possibilità di regolare la compressione su tre posizioni: idrauliche aperte, posizione intermedia e blocco. E’ possibile impostare queste regolazioni con il comodo comando remoto a manubrio SquidLock, che agisce simultaneamente su forcella e ammortizzatore, integrando anche la leva di attuazione del reggisella telescopico. Ovviamente la forcella prevede anche la regolazione del ritorno.
L’ammortizzatore è il Fox i-line DPS Factory, con possibilità, come detto, di regolare la compressione su tre posizioni tramite il comando remoto e, ovviamente, il ritorno.
Le ruote sono della svizzera DT Swiss, nel modello XR-1650 Spline avente un cerchio con canale interno da 25 mm di larghezza e 28 raggi.
Fa piacere trovare gomme differenziate tra anteriore e posteriore. Entrambe a marchio Maxxis, davanti troviamo un’aggressiva Dissector con mescola 3C Maxx Terra e dietro una più scorrevole Rekon con mescola Dual, entrambe 29 x 2.40″.
La trasmissione a 12 velocità è mista tra Shimano e Race Face. Troviamo infatti un cambio Shimano XTR con comando, catena e cassetta pignoni Deore XT 10-51T mentre la guarnitura è una pregiata Race Face Next SL con corona 34T e pedivelle in carbonio.
Anche i freni sono Shimano Deore XT, con dischi da 180 mm anteriore e 160 mm posteriore.
Posto guida quasi interamente realizzato da Orbea, con manubrio OC3 Carbon Flat da 760 mm di larghezza, attacco OC3 da 60 mm di lunghezza, manopole a singolo collare di bloccaggio, reggisella telescopico OC2 Dropper da 125 mm di escursione e sella Selle Italia SLR Boost Fill Titanium Rail.
Specifiche
Telaio: | Carbonio OMX |
Escursione ant.: | 120 mm |
Escursione post.: | 120 mm |
Forcella: | Fox 34 Float SC Factory |
Ammortizzatore: | Fox i-line DPS Factory |
Comando cambio: | Shimano Deore XT, 12v |
Cambio: | Shimano XTR |
Guarnitura/Mov. centrale: | Race Face Next SL, 34T, Press-Fit |
Cassetta pignoni: | Shimano Deore XT, 10-51T |
Catena: | Shimano Deore XT |
Freni: | Shimano Deore XT, 180/160 mm |
Ruote: | DT Swiss XR-1650 Spline – 25c – 28 raggi – 15×110 mm/12×148 mm |
Coperture: | Maxxis Dissector 3C Maxx Terra 3CT/EXO/TR / Maxxis Rekon Dual/EXO/TR 29 x 2.40″ |
Manubrio: | Orbea OC3 Carbon Flat, 760 mm larghezza |
Manopole: | single lock-on |
Attacco manubrio: | Orbea OC3, 60 mm lunghezza |
Serie sterzo: | Acros, integrata |
Reggisella: | Orbea OC2 Dropper, 125 mm escursione |
Sella: | Selle Italia SLR Boost Fill Titanium Rail |
Peso: | 11,7 kg (taglia L, senza pedali) |
PREZZO: | € 5.699,00 |
Geometrie
Taglie disponibili: | S-M-L-XL |
Piantone: | 405-432-470-520 mm |
Angolo sterzo: | 68° |
Angolo piantone: | 74° |
Orizzontale virtuale: | 567-596-619-643 mm |
Altezza movimento centrale: | 334 mm |
Tubo sterzo: | 90-95-105-120 mm |
Carro posteriore: | 430 mm |
Reach: | 397-425-446-466 mm |
Stack: | 593-598-608-622 mm |
Standover: | 724-739-749-756 mm |
Interasse: | 1096-1126-1150-1176 mm |
Info: orbea.com
In sella
La posizione di guida è semplicemente perfetta per un utilizzo non prettamente XC racing, così come la larghezza del manubrio e la lunghezza dell’attacco. Attacco che lo si trova inclinato negativamente (verso il basso) per cui piacerà a chi ama spingere sui pedali e un po’ meno a chi ha ancora un certo timore nell’affrontare le discese ripide, ma lo si può sempre invertire. Si apprezza molto, inoltre, la possibilità di montare due porta borraccia.
Per la regolazione del SAG della forcella si è aiutati dall’etichetta posta sul fodero sinistro, che indica i valori di pressione consigliati in funzione del peso del biker (in assetto di pedalata) e i valori del ritorno. Per l’ammortizzatore, invece, è possibile sfruttare il solo o-ring presente sullo stelo. Sono partito da un valore pari al 25% e devo dire di essermi trovato molto bene fin dalla prima uscita, affinandolo poi in funzione dei percorsi affrontati nelle uscite successive. Ho apprezzato molto, infine, la presenza del comando remoto di regolazione della compressione di forcella e ammortizzatore, di solito presente solo sui mezzi da XC agonistico ma lo si sfrutta con piacere anche in una destinazione d’uso più trail ride.
In pianura
Lo schema di sospensione adottato supporta molto bene in fase di spinta sui pedali, al punto che quasi vien voglia di lasciare le idrauliche completamente aperte per favorire l’assorbimento delle asperità. Volendo si può comunque impostare la frenatura in posizione intermedia per forcella e ammortizzatore, lasciando sprigionare tutta l’energia per godere in fase di rilancio di una reattività da mezzo da cross country.
Il comfort di marcia è comunque garantito da un perfetto bilanciamento globale e dalle gomme di ampia sezione, che contribuiscono all’assorbimento degli urti.
In curva
Orbea per la Oiz in versione TR ha preferito geometrie non prettamente XC racing ma neanche da all mountain, lo dimostra l’angolo di sterzo non troppo chiuso come un mezzo da XC ma neanche troppo aperto e un interasse ancora contenuto, insomma un compromesso azzeccato. Queste caratteristiche rendono la Oiz M-Pro TR particolarmente reattiva nei single-track più lenti e tortuosi o nei tornanti, dove il mezzo sa districarsi molto bene. Le curve veloci vengono affrontate ancora con sufficiente sicurezza, stando ovviamente attenti a non strafare e a non perdere di vista la destinazione d’uso di questo mezzo.
In salita
In salita il mezzo arrampica che è un piacere, complice il peso contenuto e il grip delle gomme, invogliando a continui rilanci ogni volta che chi la guida sente di avere energia da spendere. La sospensione, inoltre, spiana molto bene il fondo e non fa avvertire oscillazioni fastidiose.
In discesa
Con un interasse contenuto e un angolo di sterzo non troppo aperto la Oiz M-Pro TR non è realizzata per le picchiate più veloci e impegnative da affrontare con una piattaforma più all mountain, ma il mezzo fa valere le sue escursioni maggiorate rispetto ad uno da XC, le coperture mordenti ed un bilanciamento globale tra i migliori nel suo contesto che insieme all’elevata rigidità contribuisce a mantenere la traiettoria voluta anche alle velocità elevate.
Grazie, poi, all’interasse non troppo allungato non richiede di abbassarsi in modo eccessivo sull’anteriore per fargli mordere il fondo. Anche per questo motivo riesce a regalare una sicurezza più incisiva nel ripido, anche in fase di frenata.
Conclusioni
La versione TR della Oiz dimostra quali siano i margini di sfruttabilità di questo particolare modello Orbea. Con questo mezzo si è continuamente incentivati a spremerlo ancora più a fondo, il che lascia credere che non ci si troverà mai al limite di quello che concede questa piattaforma. Senza dubbio una garanzia di divertimento.