La Specialized S-Works Epic Carbon rappresentava, dieci anni fa, il mezzo da XC racing senza dubbio più diffuso tra gli agonisti.

Nel telaio, in fibra di carbonio, spiccava l’adozione di un generoso rinforzo in corrispondenza del nodo sella ed il sovradimensionamento dei foderi, al fine di aumentare la rigidità strutturale. Rigidità garantita anche dalla presenza, al posteriore, di un perno passante da 12 mm con la battuta aumentata dai classici 135 mm a 142 mm. In questo modo era possibile anche ottenere, per la ruota posteriore, una raggiatura più inclinata dal lato pignoni, sempre a garanzia di una maggiore rigidità.

Lo schema di sospensione era il classico FSR, ovvero un quadrilatero con Horst-Link, progettato per evitare che il lavoro della sospensione venisse influenzato dalla spinta sui pedali o dall’azione frenante. Le unità ammortizzanti, realizzate in collaborazione con Fox, erano dotate di valvola inerziale progettata per aprire le idrauliche solo in presenza di un urto di un certo rilievo, in caso contrario invece le sospensioni rimanevano bloccate in modo da garantire la massima efficienza della spinta sui pedali.

La versione S-Works, come noto, rappresentava il top di gamma. Con essa veniva proposto in carbonio non solo il telaio ma anche manubrio, reggisella e pedivelle, mentre la sella sfoggiava un carrello in titanio. Le ruote erano le Specialized Roval Control SL con gomme Specialized S-Works Fast Trak anteriore e S-Works Renegade posteriore, trasmissione SRAM XX a 10 velocità, freni Avid XX WC R, posto guida a marchio Specialized tranne che per l’attacco Syntace.

Geometrie

Taglie disponibili:S-M-L-XL
Piantone:394-424-463-520 mm
Angolo sterzo:70°
Angolo piantone:74°
Orizzontale virtuale:554-589-615-641 mm
Altezza movimento centrale:331 mm
Tubo sterzo:125-135-155-185 mm
Carro posteriore:425 mm
Standover:755-765-774-790 mm
Reach:393-425-446-464 mm
Stack:561-571-589-618 mm
Interasse:1060-1096-1124-1152 mm

Pro

La risposta alla spinta sui pedali della S-Works Epic Carbon era a dir poco inebriante. Invogliava, infatti, a continui rilanci ma si faceva guidare anche con agilità grazie ad un ottimo bilanciamento globale e in discesa era in grado di aggredire i tratti più tecnici con la sicurezza di una trail bike.

Contro

L’unico difetto, forse, era quello di farsi prendere la mano al punto da volerla sfruttare anche su percorsi più trail ride che XC.