Lo scorso mese di marzo Deity Components ha esteso la propria linea di manopole, presentando i due nuovi modelli Supracush e Lockjaw pensati per un utilizzo dall’all mountain al downhill, che ci ha poi inviato per un test di lunga durata.

DESCRIZIONE

Supracush

La Supracush è stata progettata con l’intento di offrire il massimo comfort. E’ caratterizzata dalla nuova mescola morbida TRC+ realizzata da Deity, mentre la superficie di contatto offre un disegno a diamante di dimensioni generose.

E’ una manopola a singolo collare di bloccaggio, posizionato all’interno e realizzato in alluminio 6061 T6 anodizzato e con grafiche al laser.

Le dimensioni della Supracush sono pari a 133 mm in lunghezza e 34 mm nel diametro. Il peso da noi rilevato della coppia di manopole è stato di 123 grammi.

Le Supracush sono disponibili in svariate colorazioni con collare nero. In vendita al prezzo di $ 21,99.

Lockjaw

La Lockjaw si basa sulle caratteristiche del modello Knuckleduster (da noi già testato qui).

Con questo modello Deity si pone come obiettivo una manopola che si basa sul disegno a diamante sfruttandolo però in abbinamento ad un ulteriore disegno più squadrato ed incassato per garantire un maggior controllo. Anche qui troviamo l’adozione della mescola morbida TRC+, inoltre l’area di appoggio per il pollice presenta una leggera imbottitura per un maggior comfort.

Anche la Lockjaw è a singolo collare di bloccaggio, posto sul lato interno e realizzato in alluminio 6061 T6 anodizzato e lavorato al laser.

Le dimensioni della Lockjaw sono pari a 132 mm in lunghezza e 32 mm nel diametro. Il peso da noi rilevato della coppia di manopole è stato di 103 grammi. Le Lockjaw sono disponibili in svariate colorazioni con collare nero. In vendita al prezzo di $ 21,99.

Info: www.deitycomponents.com

IL TEST                                                                                     di Fabio Paracchini

Il montaggio delle manopole è uguale per entrambi i modelli e l’unica attenzione che bisogna porre è battere due o tre volte con il palmo della mano sulla parte esterna prima di serrare il collarino dalla parte interna; questa operazione è necessaria in quanto, per ovviare alla rotazione delle stesse in assenza del collarino esterno, si è pensato di renderle coniche all’interno in modo da offrire una presa migliore rispetto alle classiche con diametro interno uniforme.

Da notare che, una volta serrati i collarini, non ho mai avuto bisogno di riposizionarle o di serrare con coppia maggiore. Ho testato per prima le Lockjaw, che presentano un disegno asimmetrico, avendo cura di porre la parte con i piccoli coni verso il palmo della mano, in modo da offrire più comfort durante il riding. Il diametro è inferiore rispetto alle Supracush e le ho trovate meno confortevoli per le mie mani in particolare sui giri lunghi, mentre la medaglia virtuale del comfort viene assegnata alle Supracrush, non solo per il design ma probabilmente per il diametro superiore.

Il colore delle Lockjaw si è “spento” e scurito fin dalle prime uscite, passando da un piacevole beige a un marrone “sporco”, anche a causa del palmo dei guanti neri, mentre il rosso delle Supracush è rimasto decisamente più vivo, seppur alonato.

Nulla da dire sulla mescola utilizzata, davvero morbida e che offre un gran grip: lo si nota dalle particelle di tessuto dei guanti che rimangono sul disegno diamantato, così come l’abbassamento dei blocchetti nei punti di maggiore presa a distanza di pochi mesi di utilizzo. 

Per quanto riguarda la robustezza laterale, siamo nella norma di tutte le manopole senza collarino esterno: basta una caduta o una “sbucciata” contro una pianta, e la parte esterna si taglia irrimediabilmente; questo non inficia l’integrità della manopola, ma c’è da tenere conto che è il rovescio della medaglia di questa tipologia.

A conclusione posso dire che i due modelli si differenziano in particolare per il diametro, che deve essere ben valutato per avere il massimo feeling con la propria bici (e non solo in base al comfort); in questi modelli, la parte di presa con il palmo è identica mentre cambia la parte di presa con le dita, e bisogna ponderare se si passa più tempo con il palmo completamente chiuso (trail riding) o semi-chiuso (enduro o downhill).