Lo scorso anno Shimano ha fatto la gioia di molti appassionati introducendo la trasmissione a 12 velocità anche per i suoi gruppi Deore XT e SLX, dando così la possibilità un po’ a tutte le tasche di utilizzare la sua trasmissione a 12 velocità, già introdotta per il più costoso gruppo XTR. Ci ha poi inviato proprio il gruppo più abbordabile economicamente, ovvero l’SLX, completo di trasmissione, freni e ruote, che abbiamo subito sottoposto ad un test di lunga durata. Oggi vi parliamo dei freni.
Dal punto di vista estetico il nuovo pompante SLX è cambiato radicalmente e adesso è molto più simile al modello Deore XT. Spicca, infatti, una riduzione del serbatoio dell’olio minerale rispetto al precedente modello, in modo da ridurre i pesi.
La leva in alluminio offre un disegno ergonomico a favore del comfort, con una posizione degli assi ottimizzata. E’ caratterizzata ancora dal profilo Servo Wave, messo a punto da Shimano per garantire un rapido recupero della distanza tra pastiglie e disco. In questo modo si riduce il rischio di interferenze che possono generare un graduale aumento della pressione del circuito idraulico, a tutto vantaggio quindi di una maggiore modulabilità della frenata.
La leva, inoltre, come in passato, integra il registro di regolazione del reach, ovvero della distanza della leva stessa dal manubrio, che in questo modo è possibile personalizzare senza alcun attrezzo.
Il pompante presenta l’attacco al manubrio I-SPEC EV, progettato per aumentare la rigidità della leva del freno spostando la posizione della fascetta verso l’interno. Consente, inoltre, di regolare sia il posizionamento che l’angolo di rotazione.
La pinza a 2 pistoncini, anch’essa in alluminio, offre sempre l’inserimento delle pastiglie dall’alto. L’attacco della tubazione integra un raccordo banjo grazie al quale è possibile personalizzare l’angolazione della stessa tubazione in ingresso alla pinza. Tubazione che adesso ha un percorso interno rispetto alla pinza, invece che esterno come in passato.
Le operazioni di spurgo sono facilitate dalla tecnologia One Way Bleeding, con la quale lo spurgo avviene in maniera monodirezionale con la modifica della posizione del nipplo di spurgo per semplificare le operazioni di manutenzione. I freni sono forniti di serie con pastiglie a mescola organica (come da noi ricevuti) oppure sinterizzata metallica. In opzione è possibile averle con le alette di raffreddamento secondo la tecnologia Ice Technologies di Shimano.
Con questo impianto Shimano ci ha inviato due dischi RT-MT900, quindi della gamma XTR.
Sono dotati della nuova struttura Ice Technologies Freeza, ovvero una struttura a sandwich a tre strati leggera e molto efficiente in acciaio inox/alluminio/acciaio inox per migliorare la dissipazione del calore, in aggiunta ad un leggero rivestimento con una particolare vernice che dissipa il calore sui segmenti in alluminio esposti. Sono disponibili nel diametro da 140, 160, 180 e 203 millimetri. L’attacco al mozzo è, come di consueto per Shimano, il Center Lock.
Il peso da noi rilevato del singolo impianto anteriore con tubazione originale è stato di 278 grammi, escluso il disco che nel diametro da 160 mm ha un peso di 114 grammi comprensivo del lock ring. Il singolo impianto senza disco è in vendita al prezzo di € 114,99 mentre il solo disco costa € 74,99.
Info: bike.shimano.com
Trovo molto migliorato l’aspetto estetico, che adesso riprende molto il i più costosi modelli XTR e Deore XT. Il pompante si installa facilmente al manubrio grazie al collarino apribile. In questo modo è possibile, infatti, installare i freni senza dover necessariamente rimuovere manopole e comandi cambio oltre che gli eventuali comandi remoti di reggisella telescopico e forcella, senza dubbio un valore aggiunto che si sente in fase di montaggio. Ho apprezzato, poi, le possibilità di regolazione del posizionamento del pompante grazie al nuovo attacco I-SPEC EV, con il quale è possibile anche decidere l’angolo di rotazione preferito.
Anche la pinza non comporta particolari difficoltà in fase di montaggio. Montaggio facilitato infatti dal raccordo banjo posto sul terminale della tubazione che entra nella pinza. In tal modo è possibile trovare la migliore angolazione per la tubazione anche se si ha un telaio dal disegno particolare. Una caratteristica che dovrebbero sfruttare anche i produttori di bici, visto che non capita di rado trovare una bici appena acquistata con angolazioni assurde della tubazione in ingresso alla pinza nonostante la presenza di questo utile raccordo. Ho apprezzato, inoltre, la scelta di Shimano di un percorso della tubazione sul lato interno della pinza piuttosto che all’esterno come avveniva in passato, a vantaggio quindi di una maggior protezione dagli impatti. Il caricamento delle pastiglie avviene come sempre dall’alto e lo si apprezza visto che non richiede lo smontaggio della ruota o della pinza per la sostituzione.
Ho trovato molto comodo l’azionamento della leva anche dopo diverse ore in sella. Già il modello precedente si era fatto apprezzare in tal senso e questa evoluzione non ha fatto altro che confermare le mie aspettative. Rispetto ai modelli di alta gamma Deore XT e XTR manca la lavorazione sulla leva per migliorare il grip in condizioni di bagnato, tuttavia la sua finitura opaca aiuta ad evitare fastidiosi scivolamenti.
Già sul precedente modello era presente il registro di regolazione della distanza della leva dal manubrio, integrato direttamente sulla leva tramite un piccolo pomello. Questa presenza viene confermata anche sul nuovo modello e lo si apprezza visto che è possibile effettuare questa personalizzazione senza bisogno di alcun attrezzo e anche se si indossano i guanti.
Gli SLX non hanno richiesto un lungo periodo di rodaggio per dimostrare una potenza frenante ben al di sopra delle aspettative che in genere si hanno nei confronti di un prodotto di media gamma e considerata anche la presenza di due soli pistoncini. Una caratteristica che hanno mantenuto anche sul lungo periodo, in combinazione con una modulabilità di pari livello.
Solo nelle discese veramente lunghe si arriva ad avvertire la necessità di avere pastiglie a mescola sinterizzata metallica anziché organica, dipende quindi dal tipo di percorsi che di solito si affronta. In questi frangenti, comunque, la particolare struttura dei dischi ha contribuito a mantenere la temperatura su livelli ancora ben gestibili, visto che non ho mai avvertito alcuna perdita di efficienza dell’impianto ma sempre una buona prevedibilità nella risposta.
A conclusione del lungo test posso esprimermi più che positivamente nei confronti di questi freni, che per una destinazione d’uso dall’XC non agonistico al trail ride non hanno nulla da invidiare a modelli più blasonati e anche più costosi.