“Non mi pongo limiti: voglio vincere il Mondiale in Val di Sole”. In un Paese in fase di ripartenza, ma allo stesso tempo lacerato dagli effetti della pandemia da COVID-19, trovare un atleta di quasi 29 anni (li compirà domenica) con un tale bagaglio di certezze è fatto più unico che raro.
E se quell’atleta si chiama Gerhard Kerschbaumer ed è attualmente il numero uno in Italia nella Mountain Bike, il movimento ciclistico nazionale ha un motivo per sorridere, nonostante la ripartenza della stagione delle ‘ruote grasse’ stia prendendo forma molto lentamente.
“La situazione è molto difficile da inquadrare. È chiaro che allo stato attuale è già saltata buona parte della stagione. Domenica esordirò alla Swiss Bike Cup: sono felice di ritrovare avversari del calibro di Schurter, Tempier, Flückiger e Marotte. Sarà un bel test.”
‘Gery’, come tutti i suoi colleghi, ha incassato il colpo delle nuove cancellazioni nel calendario di una Coppa del Mondo ridotta all’osso. Al momento soltanto Nove Mesto (Repubblica Ceca) ha confermato il proprio appuntamento, posizionato proprio alla vigilia del Mondiale di Leogang, in Austria, nuova sede iridata anche per il Cross Country dopo la rinuncia di Albstadt (Germania). “È strano prepararsi nella completa incertezza – spiega l’altoatesino – ma non abbiamo alternative: Nove Mesto e Leogang sembrano voler confermare i rispettivi appuntamenti. In queste gare di fatto ci giochiamo la stagione”.
Una situazione che preoccupa anche per lo scenario futuro della Mountain Bike. “Inutile girarci attorno, qualche sponsor potrebbe gettare la spugna nei prossimi mesi e alcune piccole società rischiano di scomparire. Le grandi squadre e organizzazioni di eventi, seppur a fatica, incasseranno il colpo e ripartiranno, ma la crisi economica investirà chi è meno strutturato”.
“È un vero peccato perché il movimento italiano della Mountain Bike era in decisa crescita – continua Kerschbaumer – con tanti giovani forti e competitivi. Come ha sottolineato il nostro coordinatore Davide Cassani, gli effetti sul movimento giovanile potrebbero essere devastanti. Ma d’altro canto, dopo quanto accaduto in particolare nel Nord Italia, il compito delle istituzioni non è facile: un passo falso potrebbe generare danni incalcolabili”.
Il Campione Italiano ha trascorso il periodo del lockdown nella sua Verdignes, frazione del comune di Chiusa, dove è riuscito a tenersi in allenamento. “Mi sono costruito un circuito attorno a casa – racconta Kerschbaumer.- Sul maso c’è spazio e tanto lavoro da fare. Fortunatamente ho potuto allenarmi, sia su alcuni piccoli sentieri ricavati nella mia proprietà che sul rullo, ma senza guardare alla parte statistica. Faccio di testa mia, come una volta: ai watt preferisco le sensazioni”.
A un 2020 ormai compromesso, seguirà un 2021 che promette di essere scoppiettante, con la nuova calendarizzazione dei Giochi Olimpici di Tokyo, e il ritorno dei Campionati del Mondo di Mountain Bike in Italia, nella terra eletta delle ruote grasse, la Val di Sole. Un doppio impegno che non spaventa il portacolori della Torpado. “Il mio Team Manager Mauro Bettin è rimasto sorpreso quando gli ho raccontato che preferisco vincere il Mondiale in casa rispetto a una medaglia Olimpica, ma io sono cresciuto con il sogno di indossare quella maglia e ho una concreta occasione di conquistarla a pochi chilometri da casa mia”.
“Olimpiadi o Mondiali, una cosa è certa: il 2021 sarà la stagione più importante della mia carriera – ammette il vincitore di Internazionali d’Italia Series 2019. – A 30 anni certi treni non passano ancora tante volte, bisogna dare tutto per poterci salire, nonostante la concorrenza. Schurter è un grandissimo, ma quando Van der Poel ha la forza per imprimere un cambio di ritmo è meglio lasciar perdere e concentrarsi sulla propria andatura. Mathieu è il più forte di tutti. Io sono un regolarista: in salita vado forte e tengo la condizione per un lungo periodo di tempo. Con lavoro, costanza e regolarità so che posso farcela”.
Sognando l’Inno di Mameli e la doccia di champagne al termine di un grande trionfo, ‘Gery’ si appresta a festeggiare il primo compleanno da marito e da papà. “Se proprio devo dare un lato positivo al COVID, trascorrere così tanto tempo con mia moglie e mio figlio è stato una fortuna insperata. Fare il padre a tempo pieno è bellissimo”. Ma niente paura: fra i sentieri di tutto il mondo, Kerschbaumer ha ancora tanto da conquistare e mai come stavolta ci sarà spazio per una dedica. Di quelle speciali, come i suoi sogni.
(Foto© Michele Mondini)