Il 7 luglio il Presidente Renato Di Rocco, il Segretario Generale Paolo Pavoni, il Responsabile della Commissione Tutela della Salute e Medico Federale dott. Marciano e il Segretario della stessa commissione, dott. Mirri, hanno tenuto una call con la Commissione Tecnico Scientifica. Nella stessa giornata il Presidente ha avuto anche un incontro con il Segretario Generale del Coni per richiedere un aggiornamento dell’Allegato 4 del DPCM, che prevede che sia adeguato alla situazione della diffusione del contaggio
Il Presidente Di Rocco ha illustrato le risultanze di questi incontri ai presidenti dei Comitati Regionali e al Consiglio federale nella sua ottava riunione dell’anno che si è tenuta il 9 luglio. “Attendiamo una risposta ufficiale dalla CTS – ha detto il presidente Di Rocco – e il DPCM del 14 luglio che dovrebbe autorizzare a livello nazionale lo svolgimento delle gare di gruppo. L’attenzione di molti è soprattutto sul calendario professionistico ma la Federazione ha a cuore l’attività a tutti livelli e categorie, che sta ripartendo nelle discipline individuali con una grande risposta da parte del movimento. Ci auguriamo che l’annunciato DPCM del 14 luglio possa fare chiarezza, ma questa indecisione non danneggia solo noi, è un problema che coinvolge tutto il mondo dello sport.”
Ci sono diverse regioni che stanno deliberando la ripresa delle manifestazioni, alcune delle quali fanno riferimento ai protocolli federali che però sono ancora fermi all’attenzione della Commissione Tecnico Scientifica. In attesa di una risposta chiara dalle Istituzioni, la Federazione invierà le linee guida all’esame delle Regioni che hanno aperto a gare di gruppo e sport di contatto.
Un passaggio delle comunicazioni del presidente ha toccato anche il tema della partecipazione di atleti italiani a gare all’estero in risposta a diverse polemiche di questi giorni. Il presidente Di Rocco ha ricordato che il Consiglio federale ha applicato le disposizioni governative: se non si può gareggiare questo vale per tutti i cittadini italiani, sia in Italia che all’estero. Il divieto di gareggiare all’estero è stato previsto anche a tutela della salute degli atleti perché altri Paesi hanno situazioni epidemiologiche e di disposizioni anti contagio diverse dall’Italia.