La Scalpel rappresenta da tempo la piattaforma XC/marathon di punta per Cannondale. Lo scorso maggio il marchio americano ha presentato un’evoluzione di questo modello, che porta una serie di novità radicali a questa piattaforma da 100 mm di escursione ad entrambe le ruote da 29″, come andremo adesso a vedere.

DESCRIZIONE

Un telaio completamente rinnovato quello della Scalpel, che propone una costruzione in carbonio con tecnologia BallisTec Hi-MOD, un metodo di lavorazione proprietario Cannondale che consente la realizzazione di un telaio ad alta resistenza e rigidità. Ma iniziamo con il video unboxing.

Le geometrie della Scalpel si sono ulteriormente evolute, proponendo adesso un angolo di sterzo più aperto, un piantone più verticale e un interasse di dimensioni generose a favore di una maggiore stabilità alle alte velocità, mantenendo nel contempo un carro compatto per conferire al mezzo l’agilità nell’affrontare i tratti più guidati.

La novità principale riguarda lo schema di sospensione, denominato FlexPivot. Il carro, in pezzo unico, presenta delle zone flessibili in corrispondenza dei foderi inferiori, realizzate in resistente fibra di carbonio brevettata, che agiscono sostanzialmente come un Horst Link virtuale.

E’ ben nota la valenza dello schema di sospensione con Horst Link, ovvero dotato di fulcro posto sui foderi inferiori, in posizione inferiore rispetto all’asse della ruota posteriore. Uno schema che garantisce un’elevata sensibilità della sospensione agli urti ma il rovescio della medaglia è una tendenza all’affondamento del carro, in fase di spinta sui pedali, se non ben controllato mediante attivazione di una piattaforma stabile di pedalata agendo sulla leva di regolazione della compressione dell’ammortizzatore. Le zone flessibili presenti sui foderi della Scalpel sono realizzate in base alla taglia della bici tramite le tecniche di costruzione Proportional Response di Cannondale, in modo da consentire alla sospensione di essere regolata su misura, in base all’altezza del rider. L’adozione del FlexPivot, inoltre, elimina bulloni e cuscinetti, a favore quindi di una maggiore rigidità torsionale ma anche di una riduzione del peso e di una più facile manutenzione.

Il carro si collega al triangolo principale mediante un collegamento inferiore, che vede i cuscinetti posizionati all’interno del piantone a favore quindi di una maggiore protezione dallo sporco, grazie anche alla presenza di un piccolo parafango. I foderi superiori si collegano, invece, direttamente al piede dell’ammortizzatore, a sua volta collegato anche ad un link di rinvio infulcrato nella parte mediana del piantone.

Pur in presenza di un perno passante, al posteriore i forcellini sono sostanzialmente aperti, questo per consentire di rimuovere rapidamente la ruota posteriore senza dover necessariamente sfilare il perno. Una caratteristica che trova i suoi vantaggi senza dubbio in ambito agonistico, laddove anche qualche secondo in più perso per sostituire la ruota lo si può pagare caro in termini di risultati.

Altra novità riguarda la trasmissione asimmetrica Ai, che fornisce spazio a sufficienza per gomme di sezione generosa, mantenendo nel contempo dei foderi di lunghezza ridotta, a favore quindi sia della trazione che dell’agilità.

L’instradamento interno al telaio di cavi, guaine e tubazione del freno posteriore è realizzato con il sistema DirectLine per ottimizzare le operazioni di manutenzione. Nel triangolo principale sono stati previsti, inoltre, due attacchi per porta borraccia. Il porta borraccia presente sul tubo obliquo integra alla base il kit STASH Cannondale, che comprende otto miniattrezzi in uno inseriti in una custodia a estrazione rapida, un kit di riparazione tubeless Dynaplug e una bomboletta di CO2 o una minipompa.

La gamma Scalpel si compone di sette versioni, di cui una per il pubblico femminile. La versione qui in test si trova sul secondo gradino a partire dal top di gamma.

Visto il pregiato allestimento, su questa versione non poteva mancare la forcella Lefty Ocho, nella versione in carbonio. Si tratta della caratteristica forcella monostelo rovesciata di Cannondale presentata due anni fa in occasione del lancio della F-Si. Con questo nuovo modello la Lefty ha perso la doppia piastra ma ha guadagnato un minor peso e una nuova cartuccia. Le regolazioni esterne riguardano la compressione su 6 click, agendo sul pomello posizionato sopra il fodero, e la riestensione su 23 click mediante il pomello posto in fondo allo stelo. In aggiunta troviamo il comando remoto a manubrio per attivare il bloccaggio completo. La valvola per l’immissione dell’aria, invece, è posizionata in fondo allo stelo, accanto al registro di riestensione.

Dietro abbiamo l’ammortizzatore Fox Float DPS nella versione Factory. Troviamo anche qui il comando remoto per attivare il bloccaggio e la possibilità di regolare la riestensione mediante l’apposito registro.

Le ruote sono realizzate dalla stessa Cannondale. Sono le HollowGram 25, con cerchio avente un canale da 25 mm di larghezza interna, 28 raggi DT Swiss Competition Race, a testa dritta e spessore variabile, e mozzi differenziati visto che all’anteriore troviamo quello dedicato alla Lefty Ocho e al posteriore un DT Swiss, entrambi ovviamente Boost.

Sul mozzo anteriore troviamo, inoltre, il sensore ruota Cannondale presentato lo scorso mese di maggio. Si tratta di un sensore che registra velocità, distanza e tempo. Facile da configurare, registra automaticamente questi dati al momento del movimento, senza bisogno di premere alcun pulsante. E’ in grado di registrare fino a 30 uscite prima di doversi sincronizzare con l’apposita App Cannondale, che fornisce anche notifiche automatiche di manutenzione in base alle ore di utilizzo.

Le gomme, a marchio Schwalbe, sono entrambe da 2.25″ di sezione ma differenziate nel modello tra anteriore e posteriore. Davanti troviamo infatti una Racing Ray EVO Snake Skin con mescola Addix Speedgrip (visibile nella foto più sopra) mentre al posteriore c’è una più scorrevole Racing Ralph EVO SnakeSkin con mescola Addix Speed.

Il comparto freni proviene da Shimano, con l’adozione degli XTR e dischi da 160 mm di diametro.

La trasmissione, a 12 velocità, è quasi interamente Shimano XTR, con cassetta pignoni 10-51T e catena entrambe Deore XT mentre la guarnitura è una Cannondale HollowGram con corona 34T e movimento centrale di tipo press fit.

Anche manubrio e attacco sono realizzati in casa. Il primo è il Cannondale 1 Flat da ben 760 mm di larghezza ed il secondo è il Cannondale 1 da 80 mm di lunghezza. Le manopole, invece, sono le ESI Chunky in silicone.

La seduta si compone di una sella Prologo Dimension NDR e di un reggisella Enve Seatpost 400mm da 31,6 mm di diametro.

Specifiche

Telaio:BallisTec Hi-MOD Carbon
Escursione ant.:100 mm
Escursione post.:100 mm
  
Forcella:Cannondale Lefty Ocho Carbon
Ammortizzatore:Fox Float DPS Factory
Comando cambio:Shimano XTR, 12v
Cambio:Shimano XTR
Guarnitura/Mov. centrale:Cannondale HollowGram, 34T – PressFit 30
Cassetta pignoni:Shimano Deore XT, 10-51T 12v
Catena:Shimano Deore XT
Freni:Shimano XTR, 160/160 mm
Ruote:Cannondale HollowGram 25 – 25c – 28 raggi DT Swiss Competition Race 2/1.8/2mm – Lefty 60 15×110 mm/DT Swiss 12×148 mm
Coperture:Schwalbe Racing Ray EVO SnakeSkin Addix Speedgrip 29 x 2.25″ / Schwalbe Racing Ralph EVO SnakeSkin Addix Speed 29 x 2.25″
Manubrio:Cannondale 1 Flat, 760 mm larghezza
Manopole:ESI Chunky
Attacco manubrio:Cannondale 1, 80 mm lunghezza
Serie sterzo:integrata
Reggisella:Enve Seatpost 400mm, 31,6 mm diametro
Sella:Prologo Dimension NDR
Peso: 10,1 kg (taglia L, senza pedali)
PREZZO:€ 7.999,00

Geometrie

Taglie disponibili:S-M-L-XL
Piantone:430-440-480-520 mm
Angolo sterzo:68°
Angolo piantone:74,5°
Orizzontale virtuale:576-599-622-644 mm
Altezza movimento centrale:331 mm
Tubo sterzo:95-105-115-125 mm
Carro posteriore:436 mm
Reach:415-435-455-475 mm
Stack:582-591-601-610 mm
Standover:743-745-745-748 mm
Interasse:1128-1151-1175-1199 mm

Info: cannondale.com

IL TEST                                                                                                     di Amedeo Liguori

In sella

Gli spazi sono proporzionati a dovere e la seduta è ottima. Colpisce la larghezza del manubrio, che probabilmente alcuni desidereranno ridurre, a meno che non abbiano delle spalle ben larghe.

Per la regolazione del SAG della forcella viene in aiuto l’etichetta adesiva posta sul fodero, dove sono indicati i valori di pressione consigliati in funzione del peso del biker. Utilizzando i valori proposti mi sono trovato sostanzialmente bene già dalla prima uscita, affinandoli poi in quelle successive. Per il SAG dell’ammortizzatore, invece, si può sfruttare il solo O-ring che scorre sullo stelo. Sono partito da un affondamento del 20%, trovandomi bene in gran parte delle situazioni.

In pianura

La Scalpel offre un’eccellente prontezza alla spinta sui pedali, sfoggiando un’accelerazione che posso dire al livello di una front da XC. Merito di un’elevata rigidità torsionale del telaio ed al lavoro della sospensione, che non mi ha mai fatto rilevare fastidiosi affondamenti del carro. Sui fondi più compatti è possibile sfruttare il bloccaggio delle sospensioni per trasformare la Scalpel in una front da XC nel caso si voglia rilanciare l’andatura. Ad idrauliche aperte, comunque, la sospensione non si impigrisce mai regalando alla bici una notevole trazione senza farsi rallentare dalle asperità. In questo contesto ottima la scelta di una gomma posteriore molto scorrevole.

In curva

L’angolo di sterzo è più aperto della media per il segmento di utilizzo, tuttavia viene mitigato da un rake della forcella pari a ben 55 mm. Il risultato è un compromesso eccellente, per la Scalpel, tra mantenimento della traiettoria nelle curve più veloci e agilità nei tratti più lenti e tortuosi. Nei singletrack in pianura, inoltre, ho notato che non richiede particolari avanzamenti per mantenere la ruota anteriore ben piantata sul terreno. Nel lento si potrebbe guadagnare qualcosa in più con un manubrio leggermente più stretto.

In salita

Grazie ad un bilanciamento globale e ad un peso molto contenuto, la Scalpel è un’arrampicatrice disinvolta anche nei tratti più ripidi. La sospensione offre tutta la trazione che serve anche quando sui fondi più sconnessi la tassellatura della gomma posteriore farebbe rischiare di mettere il piede a terra.

Anche in questo caso, nei tratti più scorrevoli, è possibile sfruttare il bloccaggio di entrambe le unità ammortizzanti, per salire con un ritmo più elevato di quanto si possa immaginare con una biammortizzata. In queste occasioni ho apprezzato anche la risposta molto rigida delle ruote, non avvertendo alcuna flessione delle stesse neanche spingendo in piedi sui pedali.

In discesa

L’ottimo bilanciamento del mezzo rende la Scalpel molto piacevole da guidare anche a ritmi elevati. Non arriva a stancare e regala una padronanza quasi al livello di un mezzo di maggiori escursioni, oltrepassando quelli che sono i limiti del proprio formato. La qualità del lavoro delle sospensioni, infatti, fa sì che i 100 mm di escursioni sembrino di più. Non siamo ovviamente a livello di un mezzo da trail ride ma per avvicinarsi ad esso basterebbero un paio di gomme più aggressive e un reggisella telescopico, sebbene il diverso angolo di sterzo richiederebbe comunque qualche attenzione in più alle velocità più elevate.

Il carro non ha mai manifestato impuntamenti quando si agisce sul freno posteriore, a tutto vantaggio della sicurezza. Per aumentare il mordente si potrebbe optare per coperture un po’ più aggressive, andando però a perdere poi qualcosa in termini di scorrevolezza sui fondi più compatti. I freni hanno fornito sempre un’ottima risposta, mi sarebbe piaciuto però trovare un disco da 180 mm all’anteriore.

Conclusioni

La Scalpel Hi-MOD 1 ha un potenziale enorme, oltre che un prezzo non accessibile a tutti. La qualità e gli allestimenti pregiati comunque si pagano ma allo stesso tempo sul campo ripagano con prestazioni di livello elevato, in grado di garantire le posizioni più alte in classifica a chi vi aspira oppure performance di alto livello a chi desidera misurarsi con gli amici o semplicemente spremere il massimo dalle proprie capacità.