Erwin Ronzon lo scorso anno si è messo in evidenza, non solo nell’enduro nazionale ma anche a livello internazionale con un’ottima prestazione al Trofeo delle Nazioni di Finale Ligure. Un peccato che quest’anno non ci sia stato ancora modo di vederlo gareggiare, ma intanto lui sta già scaldando le gomme…

Età: 23.

Vive a: Mel (BL).

Musica preferita: nessuna in particolare.

Hobby: sci alpinismo, fotografia/video.

Percorso preferito: Giro dei 4 passi (Dolomiti).

MTB-VCO: Ciao Erwin, ci dici quando e perché hai cominciato ad andare in mountain bike?

Erwin Ronzon: Ho iniziato da piccolissimo, all’età di 5 anni ho cominciato con le prime garette promozionali di XC. A 15 anni circa ho cominciato a fare qualche gara di enduro ed è stato amore a prima vista.

MBV: Ti ricordi qual è stata la tua prima gara e com’è andata?

ER: La mia prima gara in assoluto non me la ricordo. Mi ricordo però la mia prima gara di enduro. Usavo la bici di mio papà, avevo un casco taglia XXL che aveva una vita tutta sua, scendevo con una mano sul manubrio e una sul casco per riuscire a vederci fuori, che scene!

MBV: Un bilancio abbastanza positivo per te quello del 2019. Partiamo dal Campionato Italiano a La Thuile, dove hai chiuso al 5° posto. Com’è andata quella gara?

ER: Sicuramente la mia miglior stagione fino ad ora quella del 2019, sono molto contento di questo continuo miglioramento, speriamo continui anche i prossimi anni. Le gare a La Thuile mi piacciono molto, il paesaggio, i percorsi e l’atmosfera sono fantastici. I sentieri sono molto lunghi e fisici, non proprio adatti alle mie caratteristiche. La gara è andata bene, nessun grosso errore, sono contento di aver chiuso nella top 5.

MBV: Risultati rilevanti anche nel Superenduro, dove hai chiuso al 3° posto e davanti a nomi di un certo spessore.

ER: Il 3° posto nel campionato Superenduro è stato davvero inaspettato, prima dell’ultima gara avevo fatto due conti e avevo visto che c’era una piccola possibilità di salire sul podio. La pioggia nell’ultima tappa ha dato una mano e sono riuscito a finire 3° sia in gara che in campionato. Sono solito essere abbastanza costante nei risultati delle gare e questo ha pagato.

MBV: Buoni risultati li hai avuti anche nell’Enduro World Series, compreso il Trofeo delle Nazioni dove sei entrato nella top 10. Cosa si prova a gareggiare con i top rider di tutto il mondo?

ER: Quella del Trophy of Nations è stata la gara più emozionante della mia vita. Correre in squadra con due amici (Mirco Vendemmia e Marcello Pesenti), in Italia e in mezzo a una montagna di pubblico è stato pazzesco e speciale. Spero di poterlo rifare presto! E’ sempre bello correre con atleti molto forti, è utile osservarli durante le prove e vedere come affrontano i tratti tecnici.

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MBV: Cosa ti passa per la testa quando sei sulla start line?

ER: Di solito penso a cosa mi aspetta durante la prova speciale, i punti critici da ricordare, le parti dove bisogna sprintare o dove non bisogna esagerare e poi cerco di motivarmi per dare il 100% durante la prova.

MBV: Hai un tuo idolo nel mondo dell’enduro?

ER: Non ne ho uno in particolare, osservo molti atleti e cerco di rubare con gli occhi un po’ da tutti per riuscire a migliorarmi sempre di più.

MBV: Normalmente quanto tempo dedichi all’allenamento?

ER: Di solito faccio 6 giorni di allenamento su 7 con a volte anche la doppia seduta giornaliera. Vario molto tra enduro, strada, palestra, trial, ecc., mi stufo facilmente a fare sempre le stesse cose. Quest’anno ho cambiato preparatore, sono seguito da Davide Dal Pian, mio ex compagno di squadra, mi sto trovando molto bene, c’è un buon feeling e un buon dialogo tra di noi, una cosa molto importante secondo me.

MBV: Domanda a bruciapelo: perché proprio l’enduro?

ER: Perché l’XC mi aveva stufato, cercavo qualcosa di più divertente e discesistico. L’enduro secondo me è un mix perfetto tra tecnica e prestazione fisica, la vera essenza della MTB. La bici da enduro ti permette di raggiungere dei posti unici, con panorami mozzafiato, è il mezzo che preferisco per avventurarmi in montagna.

MBV: Ci descrivi la bici che hai utilizzato la scorsa stagione? E quest’anno invece?

ER: Lo scorso anno ho usato la Yeti SB150, quest’anno corro con la Santa Cruz Megatower, sono entrambe ottime bici. La SB150 è molto pedalabile ma anche parecchio nervosa, la Megatower invece è una mangia sassi, una macchina da guerra ottima per le gare, non vedo l’ora di attaccarci un numero sul manubrio!

MBV: Nessuno si sarebbe aspettato una stagione agonistica come questa, stravolta dall’emergenza Covid-19. Pensi che ci sarà ancora modo di realizzare qualche obiettivo che ti eri posto quest’anno?

ER: Questi mesi sono stati molto strani e in parte anche rigeneranti se vogliamo, forse è stato il periodo più lungo senza gare di tutta la mia vita, da quando avevo 7/8 anni ho sempre fatto gare di bici d’estate e di sci d’inverno. A me però prima di tutto piace andare in bici, fare sport con gli amici, stare all’aria aperta, in montagna, cosa che da quando è finita la quarantena forzata sto facendo quasi tutti i giorni.

A inizio preparazione come ogni anno ho scritto i miei obbiettivi fissati in cima alle tabelle di allenamento, per il momento sono ancora lì che attendono. Le uniche date che ci sono state riferite sono quelle delle gare EWS che per il momento sono state posticipate a questo autunno, vedremo! Per adesso cerco di continuare ad allenarmi, di condividere le mie passioni sui social e soprattutto a divertirmi.

MBV: Grazie dell’intervista Erwin ed in bocca al lupo per questo 2020!

ER: Grazie a voi! Un saluto a tutti i lettori, buone pedalate!