Oggi volevo proprio fare un giretto tranquillo al Moncenisio che avevo nel mirino da tempo: il Col de Sollieres è in effetti una tra le gite più frequentate della zona, e viene unanimemente descritta come facile, sia in termini di impegno fisico che di livello tecnico.
A dire il vero, guardando poi i dati riepilogativi, ci sarebbe da ridire sull’impegno fisico: 1400 metri sono comunque un dislivello importante, anche se le salite sono sempre dolci e ben pedalabili.
In realtà io ho voluto prenderla molto alla lontana, partendo dalla Grand-Croix appena sopra alle Scale (nei pressi dell’ecomostro che ospita le rovine dell’Hotel Malamot): già questa scelta incauta fa allungare il giro di una decina di chilometri, necessari per bordeggiare il grande bacino lacustre sino al suo termine, presso il Colle del Moncenisio vero e proprio (2081 mt): se quindi volete accorciare potete tranquillamente partire da qui, senza che vi perdiate nulla di particolare (a parte i bellissimi scorci panoramici che si godono da bordo strada)!
La gita vera e propria comincia dunque in discesa dal Col du Mont-Cenis (cappelletta nei pressi della Route Nationale): poche centinaia di velocissimi metri e si deve svoltare a sinistra nei pressi di La Ramasse (mt 2000, rivendita di formaggi) per poggiare finalmente le ruote sullo sterrato che risale in direzione del Replat des Canons.
In questo tratto sono concentrate le difficoltà maggiori dal punto di vista fisico (qualche breve rampa velenosa): subito imponenti le vedute sulla vallata dell’Arc ed il ghiacciaio de la Vanoise, che ci accompagneranno per buona parte del percorso. In breve si giunge al bivio per il Fort de la Turra: è una deviazione che comporta un aggravio di circa 4 km per 300 metri sul dislivello totale e che vi consiglio poiché dalla cima del forte mt 2507 si gode di un panorama strepitoso.
Ritornati sui propri passi al bivio per il forte si continua, dapprima in discesa e poi in dolce falsopiano in un bellissimo bosco sino a raggiungere le Replat des Canons mt 2098, dove arriva la seggiovia che sale da Lanslebourg.
Inizia ora la lunga risalita verso il Col des Sollieres, mai impegnativa e super panoramica, che nella prima parte segue le stradine di servizio degli impianti per poi imboccare, tra bellissime praterie alpine, l’esile traccia che corre a mezzacosta in direzione del Colle.
L’impegno fisico è sempre modesto, anche se il lunghissimo sentiero è franato in prossimità del colle e richiede qualche attenzione nel superamento di questi tratti.
Un ultimo tratto pianeggiante conduce al Col de Sollieres mt 2639, ampia insellatura erbosa posta tra il Mont Froid e le Signal de Mont-Cenis.
Da qui possiamo iniziare una divertentissima discesa su single trail, mai difficile tecnicamente, che dopo aver attraversato una caratteristica fascia calcarea conduce ad imboccare un’ampia sterrata che porta ad incrociare la strada asfaltata in direzione del Refuge du Mont-Cenis (breve deviazione, non meritevole in quanto si svolge su strada aperta al traffico).
Imbocchiamo l’asfalto in discesa (qualche taglio possibile sulle numerose stradine sterrate circostanti) in direzione del Grand Lac, per deviare a destra in prossimità della Cappella di St. Barthelemy: attraversato il torrente la strada diviene un’ampia sterrata che costeggia dall’alto il lago con magnifici scorci panoramici.
Si sale molto dolcemente e senza alcuna difficoltà si guadagna con un ultimo e più deciso strappo l’insellatura posta sotto al Forte di Variselle: una veloce discesa ci riporta in breve in prossimità del muraglione della diga e da qui alla Grand Croix dove siamo partiti stamane.
Gran bel giro, purtroppo caratterizzato da lunghi tratti di sterrato e di asfalto. La discesa dal Col de Sollieres è molto scorrevole e facile, ideale per far avvicinare qualcuno alla pratica dei single trail in quota… In zona moltissime varianti possibili, prima fra tutte quella che porta al forte di Malamot: l’avevo fatta tanti anni fa, prossimamente ci farò un pensierino…
Ah, dimenticavo… l’orsetta su questo tipo di percorsi è strepitosa!
Testo e foto di Fabrizio Godio
(Ndr – itinerario realizzato in periodo antecedente all’emergenza Covid-19)