Oggi mi è tornata la voglia di esplorare… Già, in un mondo dove basta aprire Google per trovare ennemila itinerari e tracce in ogni angolo delle Alpi capita di voler puntare il dito sulla carta geografica e dire: voglio andare qui… E quando non si trovano informazioni in merito la curiosità aumenta ancora di più e con essa la voglia di andare a vedere di persona.
In realtà i casi potevano essere soltanto due: o il posto è talmente bello che i locali ne custodiscono gelosamente i segreti oppure è talmente brutto ed impervio da non meritare alcuna citazione.
Ma andiamo con ordine: se prendete la carta svizzera potrete notare, incastonata tra la valle del Rodano e la Binntal, una lunga ed incassata vallata chiusa verso nord dalle cime del Rappehorn e del Chummehorn: si tratta della Rappetal, sormontata da una lunga ed ampia dorsale erbosa, l’Arnergale. Non si tratta di una vera e propria cima, trattandosi per l’appunto di tutta una serie di gibbosità che si elevano da questa sorta di tavola inclinata. La conformazione fisica lasciava ben sperare, e poi qualche indizio ce l’avevo: anni fa, durante una giornata di skialp verso il Sempione sferzato dalla tormenta, ci eravamo spinti da queste parti risalendo dagli impianti di Mühlebach una lunga strada forestale che si apriva poi verso le ampie praterie dell’Arnergale. I miei ricordi sbiaditi mi lasciavano ben sperare…
Fatta questa lunga premessa, eccomi dunque pronto a partire dal lindo ed ordinato paesino di Ernen alla volta di Mühlebach: e qui la prima sorpresa, la seggiovia non c’è più, evidentemente smantellata perché poco remunerativa. C’è ancora però la strada forestale che risale alla volta di Chäserstatt: larga, sinuosa, dal fondo perfetto e dalle pendenze regolari: davvero un piacere pedalare in un ambiente così rilassante.
Senza grosse fatiche arrivo dunque a Chäserstatt, dove un tempo era situata la stazione di monte della seggiovia: qualche baita, due grossi alberghi in fase di ristrutturazione, ottima vista sulla valle del Goms e la Fieschertal con il suo grande ghiacciaio.
Primo step della gita archiviato con grossa soddisfazione: e qui arriva il bello, ora si tratta di risalire alla volta di Schäre, grosso alpeggio che segna l’inizio della lunga dorsale dell’Arnergale.
Pochi metri e mi si para davanti una bella trattorabile dalle pendenze assurde che risale tra il bosco ormai rado ed i pascoli: pochissimi i tratti pedalabili, e pertanto mi rassegno a spingere con sana pazienza, godendomi i vasti panorami. Quasi 500 mt di dislivello, ad essere ottimisti circa l’80% a spinta…
Giunto a Schäre fortunatamente si riesce a risalire in sella e si pedala su una traccia inerbita in direzione nord-est: l’ambiente è quello tipico delle praterie alpine d’alta quota, peccato che il fondo è davvero troppo irregolare, disseminato di rocce che costringono spesso a scendere di sella.
Superato il piccolo alpeggio di Niwi Hitta mt 2329 la situazione peggiora decisamente, comincio ad averne le tasche piene e dopo aver percorso qualche centinaio di metri pongo termine alle mie fatiche in corrispondenza di una collinetta sormontata da una croce a q 2430 mt. Sarà la vera cima dell’Arnergale? Boh, sinceramente non me ne preoccupo più di tanto.
In discesa bisogna prestare la dovuta attenzione ai numerosi trabocchetti posti dal fondo irregolare, ma senza grossi problemi ritorno a Schäre dove, in base alla traccia che avevo preparato, ci doveva essere la possibilità di evitare un tratto della noiosa sterrata seguendo un sentiero, che in realtà si è rivelato poco redditizio (una lunga traccia diagonale a mezzacosta invasa dai rododendri e poco pedalabile).
Rientro dunque sulla gippabile a Chäserstatt, dove fortunatamente inizia la discesa su single trail verso Mühlebach: impegnativa, stranamente rispetto agli standard vallesani il sentiero è poco curato ed invaso dalla vegetazione. Richiede una guida attenta e buone doti discesistiche, ma nel complesso si rivela l’unica vera nota positiva della giornata.
Non tutte le ciambelle riescono col buco… se capitate da queste parti e avete un paio d’ore da spendere risalite sino a Chäserstatt e godetevi la discesa, non vale decisamente la pena proseguire oltre.
Il famoso dilemma iniziale sul fatto che la zona non fosse relazionata ora ha il suo perché…
Testo e foto di Fabrizio Godio
(Ndr – itinerario realizzato in periodo antecedente all’emergenza Covid-19)