A mio personale modo di vedere la gita di oggi rasenta la perfezione, un mix equilibrato di difficoltà fisiche e tecniche, unito ad un aspetto paesaggistico di prim’ordine, cosa non trascurabile poiché per quanto mi riguarda la MTB è essenzialmente un mezzo di trasporto per muovermi nell’ambiente naturale che più apprezzo…
Siamo, tanto per cambiare, nell’eldorado del Brianconnaise, un poco più a sud a dire il vero, al margine del Queyras. St Crepin è un placido paesello posto a circa 30 km da Briancon lungo la RN94 che conduce a Gap. Da qui iniziano le nostre fatiche in sella.
Una placida strada asfaltata dipartimentale RD738 conduce dopo alcuni chilometri a Le Villard: poco oltre inizia lo sterrato, in ottime condizioni, che risale con pendenze moderate alla borgata Moussière (acqua) con ottime vedute sul massiccio del Pelvoux.
Ai vari bivi si seguono sempre le chiare indicazioni per il Lac Lauzet, un lungo tratto semipianeggiante si inoltra nel Bois Noir per giungere ad un pianoro con una bergerie (cabane de Lauzet), dove le pendenze si fanno decisamente più impegnative sino al Lac de Lauzet mt 2205.
Il piccolo laghetto è un luogo davvero incantevole e induce ad una sosta ristoratrice: cercate di essere veloci, sin qui si arriva anche in auto e a metà mattina il luogo diventa assai popolato.
Dal lago al colle inizia la parte più difficoltosa della nostra ascesa. In realtà si riesce ancora a pedalare per un buon tratto, poi nei pressi di una grande pietraia il fondo inizia a peggiorare e bisogna accompagnare la bici, senza troppe difficoltà a dire il vero: solo gli ultimi 150 metri in vista del colle impongono il portage, circa 20 minuti di sofferenza che saranno poi ampiamente ripagati con gli interessi.
Si arriva al Col de Moussière mt 2352 e la vista sul versante di discesa vi farà ben presto dimenticare le fatiche della salita.
In sella dunque, sbloccate le vostre sospensioni e preparatevi ad una entusiasmante discesa che inizia con una lunga sezione facile su fondo terroso che porta via via ad affrontare i primi tornantini al limitare del bosco: e ne farete davvero una scorpacciata, sono davvero tantissimi e divertenti, mai banali ma nemmeno troppo difficili.
Qualche traverso esposto ed un breve passaggio in prossimità di un punto franato richiedono la dovuta attenzione tipica dei terreni franosi: con i freni incandescenti vi troverete ben presto nei pressi del ricovero forestale di Bois Durat, raggiungibile anche da una sterrata che voi ovviamente eviterete continuando sul sentiero che a poco a poco si avvicina al torrente.
Il punto chiave è il suo attraversamento, che avviene su una paratia scolmatrice in cemento (probabilmente in estasi da tornante finirete più sotto, volgete lo sguardo verso monte e la vedrete, basta risalire sull’esile sentierino che corre lungo la riva). Passati sull’altro versante vi attende una divertente serie di passaggi accanto ad una condotta dell’acqua intubata (insomma, tipo bisse vallesana), poi con un ultimo ripido sforzo si riguadagna la strada asfaltata percorsa ad inizio giornata per salire a Villard.
Un diavolo tentatore vi suggerirà di volgere rapidamente la prua in discesa per terminare velocemente le proprie fatiche, ma voi non lo ascolterete e ripercorrerete nuovamente in salita 200 metri sotto un sole cocente (visto che probabilmente sarete in piena canicola pomeridiana). Dal bivio superate le case di Villard un breve tratto di sterrata vi porterà a Les Guions, deliziosa frazioncina con un ottimo panorama sulla valle della Durance.
Nei pressi della bella chiesetta noterete un sentiero ed un cartello recante le indicazioni per St Crepin, imboccatelo senza indugi e vi troverete a disegnare ancora splendide curve e tornanti in un ambiente del tutto particolare e su fondo a ciottoli smossi molto divertente (è il sentiero des Thuriferes, una conifera particolare del posto). La classica ciliegina sulla torta a conclusione di una delle più belle discese mai affrontate.
Testo e foto di Fabrizio Godio