Maxxis è senza dubbio tra i marchi di gomme maggiormente preferiti dai biker. Un marchio forte di una lunga esperienza nel campo produttivo ma anche nel settore agonistico, dove ogni anno coglie numerosi successi in tutte le discipline. Il catalogo è particolarmente vasto e tra le varie proposte abbiamo pensato ad un’accoppiata per questo nuovo test.

DESCRIZIONE

La Shorty viene proposta come copertura versatile, con i suoi tasselli di forma squadrata e di media altezza pensati per aggredire i fondi compatti o mediamente smossi. Tasselli, inoltre, ben distanziati in modo da garantire anche l’autopulizia dal fango.

Anche qui troviamo la mescola 3C nella versione MaxxTerra mentre a protezione dalle forature e dai tagli c’è la tecnologia EXO, uno strato a trama fitta ma allo stesso tempo leggero che viene aggiunto sui fianchi. La carcassa da 60 tpi con cerchietto pieghevole presenta anche qui la connotazione tubeless ready.

Il peso da noi rilevato è stato di 1056 grammi. La Shorty è disponibile nei tre diametri ruota. Nel diametro da 29″ è proposta nelle sezioni da 2.3″ e 2.5″ oltre che in diverse versioni. E’ in vendita al prezzo di € 62,90.

La Minion DHR II presenta un battistrada che deriva in parte dal modello Minion DHF, in particolare nei tasselli laterali che però qui sono più larghi per fornire un maggior sostegno. La corona centrale alterna, invece, tasselli a rampa a favore dell’accelerazione con tasselli più ampi e squadrati per mantenere un maggior controllo durante le frenate brusche.

La mescola 3C adotta uno strato di base più duro, a favore della durata, e due strati superiori progressivamente più morbidi a favore della trazione. La versione MaxxTerra qui adottata si trova ad un livello intermedio tra la MaxxSpeed e la MaxxGrip, avendo maggior morbidezza e trazione rispetto alla prima e minor resistenza al rotolamento della seconda.

Per la protezione dalle forature e dai tagli la versione qui in test presenta una costruzione EXO+ che combina le tecnologie EXO e SilkShield. In aggiunta allo strato SilkShield che corre da un tallone all’altro troviamo, infatti, uno strato EXO lungo le pareti laterali della gomma. La carcassa è da 120 tpi con cerchietto pieghevole mentre la sigla TR indica la connotazione tubeless ready della copertura.

Il peso da noi rilevato è stato di 1028 grammi. La Minion DHR II è disponibile nei tre diametri ruota. Nel diametro da 29″ è proposta nelle sezioni da 2.3″, 2.4″ e 2.6″ oltre che in diverse versioni. E’ in vendita al prezzo di € 69,90.

Info: www.maxxis.com

Distributore per l’Italia: www.ciclopromo.com

IL TEST                                                                                     di Fabio Paracchini

Abbiamo utilizzato la Shorty all’anteriore e la Minion DHR II al posteriore. Il montaggio è stato effettuato su cerchi da 29″ con canale da 30 mm interno, insaponando il cerchietto per facilitarne la salita sul bordo del cerchio e adottando inizialmente un inserto anti-stallonamento. Pur “farcendo” gli pneumatici in questo modo, non abbiamo rilevato gravi difficoltà nel montaggio, complice sicuramente il cerchietto morbido. 
Lamentiamo la mancanza di una mescola extrasoft per la Shorty (la Maxx Grip) con carcassa da “enduro”, in quanto è prevista solo per la 2ply, e lo troviamo un peccato perché a nostro avviso è davvero la mescola di riferimento.

Il disegno del battistrada della Shorty, con tasselli poco fitti ma non alti è davvero aggressivo e mantiene le promesse di aggrapparsi a tutto, in particolare sul terreno cedevole sopra al compatto. La frenata è sempre decisa e efficace per la quasi totale assenza di smussature dei tasselli centrali e la rigidità della carcassa. In curva abbiamo trovato un gran feeling nonostante la mancanza di una fila di tasselli intermedi: Maxxis ha preferito decentrare una fila di tasselli alternata a quella centrale, facendo da ponte verso quelli esterni, inclinati a loro volta verso l’esterno ma con un giunto di supporto per dare solidità ed evitare flessioni e strappi alla base. Nonostante gli ampi spazi vuoti, non abbiamo avvertito mancanza di presa nel passaggio cruciale verso la presa in curva. Il consumo sulla fila laterale c’è stato ma non si è evidenziato alcun tipo di crepa, vero tallone d’Achille dei competitor. Sul fango il comportato è stato ottimo grazie ai tasselli ben spaziati che hanno favorito l’autopulizia.

La Minion DHR II adottata al posteriore non ci ha particolarmente entusiasmato dal punto di vista del grip nelle sezioni molto tecniche in salita ma era da aspettarselo considerata la mescola adottata, che rappresenta un compromesso tra scorrevolezza e aderenza: diventa quindi molto importante non eccedere con la pressione per far lavorare bene la carcassa e venire in aiuto ai tasselli. La percorrenza in curva è stata invece sempre precisa e sincera e sul fango ha garantito una presa e un’autopulizia nella media. Per quanto concerne infine la scorrevolezza, sulla confezione di entrambi i modelli la relativa voce è segnata con un quadrato su cinque ed è quello che abbiamo poi effettivamente rilevato sul campo, sebbene in aiuto alla Minion DHR II vi sia l’inclinazione del bordo di attacco nella corona centrale.

In un secondo tempo abbiamo voluto togliere gli inserti per provare le gomme in versione tubeless con liquido sigillante e verificare la differenza di prestazioni, avendo solo la carcassa come “filtro” dal terreno. Dal punto di vista del montaggio anche questa volta non abbiamo avuto problemi, considerato che erano già state montate e usate e quindi l’operazione è stata ancor più facile.

Entrambe le gomme si sono comportate molto bene senza l’inserto pur avendo tolto circa 500 grammi a ruota e si sono sentiti molto nella maneggevolezza della bici. Per quanto riguarda l’assorbimento degli urti, in particolare di quelli più piccoli e ravvicinati, segnaliamo una ovvia differenza di risposta più elastica e marcata all’anteriore che abbiamo ridotto con un piccolo intervento sul rebound della forcella; al posteriore invece siamo intervenuti aumentando la pressione interna per salvaguardare il cerchio da urti indesiderati contro gli spigoli vivi, non potendo più contare ovviamente sulla protezione extra della mousse.

Per tutta la durata del test non abbiamo avuto alcun problema di resistenza delle carcasse, che si sono dimostrate robuste quanto basta senza eccedere nel peso, rimanendo idonee per un utilizzo intenso, idonee a essere montate sia tubeless che con mousse. Il grip offerto dalla mescola Maxx Terra si è rilevato soddisfacente se non superiore alle aspettative iniziali, rimanendo equilibrato con il consumo della gomma posteriore. Considerato il basso valore di rotolamento, ci sentiamo di consigliarle principalmente a chi predilige le risalite meccanizzate o il montaggio su eBike.