Ci siamo incrociati circa 200 mt più in basso dal Col Gran Ferret, c’era una bella nebbia fitta e piovigginava Erano le 19.30 e con quel tempaccio era già quasi buio. Era un ragazzo straniero, camminatore, non so bene di dove. Ci siamo guardati un attimo e, credo, abbiamo sentito entrambi il bisogno di scambiare due parole con qualcuno.
Ci siamo parlati in francese, io gli ho chiesto quanto mancasse a “Le Col”, lui mi ha chiesto quanto mancasse all “alpage”, l’alpeggio più sotto. Entrambi abbiamo mentito un pochino, perché d’altronde era solo un po’ di incoraggiamento quello che cercavamo, non sapere davvero quanto mancasse.
100 km e 4500 di dislivello con lunghissimi tratti di trails esigentissimi. Due linee da sogno in particolare: dal Col de Balme, sopra Chamonix, a Trient e poi dal Col de la Forclaz a Champex-en-bas. Le linee che avevo sognato di trovare.
Il finale è stato duro, gli ultimi 500 mt verso il Col Gran Ferret sono stati impegnativi sotto tutti i punti di vista: fisico, emotivo e mentale. La stanchezza non aiuta, la nebbia e la pioggerellina non aiutano, il vento non aiuta ed il buio che sai essere in arrivo tanto meno. Ma poi inizi a dirti che le forze per fare quei 500m sai di averle, sei attrezzato per affrontare pioggia e freddo, hai una bella frontale potente per quando la luce andrà giù del tutto. E allora di che c’è da preoccuparsi ancora!?
È un allenamento all’autocontrollo. Semplicemente perché non c’è un alternativa, quella è la via che hai programmato e puoi solo andare avanti e scollinare. Che poi come inizia la discesa la testa si libera dai pensieri e sei solo concentrato sul sentiero, sulla guida. Sulle linee..
Buongiorno
#DREAMLINES