The never ending trail… Potremmo definirla così la gita di oggi: dai 3000 (o quasi, ci mancano 2 metri…) della vetta del Torrenthorn ai 620 metri della Piana del Rodano. I numeri parlano chiaramente: preparatevi a 2400 metri di discesa su un trail di oltre 20 km assolutamente fantastico che racchiude tutte le varie tipologie di terreno che si possono incontrare in sella ad una mountain bike.

Chiarisco subito, è una gita per intenditori: la vetta del Torrenthorn va conquistata – anche adottando la soluzione meccanizzata bus+funivia – con un duro portage di 650 metri, apparentemente senza alcun senso, ma quando vi troverete lassù ad osservare quello che vi sta attorno e soprattutto quando comincerete a mollare i freni in discesa capirete bene che un senso a portarsi a spalla la bici per due ore c’è, eccome se c’è…
Questa gita l’avevo adocchiata già l’anno scorso ed allora eccomi di buon’ora pronto alla partenza dalla stazione di Leuk. I puristi potranno storcere il naso, ma purtroppo non ho più le forze per pedalare tutto quel dislivello in salita: e del resto il piatto forte della giornata sta nella discesa.

Parliamo dunque della logistica per l’avvicinamento “facilitato”: prevede la tratta in bus da Leuk a Leukerbad e successivamente la tratta in funivia da Leukerbad alla Rinderhutte, così facendo vi risparmiate circa 1600 metri di salita, fate voi…
Dunque si va di bus. A Leukerbad ci si trasferisce alla stazione di partenza della funivia del Torrent e si risale sino ai 2350 metri della Rinderhutte. La gita in pratica comincia qui…
Si pedala un pochino per il primo tratto, seguendo il tracciato di una scassata strada di servizio degli impianti: ma le pendenze si fanno ben presto proibitive e ben presto scendo di sella spingendo sino ad arrivare nei pressi della fatiscente struttura abbandonata del Torrent Hotel mt 2460.

Da qui su per la massima pendenza lungo la pista da sci sino all’arrivo della seggiovia Schwalbennest mt 2610. Ora ci si deve rassegnare al portage, a tratti duro: una piccola tregua si ha nei pressi del largo pianoro sommitale disseminato di ometti  che accede alla vetta, inaspettatamente ampio e dolce, dove si riesce a pedalare agevolmente.

Mancano pochi metri alla cima, piuttosto agevoli da spingere, e in breve si è in vista della scarna croce di vetta del Torrenthorn q 2997. Poco meno di due ore dalla partenza, con comodo e le dovute pause per rifiatare…
La vista, come è facile supporre, spazia a 360° su tutto l’universo di montagne circostanti, da una parte l’Oberland con il vicino Balmhorn e dall’altra tutti i 4000 della Corona Imperiale, con il Weisshorn a far la parte del leone con la sua sagoma inconfondibili. Laggiù in fondo, lontanissima, la piana del Rodano, dove arriveremo al termine della discesa…

Foto di rito, rapida vestizione visto l’arietta decisamente frizzante e poi via, si parte per la discesa. La prima parte è fantastica, si pedala nel desolato paesaggio lunare dei 3000 metri senza difficoltà alcuna: è incredibile il piacere di pedalare in un ambiente così insolito…

Solo il successivo tratto roccioso  richiede la dovuta attenzione ed impone – per i meno bravi come il sottoscritto – qualche breve tratto a piedi, poi si va per cresta su un esile sentierino piuttosto facile che  porta nei pressi degli impianti di risalita, dove a scelta si può scendere per sentierini o per le scassate strade di servizio. In entrambi i casi si giunge alla Rinderhutte da cui eravamo partiti.

Ed ora viene il bello: siamo alla partenza del trail che ci condurrà ad Oberu attraverso le vaste praterie alpine di Tschamilonga (seguire sempre i chiari cartelli rossi, la mia traccia è errata nel primo tratto poiché mi sono tenuto troppo alto al primo bivio sotto alla Rinderhutte).

Il sentiero battuto in terra è semplicemente perfetto, peccato che nella prima parte si debbano affrontare dei fastidiosi saliscendi che spezzano il ritmo della discesa: superata una suggestiva fascia di formazioni calcaree si scende con più decisione e non resta che mollare con decisione i freni e godersi questa meraviglia.

Troviamo un breve tratto di asfalto nei pressi di Oberu, ma ben presto si sfruttano i tanti sentierini ben segnalati che permettono di scendere tra ampi spazi erbosi e boschi suggestivi, sempre all’insegna del flow e della semplicità. Incredibile!

Giunti a Guttet ci aspetta un tratto di asfalto di circa 500 metri sino a Wiler, poi il trail continua nella sua esaltante corsa verso il basso: qualche passaggio più tecnico su terreno via via roccioso e si giunge al bellissimo ponte ad arco in pietra di Hohe Brucke.

Qui comincia la sezione tecnicamente più difficile, sia per pendenze che per il fondo smosso: arriva dopo 2000 metri di discesa e la stanchezza può fare brutti scherzi, ma in breve si è in fondo, catapultati sulle rive del Rodano.

Non resta che seguire la ciclabile che riporta a Leuk oppure – se non ancora soddisfatti – seguire l’antico sentiero lastricato che corre alto sulle rive del fiume con alcune rampe in salita piuttosto impegnative… la classica ciliegina sulla torta!!!!

Testo e foto di Fabrizio Godio