Va in mtb da soli 4 anni ma sembrano molti di più visti i risultati fin’ora ottenuti. In realtà i motivi vanno ricercati nella sua grande passione e determinazione, che sicuramente porteranno Silvia Scipioni a tagliare traguardi ancora più ambiziosi.
Età: 35.
Vive a: Bibbiena (AR).
Musica preferita: non ha un genere preferito anche se le piace molto la musica elettronica. Va molto in base all’umore e ascolta quella che nel momento la fa stare meglio.
Hobby: è una persona creativa, per cui le piace realizzare e creare oggetti personalizzati soprattutto nell’ambito dell’abbigliamento e della moda.
Percorso preferito: non ha un percorso preferito per eccellenza, ce ne sono tanti che le piacciono, ha una passione sfrenata per le Dolomiti e quindi ama le gare in mezzo a queste montagne. Quest’anno ha fatto per la prima volta la Hero ed essa ha conquistato subito il primo posto nel suo cuore. Ricorda le gare più per le emozioni che le lasciano che per il percorso e lì ce ne sono state una miriade.
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MTB-VCO: Ciao Silvia, i nostri lettori sono curiosi di sapere quando e perché hai cominciato ad andare in mountain bike.
Silvia Scipioni: Il mio approccio è stato piuttosto casuale, nuove amicizie mi hanno fatto “scoprire” il mondo del ciclismo 5 anni fa, del quale non sapevo assolutamente niente. E’ partito tutto con una bici da corsa, qualche passeggiata in compagnia e dopo pochi mesi avevo già attaccato il numero sulla maglia. La mtb è venuta solo l’anno successivo, quando altri amici, per gioco, me l’hanno fatta provare. Da lì è nato l’amore anche se la prima volta è stata una tragedia: tornai a casa con lividi ovunque e il fango fin sopra la testa per essere caduta in una pozza di faccia, ma nonostante tutto capii che questo sport immerso nella natura mi sarebbe piaciuto un sacco. Da lì è cominciata la mia avventura, 4 anni fa con una Orbea 26″ e tanta voglia di imparare.
MBV: Qual è stata la tua prima gara e che risultato hai ottenuto?
SS: La prima gara che ho fatto risale a 4 anni fa, una gara del Trofeo Colli e Valli a Cortona (AR). Ricordo che ero emozionatissima. Di donne non ce n’erano molte, arrivai seconda, ma eravamo in 3.
MBV: Il 2019 è iniziato subito bene per te, con il successo di categoria alla Volcat BTT. Ci racconti un po’ la tua esperienza in quella gara?
SS: Fare una gara a tappe era un’idea che mi frullava in testa dall’anno scorso. Desideravo molto provare quest’esperienza perché non mi rendevo conto di come avrei saputo gestire una gara di più giorni e volevo mettermi alla prova per vedere cosa avrei combinato. La Volcat è stata l’occasione perfetta per provare perché le tappe non erano “estreme” come km e anche come numero: 4 giorni ho pensato di potercela fare. Ovviamente era la mia prima esperienza all’estero in mtb quindi non mi rendevo conto di cosa mi poteva aspettare. Appena sono salita in bici i giorni precedenti alla gara per provare il percorso, mi sono subito pentita di essermi iscritta. I tracciati erano davvero molto tecnici, molto veloci ed erano molto diversi da quelli ai quali ero abituata nelle granfondo in Italia. La notte della prima tappa non ho chiuso occhio dall’agitazione. Poi quando tutto è iniziato, invece, è andata molto bene, la paura è passata e avevo l’adrenalina a mille, mi sono sciolta, ho acquisito un po’ di sicurezza in me stessa e mi sono divertita molto. Ancora oggi quando ci ripenso o guardo le foto, mi chiedo come abbia fatto a fare certi percorsi. E’ stata un’esperienza fantastica che mi ha fatta crescere molto sul lato tecnico, psicologico e mi è servita tanto come scuola per imparare a guidare la bici. Ripartirei oggi stesso.
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MBV: La Hero Sudtirol ti ha poi vista vincitrice di categoria e 10^ assoluta. Un preludio per quello che sarebbe poi arrivato successivamente, prima il titolo italiano e poi quello europeo. Ma andiamo per gradi e raccontaci la tua gara di Aielli.
SS: La Hero è stata una gara pazzesca nonché la gara di apertura del periodo più impegnativo della mia stagione. Ci tenevo molto a farla bene ma sinceramente quest’anno ero un po’ preoccupata per la condizione che sembrava non arrivare come desideravo. Il 2018 per me è stato un anno ricco di soddisfazioni e ripetersi non era per niente facile… Il titolo italiano era una delle cose alle quali tenevo di più, perché l’anno scorso è stata la vittoria che mi ha regalato più soddisfazione e quest’anno desideravo molto ripetermi. E’ stato un periodo molto intenso e faticoso tra lavoro, allenamenti e stress, in cui mi sono impegnata molto sacrificando anche tante cose al di fuori della bici.
Il Campionato Italiano di Aielli è stata una delle gare più dure che ho fatto, una gara che non perdona. Non potevi permetterti di mollare né di testa né di gambe e con percorsi di quel tipo era molto facile crollare. Le salite lunghe sono il mio punto di forza e forse è stato proprio il percorso molto adatto alle mie caratteristiche che mi ha aiutata a raggiungere il mio obiettivo. Sono arrivata al traguardo con la consapevolezza di aver dato tutto anche se nell’ultima discesa, dopo 100 km di gara, le mani non avevano più forza di stringere il manubrio ed erano piene di vesciche, infatti a pochi km dal traguardo ho perso il 4° posto ed ho finito in 5^ posizione assoluta e con la vittoria di categoria. Sono comunque molto soddisfatta del risultato e di aver tagliato il traguardo con il sorriso.
MBV: Neanche una settimana e ti sei spostata in Norvegia per andare a prenderti la medaglia d’oro agli Europei battendo le atlete locali. Cosa ci racconti di quella gara?
SS: L’europeo è stata “la sorpresa dell’ultimo minuto”. Per motivi di lavoro non credevo di riuscire ad organizzarmi per andare, ma poi sono riuscita a partire last minute e volare in Norvegia. E’ stata una trasferta decisamente “da pazzi” perché sono partita il venerdì mattina, arrivata là la sera per cena, il sabato mattina ho corso e la domenica siamo ripartiti però ne è valsa decisamente la pena ed è stata un’esperienza che porterò sempre nel cuore. Essere là, in un posto così diverso dalle nostre realtà è stato molto emozionante. Come lo è stato anche trovarmi in griglia di partenza con facce nuove. Non sapere chi avevo di fronte mi eccitava e terrorizzava allo stesso tempo. La gara è stata molto dura anche se stavolta non era molto adatta alle mie caratteristiche. La prima parte era molto dura con salite tecniche e sassose, la seconda parte di gara invece molto veloce.
I primi km li ho percorsi con una ragazza norvegese sempre attaccata alla mia ruota, ma dal decimo km in poi sono rimasta da sola ed è stato così fino all’arrivo. La gara, per me, è stata piuttosto dura perché la stanchezza delle gare precedenti si è fatta sentire sulle gambe ma con la testa ho cercato di non mollare e con tanta felicità e soddisfazione sono riuscita a riprendere la mia maglia con le stelline alla quale ero tanto affezionata.
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MBV: C’è una gara di quest’anno che invece ti ha deluso in particolare?
SS: In verità quest’anno ce ne sono state due: la prima è stata la Capoliveri Legend Cup, che purtroppo non ho portato a termine per problemi al cambio. Questa gara mi piace moltissimo ma ogni anno non va come vorrei, probabilmente non è la mia gara! La seconda invece è stata la Dolomiti Superbike, che dopo 40 km di gara sono scesa dalla bicicletta all’assistenza distrutta con il solo intento di salire sul furgone ed andare a fare la doccia. Non so come abbia trovato la forza di finirla, sicuramente le parole di Stefano (Taddei) mi hanno dato la grinta necessaria per risalire in sella e arrivare al traguardo. Fortunatamente non siamo macchine e forse per me era il momento di fare una pausa dalle gare. L’ho conclusa con un 7° posto assoluto ed un 1° di categoria che mi ha lasciato comunque un po’ d’amaro in bocca.
MBV: Qual è la gara del calendario italiano che ti piace di più?
SS: Dopo aver partecipato quest’anno alla Hero dico senza ombra di dubbio che per me è la gara più bella in assoluto. Mi ha emozionata moltissimo per l’organizzazione, per i posti e per le sensazioni che mi ha fatto provare
MBV: Hai un tuo idolo nel mondo delle marathon?
SS: Un idolo vero e proprio no, sono rimasta molto affascinata da Annika Langvad l’anno scorso, quando l’ho vista al mondiale marathon ad Auronzo di Cadore. Era davvero uno spettacolo da guardare per il modo in cui pedalava e la grinta che aveva stampata in faccia.
MBV: Normalmente quanto tempo dedichi all’allenamento?
SS: Purtroppo non quanto vorrei. Entro al lavoro la mattina alle 8 ed esco la sera alle 17:30, e devo farmi 2 ore di macchina per andare e tornare a casa perché lavoro a 60 km di distanza. Fino ad aprile per me non esistono uscite fuori se non nel weekend quindi mi alleno sui rulli. Riesco ad uscire all’aria aperta solo quando ci avviciniamo alla primavera e le giornate iniziano ad allungarsi. Generalmente da maggio in poi mi alleno quasi tutti i giorni 1,5 / 2 ore al giorno ma il miglior allenamento per me rimangono i campi di gara!
MBV: Ci descrivi la bici che stai utilizzando in questa stagione?
SS: La mia compagna di viaggi di questa stagione è una Specialized Epic S-Works, montata di serie con gruppo SRAM Eagle XX, ruote Specialized Roval Control SL, sospensioni RockShox con sistema Brain e sella Specialized Mimic studiata appositamente per noi donne. L’adoro, è la mia diavola nera!
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MBV: Quali obiettivi ti poni ancora per quest’anno?
SS: Diciamo che gli appuntamenti che mi premevano di più sono quelli di cui vi ho già parlato, per cui mi ritengo già soddisfatta di questo 2019. Ma visto che ancora la stagione non è finita e ci sono ancora appuntamenti importanti cercherò di concludere al meglio le gare che rimangono. Ho un conto in sospeso con la Val di Fassa Marathon dall’anno scorso, che mi ha messa un po’ in difficoltà, quindi spero di fare meglio quest’anno. Inoltre mi piacerebbe molto partecipare alla Brasil Ride, la vedo un po’ dura ma… chissà!
MBV: Grazie dell’intervista Silvia ed in bocca al lupo per il proseguimento di questa stagione agonistica!
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