Oltre alla Demo, che rappresentava la punta di diamante del segmento freeride/downhill, 10 anni fa Specialized proponeva anche la BigHit, che per quell’anno era stata completamente ridisegnata ed offriva 190 mm di escursione alla ruota posteriore abbinati ad una forcella da 180 mm di corsa. Una piattaforma che si proponeva al biker alla ricerca di un mezzo aggressivo ma non necessariamente con performance da gara e da poter sfruttare anche nei bike park.

Il telaio era realizzato in alluminio M4 Premium e sfoggiava tubazioni con vistose sagomature che insieme al carro asimmetrico, al tubo sterzo conico e alla generosa fazzolettatura in corrispondenza del nodo sterzo si proponeva di garantire la massima rigidità torsionale.

Lo schema di sospensione era l’FSR proprietario, sostanzialmente un quadrilatero con Horst-Link.

La BigHit FSR era declinata in tre versioni: BigHit FSR III, BigHit FSR II e BigHit FSR I. La prima rappresentava il top di gamma, proponendo una forcella RockShox Domain 318, ammortizzatore Fox DHX 4.0, ruote DT Swiss F550, coperture Specialized Clutch 26 x 2.30″, trasmissione SRAM X.7/X.9 con guarnitura Truvativ Hussefelt 36T e cassetta pignoni Shimano HG-50 11-34T, freni Avid Elixir R SL con dischi 203/185 mm, posto guida a marchio Specialized con manubrio da 680 mm e attacco da 35 mm. Per un peso dichiarato di 18,3 kg ed un prezzo di € 2.690.

Geometrie

Taglie disponibili: S/M/L
Orizzontale virtuale: 563-586-608 mm
Angolo sterzo: 65,5°
Angolo piantone: 71°
Altezza movimento centrale: 365 mm
Standover 758-763-750 mm
Carro posteriore: 426 mm
Passo: 1162-1185-1207 mm

Pro

Ineccepibile il funzionamento della sospensione, che non veniva influenzata dalle forze indotte dalla frenata, riuscendo così a mantenere la ruota posteriore bene incollata al terreno anche nelle situazioni più critiche.

Contro

Arrivando a farne un uso estremo si poteva sentire la mancanza di una forcella a doppia piastra. Non avrebbe fatto male, inoltre, avere un manubrio un po’ più largo.