Sono sempre più diffuse ormai sul mercato le soluzioni anti foratura e anti stallonamento per pneumatici, che in alcuni casi offrono prodotti di derivazione motocrossistica, come la proposta dell’italiana Speedy Mousse, fondata da Luigi Mazzoni e Giuseppe Zecchi, che dopo un passato agonistico nelle moto e diversi anni di esperienza nel settore delle gomme hanno lanciato tempo fa sul mercato motociclistico una mousse dedicata alle due ruote a motore. Il passo successivo è stato poi quello di proporre un prodotto simile anche per la mountain bike, presentando lo scorso autunno la Semi Mousse Bike, che ci è stata poi inviata per un test di lunga durata.

DESCRIZIONE

La Semi Mousse Bike è una protezione in gomma espansa progettata per proteggere la camera d’aria, qualora montata, evitando forature determinate dallo schiacciamento e dagli urti che la copertura riceve dal terreno, evitando tra l’altro lo stallonamento della gomma nel caso venga utilizzata in modalità tubeless.

E’ possibile, infatti, installare la mousse sia in presenza della classica camera d’aria, sebbene di misura inferiore rispetto a quella che accoglie di norma il pneumatico, che senza e con l’aggiunta di liquido sigillante.

La Semi Mousse Bike, inoltre, è progettata per proteggere la camera d’aria e il cerchio anche in caso di taglio della copertura, grazie ad uno spessore di 5 mm sul fianco e di 10 mm lungo il battistrada.

Il peso da noi rilevato del singolo esemplare nella versione da 29″ è stato di 406 grammi. La Semi Mousse Bike è disponibile nei formati da 26″, 27.5″, 27.5+ e 29″. E’ in vendita al prezzo di € 189,10 per la coppia.

Info: www.speedymousse.it

Distributore per l’Italia: www.andreanigroup.com

IL TEST                                                                       di Fabio Paracchini

Gli inserti sono stati installati su cerchi da 29″ con canale interno da 30 mm di larghezza senza alcuna difficoltà in fase di montaggio, ma prestando attenzione al preciso inserimento della camera d’aria. Per quanto venga consigliato di usare camere d’aria di dimensioni specifiche per il copertone montato, avremmo trovato più facile il posizionamento di una camera di sezione inferiore per evitare piegamenti interni e forse una più precisa aderenza al prodotto.

Il peso degli inserti non è dei più bassi alla bilancia e nelle ruote si sentono non solo sollevando la bici, ma anche nella reattività così come nelle azioni “aeree”, perdendo ovviamente rispetto al montaggio di serie e penalizzando ancora di più le ruote da 29″ rispetto al formato 27.5″.

Come sistema di protezione dalle forature possiamo dire che la Semi Mousse Bike ha funzionato in maniera perfetta: nel corso del test abbiamo riscontrato la presenza di diverse spine di dimensioni generose (nello specifico di acacia, ben più temibili rispetto ai ricci) conficcate nei copertoni ma nessuna è riuscita a raggiungere la camera d’aria. A fine test, per una verifica finale, abbiamo rimosso la mousse e tenuto le camere d’aria gonfie per due giorni, senza riscontrare nessuna perdita di pressione.

La Semi Mousse Bike l’abbiamo in effetti apprezzata di più solo dopo averla rimossa. Con essa si può infatti scendere un po’ con la pressione di utilizzo, ma senza esagerare, in particolare in un utilizzo “racing” dove conta arrivare in fondo nel minor tempo possibile e dove è facile picchiare duro sui cerchi. Senza di essa, la prima sensazione è stata quella di avere una bici più dinamica e agile, più precisa, ma nel contempo avvertendo anche una sensazione di rimbalzo e di mancanza di assorbimento degli urti, e alle orecchie sono arrivati i primi suoni di impatti duri contro i cerchi, che invece durante il test non abbiamo mai avvertito.

E’ la prima volta quindi che ci capita di “capire” un prodotto dopo averlo rimosso: effettivamente la mousse lavora in maniera diversa rispetto alla classica accoppiata “camera e copertone” o “sigillante e copertone”, non solo prevenendo le forature grazie al generoso spessore superiore, ma aiuta a limitare certi danni da urto ai cerchi in caso di errore o quando si guida “a tutta” cercando la via più veloce a discapito dei materiali, smorzando impatti e vibrazioni e riducendo anche la deriva dei copertoni in curva.
Non abbiamo subito pizzicature alle camere d’aria durante l’utilizzo, per cui non possiamo esprimerci su come si comportino in caso di “run flat”, però probabilmente ci hanno evitato la pizzicata.

A fine test ci siamo quindi ricreduti sul reale valore di questi inserti; per quanto vengano proposti come prodotto “race”, possiamo affermare la loro validità anche per biker di bassa/media esperienza che desiderano un sistema efficiente di protezione da forature e danni ai cerchi senza guardare troppo alla bilancia (e al prezzo), di facile montaggio e che non richieda necessariamente l’uso di liquido sigillante o cerchi tubeless. Per l’agonista, si tratta senza dubbio di un prodotto valido che coniuga facilità d’uso a prestazioni in linea con quanto promesso in fatto di protezione dei cerchi.